Ubuntu Touch: la distribuzione Android

Il nuovo interessante sistema operativo è basato su Cyanogen Mod 10.1

Fonte: MobileLinux.it

A seguito della pubblicazione giovedì scorso da parte di Canonical della Developer Preview di Ubuntu Touch è subito iniziata la corsa all'installazione e al porting del "nuovo" sistema operativo, e sono emersi alcuni interessanti aspetti: essendo infatti basato su una versione "ridotta all'osso" della Cyanogen Mod 10.1, è facilmente e velocemente portabile su qualsiasi dispositivo la supporti, quindi il bacino di potenziali beta (anzi, meglio dire alfa) tester è molto ampio; su xda-developers c'è molto fermento a riguardo, è prevedibile che se Canonical collaborerà con i vari sviluppatori volontari si vedrà nei prossimi mesi un balzo in avanti nelle funzionalità di questo innovativo sistema operativo.

Venerdì scorso c'è stato un ritrovo organizzato dal team di sviluppo Ubuntu dove tra gli altri si sono discussi i seguenti punti chiave:

Domanda: Ubuntu Touch è abbastanza stabile per un utilizzo quotidiano?
Risposta: No, la maggior parte delle applicazioni base non sono funzionanti. Non c'è inoltre il supporto per i dati 3G

Domanda: Su quali dispositivi può essere portato Ubuntu Touch?
Risposta: Ubuntu Touch Preview gira semplicemente in un ambiente chroot Cyanogenmod10.1, teoricamente è possibile porting di Ubuntu Touch su qualsiasi dispositivo che supporta CM. Sviluppo è partito su base ICS e poi si è trasferito su JB. Si tenga presente che le prestazioni possono variare. Istruzioni per il porting di Ubuntu Touch possono essere trovate all'indirizzo https://wiki.ubuntu.com/Touch/Porting

Domanda: Dal momento che gira in un ambiente chroot Cyanogenmod, può eseguire applicazioni Android native?
Risposta: No - il fork Cyanogenmod è stato privato della Dalvik VM e di tutti gli altri componenti necessari per eseguire le applicazioni Android. C'è la possibilità probabile che qualcuno metterà a punto un emulatore tipo "BlueStacks" per consentire alle applicazioni Android di funzionare, ma questo molto probabilmente non proverrà dal team Ubuntu.

Domanda: E' possibile il dual boot?
Risposta: Sì, grazie agli sforzi della community XDA-Developers, il dual boot è possibile. Tuttavia non è qualcosa che il team di Ubuntu ha intenzione di supportare ufficialmente. Mentre Ubuntu sembra incoraggiare gli sforzi della comunità, essi sottolineano che non vogliono che questo diventi una caratteristica che l'utente finale si aspetta di vedere ufficialmente supportata.

Domanda: l'interfaccia utente Touch di Ubuntu utilizza X11 o Wayland?
Risposta: Nessuno dei due. Ubuntu Touch utilizza lo stesso display manager utilizzato da Android, Display Flinger.

Domanda: Su che kernel è basato?
Risposta: Su un kernel Android modificato.

Domanda: Ubuntu accetta le richieste di unione nel sub-sistema Cyanogen10.1?
Risposta: Sì, è anche incoraggiato.

Domanda: Dove si trova il chroot Ubuntu in Android?
Risposta: Il filesystem di Ubuntu e tutte le applicazioni sono in /data/ubuntu. Se si utilizza adb per navigare nelle directory, vedrete un layout familiare al filesystem a cui molti utenti Linux sono abituati

Da questo si può evincere che Ubuntu Touch è in qualche modo una "distribuzione" basata su CyanogenMod, o meglio su Android, senza il layer della Dalvik Virtual Machine, e che l'ambiente è strutturato in maniera molto simile al layout standard di una normale distribuzione Linux. Speriamo davvero di vedere, nei prossimi mesi, dei grandi progressi su questa interessantissima piattaforma anche grazie al contributo di tanti appassionati e sviluppatori indipendenti. Dal canto nostro continueremo a tenervi aggiornati sui suoi progressi, in attesa della disponibilità di una immagine utilizzabile nel quotidiano.

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Articolo pubblicato il 25/02/2013