Siria, nuovo orrore: esecuzione di massa per 80 giovani

I corpi, alcuni dei quali con le mani legate alla schiena, sono riaffiorati da un fiume

Fonte: Quotidiano.net

E’ di almeno 162 morti il bilancio, probabilmente provvisorio, di una nuova giornata di violenze e combattimenti in Siria. Lo denunciano i Comitati di coordinamento locale in Siria. Tra le vittime, scrivono gli attivisti sulla loro pagina Facebook, ci sono 12 bambini e sette donne.

La maggior parte delle vittime si e’ registrata ad Aleppo, dove si contano 90 ‘’martiri’’. Tra questi ci sono gli 80 ‘’civili’’ i cui cadaveri sono stati trovati lungo un corso d’acqua nel quartiere di Bustan al-Qasr. Per gli attivisti sono stati uccisi dalle forze del regime di Bashar al-Assad. Alcuni corpi avevano le mani legate dietro la schiena. I Comitati di coordinamento locali hanno attribuito la responsabilità del massacro alle forze governative. Tutte le vittime, riferiscono gli attivisti, erano uomini di circa 20-30 anni. In un video amatoriale pubblicato online si vedono decine di cadaveri avvolti in coperte azzurre e disposti in file per terra.

Altre 26 persone, si legge sulla pagina Facebook dei Comitati, sono state uccise a Damasco e nei sobborghi della capitale.

ONU, BRAHIMI: 'IL CONSIGLIO DI SICUREZZA DEVE AGIRE' - ‘’Il Consiglio di Sicurezza non puo’ continuare a restare in disaccordo sulla Siria’’: lo ha detto all’Onu l’inviato del palazzo di vetro Lakhdar Brahimi chiedendo, dopo una riunione a porte chiuse dei ‘Quindici’, una ‘’azione’’ da parte del massimo organo politico delle Nazioni Unite.

Brahimi ha espresso estremo pessimismo sull’andamento della sua missione ma ha aggiunto che l’Onu ‘’non ha altra scelta che restare impegnata’’. Quanto al suo ruolo di inviato speciale a cui oggi il segretario generale Ban Ki-moon e il capo della Lega Araba Nabil Elaraby hanno ribadito la fiducia, Brahimi ha detto che non e’ un ‘’rinunciatario’’. ‘’Non volevo questo lavoro, non mi serve questo lavoro, ma lo faccio per senso di dovere. Me ne andro’ solo nel momento in cui capiro’ che non servo a niente’’, ha detto l’inviato Onu.

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Articolo pubblicato il 30/01/2013