Un piano credibile per salvare il Csi

Motta (Pdl): " Deve essere discusso in Commissione regionale prima della fine dell'anno”

“Il piano industriale per il Csi  e la sua successiva attuazione, in fase di definizione come richiesto da Comune di Torino, Provincia e Regione nell’assemblea dello scorso 7 novembre, affiancando tre esperti (Ferranti per Regione, Cucuruto per Comune ed Enti, Asprea per la Provincia),  e partendo da un documento dell'advisor (KPMG) scelto dall'attuale CdA, deve tenere conto delle puntuali osservazioni dei saggi e deve essere discusso in Commissione regionale, prima della fine dell'anno”.

 

Massimiliano Motta sintetizza così la strada per salvare il CSI Piemonte dall’impasse che sta facendo affondare il Consorzio per il Sistema Informativo Piemontese.

 

“Tra I'altro l'attuale presidente tecnico – spiega Motta – non è riuscito a definire e farsi sottoscrivere un piano di rientro per i pagamenti dei crediti degli Enti (144 milioni di euro). In questo modo si consentirebbe al Csi di superare il periodo di 'trasformazione' garantendo stipendi e pagando almeno in parte i fornitori in sofferenza economica. Infine per questa fase, secondo la relazione del CdA CSI-Piemonte e il progetto di valorizzazione degli asset consortili, le fasi proposte dall'assemblea del 21 dicembre in poi, deve essere condotta dal nuovo CdA. Noi in Consiglio possiamo votarlo domani, con un piccolo ampliamento straordinario dei poteri del presidente, di concerto con il CdA, per questa fase straordinaria. Per questo il sottoscritto, insieme ai capigruppo del Pdl Pedrale, il di Progett'Azione, del gruppo misto e dei Pensionati, abbiamo presentato un emendamento in tale direzione. Non buttatiamo via dei mesi di lavoro”.

 

“Nella governance del CSI – prosegue Motta – pesano alcuni doppi ruoli: è il caso di Moriondo, presidente del CSI e Direttore regionale all'innovazione. Una figura che nel recente passato si è da un lato taglia le risorse (27 ottobre) e dall’altro ha dichiarato la crisi per mancanza di commesse. Singolare anche la condotta del direttore De Capitani, che fino a poche settimane fa assumeva personale (l'ultima il 6 dicembre), salvo poi chiedere la cassa integrazione e licenziare/degradare dirigenti "ostili" o presunti tali. Situazioni incomprensibili, che generano confusione e danno l’idea di come venga gestito il Consorzio oggi”.

 

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Articolo pubblicato il 22/12/2012