A Palazzo Lascaris “Il traffico degli invisibili – migrazioni illegali lungo le rotte balcaniche”
La copertina

A causa della sua importante posizione geografica, l’Italia rappresenta uno tra i confini più facilmente attraversabili per i flussi di immigrati clandestini e trafficati.

 

L’antropologa Desirée Pangerc decide alcuni anni fa di ripercorrere all’incontrario una delle rotte principali di questo mercato illegale, quella che passa attraverso il cuore dei Balcani e approda in Italia tramite la porta verso Oriente, il Friuli Venezia Giulia.

 

Il racconto del suo viaggio, “Il traffico degli invisibili - migrazioni illegali lungo le rotte balcaniche” è stato presentato lunedì 10 dicembre a Palazzo Lascaris per il ciclo Filo Diretto.

 

“Per l'ultimo appuntamento di quest'anno abbiamo voluto presentare un libro che parla di vicende spesso sconosciute alla pubblica opinione. La tratta di esseri umani è un fenomeno composito e questo libro può essere una bussola per comprenderlo meglio”

 

ha sottolineato il vicepresidente del Consiglio Roberto Placido, delegato al Comitato, durante i saluti.

 

Il viaggio conduce l’autrice attraverso Slovenia, Croazia fino a portarla in Bosnia Erzegovina. Qui la ricercatrice si ferma due anni, sia per condurre il proprio fieldwork che per prestare servizio presso l’Ambasciata Italiana di Sarajevo in qualità di Programme Officer.

 

La Bosnia Erzegovina viene difatti scelta perché si configura come caso-studio estremamente complesso, con fattispecie criminali davvero singolari.

 

"Quando mi sono trovata a contatto con la realtà in Bosnia – ha spiegato l'autrice -  tutti i miei schemi sono stati smentiti. Le mafie non rischiavano più il passaggio dei confini in entrata e in uscita, ma avevano attivato un mercato interno di tratta delle persone, spesso con il coinvolgimento della popolazione. La legislazione non riusciva a contrastare questo fenomeno".

 

“Il traffico degli invisibili” affronta i fenomeni del commercio di esseri umani e del contrabbando di clandestini e lo fa mediante un approccio multidisciplinare che spazia dall’antropologia alle teorie sociologiche, psicologiche e giuridiche connesse alla tematica affrontata.

 

Alla presentazione sono intervenuti Paolo Borgna, magistrato e coordinatore del gruppo di lavoro “sicurezza urbana” della Procura di Torino, e Vittoria Luda di Cortemiglia, coordinatrice unità crimini emergenti di Unicri.

 

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Desirée Pangerc nasce nel 1980 a Trieste. Si laurea nel 2004 in Scienze Internazionali e Diplomatiche presso il Polo Universitario Goriziano; l’anno successivo inizia a collaborare con la Cattedra di Antropologia della Facoltà di Scienze Politiche dell'Università degli Studi di Trieste. Si specializza in antropologia applicata, dello sviluppo e della corporeità, conseguendo nel 2010 il titolo di dottoressa di ricerca in Antropologia ed Epistemologia della Complessità presso l’Università degli Studi di Bergamo. Nel 2012 viene eletta fellow del Royal Anthropological Institute of Great Britain and Ireland (UK).

 

 

 

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Articolo pubblicato il 13/12/2012