Fukushima: quanti morti ha causato realmente?

Necessari anni di studi e rilevazioni per accertare con attendibilità l’impatto del disastro ambientale

Fonte: TuttoGreen.it

Il disastro di Fukushima ha commosso il mondo per l’entità della tragedia ed il suo possibile impatto in termini di vite umane. Ha però anche diviso l’opinione pubblica sul collasso della centrale nucleare che ne è conseguito, riaprendo l’annoso dibattito sul nucleare e sul suo utilizzo come fonte di energia.
Molti di noi si saranno domandati, a quasi due anni dal disastro di Fukushima, cosa stia accadendo in Giappone e quale sia stata la reale conseguenza del disastro verificatosi sull’ambiente e sulla popolazione.

Sappiamo che tutte le maggiori autorità scientifiche giapponesi stanno monitorando mensilmente i livelli di radioattività di suolo, aria e acqua, ma quali sono stati i reali effetti dell’esposizione radioattiva sulla salute della popolazione fino ad oggi?
Tutte le statistiche sono state rese disponibili per le ispezioni pubbliche e sono consultabili online, non sono di semplice individuazione e per leggerli è necessario tradurli. In qualche modo si ha la sensazione che non si prema per una facile divulgazione, insomma.

Dalle rilevazioni pubblicate, emergono dati importanti, come l’incidenza percentuale delle morti nella regione di Fukushima che, negli ultimi 12 mesi è passata da una crescita media del 1,5% degli anni scorsi, al 4,8% del periodo post-disastro.
Entrando nel merito degli indici, si vede come tutte le macro cause di decesso elencate siano aumentate, ad eccezione di omicidio e suicidio: incidenti (il terremoto e lo tsunami sono ricompresi qui dentro) e malattie (cancro, polmonite, ictus, malattie cardiovascolari…).

Si parla di 38.700 decessi in più rispetto al passato, avvenuti dopo il marzo 2011; ma non è possibile stabilire con certezza un legame con il disastro nucleare, in mancanza di dati più dettagliati. Va anche detto che, il giorno che dovessero essere disponibili dati dettagliati, sarà in ogni caso arduo identificare i legami indiretti con l’incidente nucleare.
Ci vorrà tempo per poter rendere pubblici e analizzare tutti i dati raccolti dalle autorità nipponiche, ma il lavoro di misurazione dell’esposizione alle radiazioni per la popolazione e le conseguenze sulla salute pubblica continua.

I timori che la reale entità del disastro possa non emergere mai, come avvenne per Chernobyl, è in agguato. All’epoca del disastro ucraino, il governo sovietico distrusse tutti i dati e le rilevazioni fatti sul suolo e sulla popolazione, non consentendo mai di stabilire con certezza l’entità delle conseguenze dell’esplosione; le uniche vittime del disastro riconosciute ufficialmente furono i 31 operai che lavorarono per spegnere l’incendio del reattore.

Per arrivare a sapere la verità, o una parte di essa, abbiamo dovuto attendere 20 anni, quando nel 2009 la Academy of Sciences di New York, pubblicò una raccolta di articoli e rapporti prodotti da un team di ricercatori russi nel corso degli anni. I dati confermarono che l’incremento di malattie gravi e morti nelle zone limitrofe alla centrale interessò quasi tutta la popolazione che abitava quell’area. La ricerca stima, inoltre, che circa 985.000 persone sono morte in modo prematuro dal 2004 ad oggi per cause generate dall’esposizione alle radiazioni e che, purtroppo, l’incidenza sulla mortalità continua ad esistere e continuerà a causare malattie e decessi.

Saranno necessari anni di studi e rilevazioni per accertare con attendibilità l’impatto del disastro di Fukushima sulla salute della popolazione. Ciò che è certo, però, è che presto o tardi sarà possibile conoscere la verità, o qualcosa che gli somiglia molto.

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Articolo pubblicato il 21/01/2013