Mappano si appresta a diventare Comune autonomo
Il territorio di Mappano

Licenziata dalla I Commissione la proposta di legge

La I Commissione del Consiglio regionale (Enti locali), ha licenziato a larga maggioranza la proposta di legge “Istituzione del Comune di Mappano”, conseguenza dell’esito del referendum consultivo dell’11 novembre (oltre il 60% di favorevoli all’istituzione del nuovo Comune con una affluenza di circa il 10%).

 

È infatti la Regione che in base alla Costituzione e dopo un referendum consultivo delle popolazioni dei Comuni interessati, istituisce un nuovo Comune.

 

Il caso di Mappano si trascina da anni, addirittura un primo comitato per l’istituzione del nuovo comune risale al 1985, e riguarda una zona alle porte della Città di Torino, suddivisa tra i Comuni di Borgaro T.se, Caselle T.se, Leinì e Settimo T.se, con circa 8 mila abitanti.

 

La proposta di legge si è sbloccata con l’approvazione di un emendamento che permette la costituzione del nuovo Comune senza oneri aggiuntivi per le casse regionali.

 

Il provvedimento è così pronto per l’esame dell’Aula e l’approvazione definitiva.

 

Si conclude così una situazione che ha rasentato il grottesco; in uno Stato dove esistono comuni con cento abitanti e vengono difesi a spada tratta dalla Amministrazioni locali non si riusciva a capire cosa fermasse l'autorizzazione a legittimare la richiesta dei circa ottomila residenti a Mappano a costituirsi Comune autonomo.

 

Il frazionamento del territorio, suddito finora dei quattro comuni confinanti, riceve finalmente giustizia: la Regione si appresta all'atto consacrativo che, salvo incidenti di percorso dell'ultima ora, darà piena autonomia di gestione delle risorse che gli appartengono e di cui avevano finora usufruito i "vicini di casa".

 

La notizia, che fa riferimento al referendum del novembre dello scorso anno e che avevamo seguito (n.d.r.) con attenzione, giunge in un momento particolare dal punto di vista politico e ci auguriamo che non si tratti esclusivamente di una mossa propiziatoria di consensi bensì di una presa di coscienza su una situazione che per troppi anni ha vissuto intoppi burocratici, amministrativi ma forse ancor più, per l'appunto, politici.

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Articolo pubblicato il 14/01/2013