Apple: scivolone a Wall Street

"Sintomatico di un malessere interno crescente"

Fonte: Ibtimes.com

Partiamo dai numeri: nel suo primo trimestre fiscale Apple ha riportato utili netti in sostanziale parità rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Per essere più precisi si è registrato un incremento dello 0.1% a 13.1 miliardi di dollari. Il dato cela una prima importante informazione circa l'andamento di medio-lungo termine della casa della mela: è stata scongiurata, infatti, la plausibile flessione degli utili, la prima da anni.

Passando alle azioni, gli utili si sono attestati a 13.81 dollari sopra le primissime analisi che parlavano addirittura della soglia dei 13.47 dollari per azione. Il fatturato, poi, è aumentato del 18% a 54.4 miliardi. Anche qui, nonostante i numeri "monstre", sono state deluse le aspettative che parlavano di 54.9 miliardi di dollari.

Il quadro generale sopra descritto ha portato una ventata di sfiducia (momentanea) sul titolo che, nel mercato after-hours, è arrivato a cedere il 9.77% dai 514$ dollari per azione delle ore 16:00 ai 463.78$ delle ore 20:00.

Gli investitori, affermano gli analisti, avrebbero premiato le azioni Apple solo in caso di un risultato (positivo) di bilancio inaspettato pari o superiore al 15%. L'aver superato le stime di soli 2.5 punti percentuali ha, dunque, innescato la mini-bomba ad orologeria su Apple.

Il leitmotiv delle crescenti perplessità sull'Apple è focalizzato su due fondamentali aspetti. Il primo è dato, giocoforza, dalla prematura scomparsa di Jobs: è sempre più copioso lo schieramento caratterizzato da interrogativi crescenti circa l'effettiva capacità di Apple di fornire prossime, importanti, innovazioni. L'assenza della componente "geniale" del co-fondatore Apple sembrerebbe aver inciso più sui piani di sviluppo nel lungo termine che nell'immediato dell'azienda statunitense.

L'altro aspetto che compartecipa alla formazione di piccole nubi sul mondo Apple è, invece, banale analisi di mercato: la concorrenza appare sempre più agguerrita, il tasso di presenza crescente. L'effetto innovazione portato, parzialmente, dal primissimo iPhone è finito e la Apple deve essere capace di reinventarsi: serve un nuovo lampo di genio, un'innovazione che spiazzi la concorrenza.

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Articolo pubblicato il 24/01/2013