I muri di Torino

Espressione d’arte e di inciviltà

La nostra città è piena di edifici abbandonati, superfici tetre di vecchie fabbriche che alcune volte sono state trasformate in spazi di espressione sociale. Ed ecco allora che forme complesse dai significati più svariati, vere e proprie opere d’arte vengono traslate dalla tela a tali superfici che offrono una ben più accessibile visualizzazione.

Espressioni certamente positive come quando muri, tristi e scrostati che delimitano giardini sono allietati da murales fiabeschi utili a sollecitare la fantasia dei bambini.

Non confondiamo però tutto ciò con gli attuali “capolavori” dei cosiddetti writers considerando tali ragazzetti, in vena di bravate, come bisognosi di esprimere la loro vena artistica o i loro segreti pensieri. Questi sono solo dei soggetti, senza il minimo senso civico che imbrattano edifici pubblici e privati arrecando ingenti danni e dando alla nostra città un’immagine di trascuratezza e di poca pulizia.

E allora cosa fare di fronte ad un fenomeno di pura e semplice educazione alla civiltà?

Alcuni comuni, compreso quello di Torino, hanno lanciato delle campagne di sensibilizzazione dedicando degli spazi appositi per questi pseudo artisti e letterati o istituendo dei veri e propri concorsi.

In Germania i ragazzi delle scuole vengono istruiti in laboratori sul danno arrecato e sulle tecniche di pulizia e dedicano dei pomeriggi, nell’arco dell’anno scolastico, in cui mettono in pratica ciò che gli è stato insegnato.

Soluzioni valide ma per gli irriducibili forse ci vorrebbero delle punizioni un po’ più esemplari che coinvolgessero anche la famiglia certamente incapace di impartire la giusta educazione.

I principi basilari sono inculcati dalla scuola, ma l’ambito famigliare rimane insostituibile.

Con tutto ciò il problema rimane e un condominio non fa in tempo a ripulire la facciata che subito viene nuovamente imbrattata come una lavagna pronta per essere utilizzata.

Sono sempre più i cittadini esasperati che, lasciati come al solito soli davanti ai danni subiti, non intervengono più in tali pulizie, contribuendo così all’incremento del degrado e rischiando di incorrere in multe da parte dell’assente Comune.

Insomma come sempre si tutelano i “disonesti” ai danni dei sempre più “poveri” cittadini.

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 28/01/2013