Nelle camere della tortura dei Fratelli Musulmani

Manifestanti costretti con la violenza a confessioni forzate

Fonte: Giornalettismo.com

Da vittime del passato regime a carnefici durante l’era Morsi. Non si fermano le violenze e le torture dei Fratelli Musulmani contro gli oppositori e i manifestanti anti-governativi, che denunciano nuovi casi di abusi da parte degli islamisti, come svela l’Egypt Independent. Mentre lo scorso mercoledì migliaia di sostenitori del presidente egiziano davano la caccia agli avversari politici che protestavano sotto il palazzo presidenziale, uccidendone cinque, il sangue scorreva anche in alcune camere segrete. Questo perché, secondo il quotidiano egiziano Al-Masry Al-Youm  (vicino all’opposizione), i manifestanti arrestati sono stati inviati in alcune “camere di tortura”, di fronte al palazzo.

INFILTRATO - Mentre il paese è al voto per il discusso progetto costituzionale – i risultati sulla prima tornata di voti darebbero i “si” vicini al 56% – i fantasmi del regime di Mubarak non sembrano quindi essere stati dimenticati. E questa volta sono i sostenitori di Morsi a macchiarsi di violenze e torture. In base a quanto riportato da “Le Figaro “, le camere erano transennate da barriere di ferro e sorvegliate dalle forze di sicurezza, che non consentivano l’accesso ai giornalisti. Soltanto il reporter Mohammed el-Garhi, fingendosi del del canale satellitare Misr 25 (vicino agli islamisti) è riuscito alla fine ad infiltrarsi. E a testimoniare le violenze, in una camera dove erano presenti gli ufficiali di polizia in uniforme, insieme ad agenti in borghese della stazione di polizia Nozha e a quindici membri islamisti.

LE TORTURE – I manifestanti sono stati portati nelle camere dopo essere stato detenuti da alcuni membri della Fratellanza, che li avevano picchiati e stracciato i loro vestiti. I rapitori avrebbero preso la carta d’identità delle persone detenute, i loro telefoni cellulari e il denaro, prima di iniziare con particolari “indagini”. Con metodi  brutali e torture, avrebbero cercato di costringere i fermati a dichiararsi “delinquenti”. O far loro confessare di aver ottenuto soldi per scendere in piazza a protestare contro Morsi. “Gli ‘inquirenti’ hanno picchiato i detenuti e continuavano a chiedere loro se appartenessero al Constitution Party di Mohamed El Baradei o al disciolto Partito nazionale democratico di Hosni Mubarak”, ha rivelato il reporter infiltrato.

CONFESSIONI FORZATE - Se i detenuti negavano, i torturatori  intensificavano le loro violenze e gli abusi verbali. Il giornalista ha poi spiegato come i Fratelli Musulmani abbiano documentato gli interrogatori con una fotocamera del cellulare e contattare il canale satellitate Misr 25 per spiegare come i detenuti fossero teppisti. Alcuni membri della Fratellanza hanno addirittura affermato di aver trovato alcuni armi dei detenuti e di averle consegnate agli agenti di polizia. El Garhi ha sentito urlare detenuti all’interno della camera. Un uomo sanguinante avrebbe gridato:” Io sono una persona istruita. Ho una macchina. Ti sembro un delinquente?”. Un altro detenuto picchiato duramente è stato accusato di essere vicino all’ex presidente del Parlamento Fathi Sorour. Tanti altri non sono stati in grado di rispondere alle domande, a causa delle violenze subite. Molto sangue, ma nessuna assistenza medica: dopo “gli interrogatori”, ha spiegato il reporter, sarebbe stato offerto ai detenuti soltanto dell’acqua da bere. Non si tratta di casi isolati: già alcuni giorni fa atti simili di repressione erano stati denunciati dagli oppositori, così come aveva spiegato il New York Times .

 

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Articolo pubblicato il 17/12/2012