Patrizia Polliotto: "Beppe Grillo? Stop al turpiloquio continuo, intervenga l'AIART"
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Il noto avvocato, Presidente UNC: “Si possono esprimere le medesime idee con altri termini e più moderazione”

 “Come presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, invito i vertici dell’AIART, la più antica e autorevole associazione Onlus di telespettatori nata in Italia a prendere posizione sul fenomeno Beppe Grillo“.

E’ l’invito dell’Avvocato Polliotto, che scende in campo a tutela dei consumatori contro il linguaggio non consono alle regole del buon dialogo continuamente impiegato dal comico genovese e ripreso dalle telecamere dei mezzi d’informazione di tutta Italia.

Che Beppe Grillo non vada in televisione, per sua scelta, strategia o per qualsivoglia altro motivo nel merito del quale non ci interessa entrare, è solo un bene per le fasce più deboli e meno protette del pubblico mediatico

dichiara l’Avv. Patrizia Polliotto, Fondatrice e Presidente del Comitato del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, dal 1955 la più antica e autorevole associazione consumeristica italiana.

Il nostro è un monito severo al fatto che il comico continui imperterrito, in ogni dove tenga un comizio in puro stile chiamata alle armi, a dar luogo a un turpiloquio al limite della decenza, dando una pessima immagine della politica e degli italiani in piazza

spiega Polliotto.

Turpiloquio, termini volgari che poi vengono pericolosamente rimbalzati dalle tv, talk show, dai tg nazionali lungo tutto l’arco della giornata, specie in un periodo delicato come quello di campagna elettorale, proprio riproponendo nelle varie edizioni gli spezzoni video dei suoi interventi in cui maggiore è il fenomeno. Quelli che, ovviamente, determinano incrementi di share e ascolti

continua l’avv. Patrizia Polliotto che insiste:

Tutto questo non giova affatto né alla dignità della nostra tivù, né alla deontologia degli operatori del settore e al buon gusto di chi fa informazione, e soprattutto ai giovani che, davanti al mare immenso di Internet, spesso ritrovano i commenti “coloriti” di Beppe Grillo per poi riprenderli a loro volta con frasi, riflessioni, pensieri ed espressioni altrettanto immoderate. E’ un fatto diseducativo, oltre che per nulla inadeguato”.

Per poi concludere:

Invito caldamente Beppe Grillo a esprimere i concetti a lui cari con altri termini, più educati e degni di uno alla guida di un movimento che ambisce a entrare in un luogo di massima istituzionalità, quale il Parlamento italiano, che richiede ben altro approccio di stile, anche dal punto di vista linguistico”.

 

 

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Articolo pubblicato il 18/02/2013