L’Internet of Things è la chiave per la riduzione della CO2?

L’Internet of Things potrebbe ridurre le emissioni globali di 9 miliardi di tonnellate in dieci anni intervenendo con delle modifiche nella rete dei sensori

Fonte: Rinnovabili.it

Lo IoT è una sorta di estensione della rete internet che include gli oggetti, ad esempio gli elettrodomestici intelligenti che grazie ai sistemi wi-fi riescono ad inviare informazioni relative a costi e consumi. Ad arrivare a questa interessante e rassicurante proiezione un nuovo rapporto della NGO Carbon War Room e di AT&T reso pubblico oggi in occasione del Mobile World Congress in svolgimento a Barcellona, che prevede come grazie al boom delle tecnologie machine-to-machine si potrebbe contribuire notevolmente a ridurre le emissioni inquinanti di 9,1 miliardi di tonnellate entro il 2020, pari al 18,6 per cento delle emissioni di gas serra a livello mondiale nel 2011.

Il rapporto, intitolato Machine-to-Machine Technologies: Unlocking the Potential of a $1 Trillion Industry, prevede anche che la tecnologia potrebbe generare risparmi sui costi e sui ricavi del valore di 10-15trn di dollari nei prossimi 20 anni.

“Prevenire l’aumento della temperatura media globale di più di 2°C comporterà nostre emissioni di gas serra a ridursi di almeno 5-7 gigatonnellate (miliardi di tonnellate, o Gt) di anidride carbonica equivalente (CO2e) – una quantità enorme, pari a 10-15 per cento delle emissioni totali annue del mondo di oggi. Fortuna, che ora possediamo tecnologie mature in grado di raggiungere questo obiettivo, e anche superarla.”

La relazione sostiene il mondo è sull’orlo di un boom della domanda di queste tecnologie e la previsione del mercato per le tecnologie machine-to-machine aumenterà del 23 per cento l’anno per i prossimi sette anni, trasformandolo in un mercato del valore di 948 miliardi di dollari in un anno entro il 2020.

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Articolo pubblicato il 26/02/2013