Uscire dalla crisi: l’esempio irlandese

Così l'Irlanda sta sconfiggendo la crisi economica

Ricordate i P.I.G.S.? Sono i 4 paesi europei economicamente più provati dalla crisi economica. Oltre a Portogallo, Grecia e Spagna l’altra grande “malata d’Europa” era l’Irlanda. In questi giorni con grande stupore scopriamo che il Paese è uscito dalla crisi, con un PIL che quest’anno si attesta in crescita del 2% e un rapporto deficit-PIL al di sotto del 2%. Ma come c’è riuscita?

 

Partiamo dalle origini della crisi. L’Irlanda nel 2006 aveva un rapporto deficit-PIL pari al +2,9% che nel 2008, con l’arrivo della crisi, ha avuto un ribasso drastico al -7,3%. Ma il dato più sconvolgente arriva nel 2010, quando il Paese con un rapporto al -32,4%  diventa di gran lunga la nazione europea con il deficit più alto (basti solo pensare che la Grecia era seconda con un -10,5%). A questo punto era necessario un cambio di marcia per permettere al Paese di sopravvivere. Il governo decise di muoversi in tre direzioni: Energie rinnovabili, nazionalizzazione delle banche e una politica fiscale vantaggiosa per le aziende straniere.

 

Energie rinnovabili

 

La Carbon Tax, ovvero la tassa contro chi inquina l’ambiente attraverso la produzione di diossido di carbonio, l’uso di combustibili fossili e la raccolta non differenziata, rappresenta la ricetta più efficace per ribaltare le sorti dell’economia irlandese. In soli 4 anni ha permesso al governo irlandese di raccogliere circa 1 miliardo di euro. Inoltre ha spinto i cittadini e le aziende ad una svolta ecologica, con un risparmio energetico incredibile e un tasso d’inquinamento che attualmente si attesta tra i più bassi d’Europa. Il mercato dell’auto (da molti anni in deficit continuo in tutta  Europa) ha subito un balzo in avanti, grazie alle immatricolazione di auto ecologiche. Queste politiche hanno fatto diventare l’Irlanda la nazione più verde d’Europa.

 

Nazionalizzazione delle banche

 

La crisi irlandese nasce soprattutto dalle banche. Ed è per questo che era necessario partire da esse per evitare il rischio default. La ricapitalizzazione delle banche (avvenuta grazie agli aiuti dell’Unione Europea) ha sbloccato la situazione economica, permettendo ai due istituti irlandesi (Allied Irish Banks e Bank of  Ireland) di tornare a garantire credito.

 

Politica fiscale

 

Nonostante la crisi e le continue insistenze dell’U.E. l’Irlanda ha continuato a mantenere la pressione fiscale bassa. Questo dato risulta essenziale ai fini economici soprattutto quando si parla di investimenti esteri. La tassazione al 12,5% ha favorito l’arrivo di aziende straniere del calibro di Google, Intel, Facebook e molte altre. L’inserimento di queste realtà fiorenti nell’economia irlandese ha creato un numero importante di posti di lavoro, abbassando il tasso di disoccupazione. Inoltre le aziende sopracitate rappresentano una garanzia anche per gli investimenti futuri e per la ricerca.

 

Queste politiche hanno portato ad un abbassamento pari al 30% del rapporto deficit-PIL in soli 2 anni. L’esempio irlandese potrebbe significare uno spunto importante per rilanciare l’economia del nostro paese. L’Italia attualmente non rientra in nessuna delle politiche attuate dall’Irlanda e pertanto ha bisogno di un governo che sia in grado di mettere in pratica questi programmi. Ad oggi esiste una coalizione capace di colmare questo gap? 

   

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Articolo pubblicato il 05/01/2013