A larghissima maggioranza (41 favorevoli, un contrario e un astenuto) l’Assemblea legislativa subalpina ha approvato, nella seduta del 22 gennaio, la proposta di legge “Istituzione del Comune di Mappano”.
 

La proposta era stata licenziata dalla I Commissione (Enti locali), il 14 gennaio scorso, in conseguenza dell’esito del referendum consultivo dell’11 novembre (oltre il 60% di favorevoli all’istituzione del nuovo Comune con una affluenza di circa il 10%).
 

La legge prevede l'istituzione del comune di Mappano, nell'ambito della provincia di Torino, mediante distacco dagli attuali territori dei Comuni di Caselle Torinese, Borgaro Torinese, Settimo Torinese e Leini delle rispettive frazioni mappanesi.

Nel testo vi sono poi una serie di norme che disciplinano la fase di transizione verso l'istituzione del comune di Mappano. In particolare si stabilisce che i rapporti conseguenti alla nascita del nuovo Comune saranno definiti entro sei mesi con la deliberazione del Consiglio provinciale di Torino istitutiva del nuovo ente locale, come previsto dalla legge regionale 51/1992.

Fino all'insediamento dei nuovi organi del comunali, a seguito delle elezioni amministrative, le funzioni di tali organi saranno esercitate da un commissario, nominato in base alla normativa statale.

L’accordo per approvare la legge tra le principali forze di maggioranza e opposizione con l’Esecutivo regionale è stato possibile sul presupposto della costituzione del nuovo Comune senza oneri per la Regione.

È la Regione che in base alla Carta costituzionale e dopo un referendum consultivo delle popolazioni dei Comuni interessati, istituisce un nuovo Comune.

Il caso di Mappano si trascina da anni, addirittura un primo comitato per l’istituzione del nuovo comune risale al 1985, e riguarda una zona abitata da 8 mila persone alle porte della Città di Torino, fino ad oggi suddivisa tra i Comuni di Borgaro T.se, Caselle T.se, Leinì e Settimo T.se.