La scrittura breve

Nella società odierna si scrive molto purché si sia sempre più concisi

L'avvento di internet prima e più specificatamente dei social network più recentemente, hanno consolidato la voglia e la necessità di scrivere e di leggere, aprendo nuovi orizzonti anche a chi normalmente non era abituato a esprimere le proprie opinioni.

Oggi non solo più gli addetti al lavoro, dai giornalisti di professione agli scrittori sino agli intellettuali, sono coloro che eravamo abituati a ritenere deputati a scrivere libri, redarre articoli di giornale, intervenire in dibattiti.

Ora la schiera di scrittori della rete si è allargata a tutti e così chiunque può essere blogger, twitterer, web journalist e diffondere le proprie opinioni su siti, giornali on line, blog, social network.

Tutto ciò, intendiamoci, è certamente un fatto di per sé positivo, dal momento che in questa nostra società 2.0, per usare la terminologia contemporanea, chiunque può vantare il diritto di offrite la propria opinione, il suo punto di vista, senza dover obbligatoriamente appartenere alla schiera di scrittori o giornalisti ufficiali, ma con rapidità e gratuità inoltrando il proprio pensiero attraverso la rete, proprio come il sottoscritto.

Ciò che, tuttavia, è da rimarcare, è il fatto che la circolazione del pensiero nel mondo dei nuovi social media sia spesso e volentieri all'insegna del breve, dell'eccessivamente conciso.

Proviamo per un attimo a pensare ai centossessanta caratteri di un sms, ai centoquaranta caratteri di un twitter e alla filosofia oramai comprovata di un articolo web in cui se quanto viene scritto è troppo lungo si corre il rischio che il lettore clicchi altrove.

E' evidente che la sintesi è l'altra faccia della medaglia del web-pensiero, dove uno degli ultimi nati tra i social media, ossia twitter, proprio per com'è stato concepito, ci impone la brevità.

Di recente mi è addirittura capitato di leggere un articolo in cui si parlava di curriculum vitae scritti su tweet e allora è evidente che in una società in cui attraverso il web la scrittura viene a proporsi prepotentemente, ma con la sua brevità, imposta dai nuovi media, la nostra capacità di approfondimento e di concentrazione rischiano di scomparire.

Quando si legge un qualsiasi articolo sul web è facile essere tentati di terminarlo il più infretta possibile per l'insaziabile desiderio di leggerne un altro e poi un altro ancora, mentre un tempo era normale leggere libri lunghissimi o articoli di giornale di tre o quattro colonne.

Sarà bene che anche il sottoscritto si fermi qui per non rischiare di annoiare il lettore dopo queste lunghissime ventitrè righe.



Marco Pinzuti


Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 10/12/2012