Filo Diretto per il Giorno della Memoria
Auschwitz Birkenau

Chiesto a tre relatori di età diverse di raccontare un testo legato alla Shoah

Tre generazioni per tre libri. Per l'appuntamento di Filo Diretto dedicato al Giorno della Memoria, che si è svolto a Palazzo Lascaris lunedì 28 gennaio, è stato chiesto a tre relatori di età diverse di raccontare un testo legato alla Shoah, che li ha particolarmente segnati nel corso della vita.

Durante i saluti iniziali, il vicepresidente dell'Assemblea ha ricordato:

“Uno dei presenti, Giacomo Verri, autore di 'Partigiano Inverno' sulla Resistenza in Valsesia, ha partecipato da studente al progetto di Storia Contemporanea del Consiglio regionale. Un episodio che ci motiva a continuare su questa strada”.

Primo Levi (nella foto), con 'Se questo è un uomo', ci ha lasciato segni indelebili. Io sono nato tre giorni prima dell'emanazione delle leggi razziali – ha raccontato Guido Neppi Modona, docente dell'Università di Torino e vicepresidente emerito della Corte Costituzionale - nel mio certificato di nascita c'era scritto 'di razza ebraica'. Tutti i perseguitati furono privati di ogni diritto, la mia famiglia colpita duramente con licenziamenti, espropri ed espulsioni. Alcuni conobbero la deportazione ad Auschwitz, dove andarono incontro a morte immediata. Il mio contatto con la realtà del lager è stata la lettura di Levi, a scuola. Il suo racconto mi ha evitato il ricordo terrificante di quell'esperienza”.

Milano-Mauthusen e ritorno” di Bruno Vasari è stata la scelta di Barbara Berruti, dell'Istituto Storico della Resistenza di Torino, curatrice del volume:

“Ho conosciuto Bruno Vasari quando ero da poco arrivata all'Istituto e mi chiese di riordinare il suo archivio sulla deportazione. Dovetti leggere le 212 interviste (circa 10mila pagine), realizzate ai deportati a partire dagli anni Ottanta in Piemonte, e creare un indice. Fu un'immersione in racconti terrificanti e la nostra collaborazione durò fino alla sua morte. 'Milano-Mauthausen e ritorno' è la conclusione di un percorso, spesso complicato, cominciato con 'Mauthausen bivacco della morte', primo volume dello stesso Vasari”.

Ho scelto '16 ottobre 1943' di Giacomo Debenedetti – ha spiegato Giacomo Verri, insegnante e scrittore – un saggio-testimonianza che tratta una vicenda drammatica da un punto di vista esterno. In quella data, un mese dopo l'armistizio, trecento SS rastrellano più di mille ebrei nel ghetto di Roma e li destinano allo sterminio. Debenedetti racconta l'episodio con stile letterario di enorme qualità, senza distaccarsi dalla realtà della tragedia”.

All'incontro, moderato da Donatella Sasso dell'Istituto di studi storici Salvemini di Torino, hanno partecipato gli studenti dell'Istituto “Porro” di Pinerolo.




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Articolo pubblicato il 30/01/2013