Parco del Valentino: ci manca la ruota panoramica?
Ruota panoramica

È questo l’interrogativo che appassiona e divide la nostra città

Per cercare una risposta partiamo dalla storia delle Ruote nel mondo.

 

La prima Ruota Panoramica nasce a Chicago nel 1893 e fu costruita in occasione della Colombian Exposition.

Questa invenzione esplode nelle principali capitali europee, Vienna, Parigi, Londra sono le prime città che decidono di offrire di loro un panorama unico. Seguono Goteborg in Svezia, Copenhagen in Danimarca, Siviglia in Spagna, Belfast in Irlanda e poi Pern e Gold Coast in Australia, Windsor in Canada, Cape Town in Sud Africa.

 

Torino è stata la prima capitale italiana, è una città ricca di storia testimoniata da piazze, palazzi, castelli, musei ma anche ricca di parchi, montagne, colline e di un fiume importante che l’attraversa; forse per questo merita di essere ammirata anche da un altro punto di vista?

 

Ecco quindi la presentazione di un progetto di installazione di una Ruota Panoramica con queste caratteristiche:

60 metri di altezza

42 cabine

8 persone per ogni cabina che saranno complete di aria condizionata, riscaldamento, illuminazione, musica e radio.

 

Per un investimento di circa 9.000.000,000 interamente a carico del settore privato.

 

Progetto che non ha mancato di suscitare molte polemiche. Prima fra tutte quella della sua ubicazione all’interno, appunto, del Parco del Valentino. Il Valentino è certamente il più famoso ed antico parco pubblico della città, simbolo di Torino al pari della Mole Antonelliana e al pari di altre zone soffre di numerose disfunzioni molto ben segnalate dall’associazione “Pro Natura”.

 

Rifiuti di ogni genere sparsi e non raccolti, atti di vandalismo soprattutto nella zona nord prossima alla “Movida” incremento dell’usura di quest’area sempre più soggetta a iniziative commerciali, promozionali e sportive a scapito della tutela del verde, della sicurezza e della tranquillità che ogni parco deve poter offrire.

 

Regolamenti e divieti troppo spesso sottoposti a deroghe e concessioni che li vanificano come:

accesso alle auto, orari dei locali, inquinamento acustico, permessi rilasciati ad attività presentate come importanti momenti di socializzazione e aggregazione giovanile che di fatto “privatizzano”, previo pagamento, ampie aree del parco, tanto da far dire alla signora Giuseppina V.:

 

”Mi piace passeggiare al Valentino, ma per quanto potrò ancora farlo?”.

 

Queste e altre preoccupazioni sono da tenere ben presenti perché non si arrivi a dar ragione al signor Antonio M. che esprime così il suo dubbio sulla Ruota Panoramica:

 

“Abbiamo paura di cadere dalla padella nella brace cioè che questo nostro amato parco si trasformi in un lussuoso ed esclusivo Luna Park”.

 

Tuttora, pur con tutte le dovute cautele nel preservare il verde, la sicurezza, la tranquillità e la piena fruibilità pubblica del parco, principi inviolabili, non ci sembra che tali dubbi debbano fomentare una paura irrazionale contro il così detto:

 

”Grosso impatto ambientale, paesaggistico e viabilistico costituito dalla Ruota Panoramica che anzi, se ben gestita, potrebbe essere un fattore di valorizzazione".

 

Analizziamo, innanzi tutto, il luogo dove potrebbe sorgere.

 

L’area giudicata idonea è quella di corso Massimo all’altezza dell’intersezione con via Valperga Caluso. Essa, quindi, non sorgerebbe nel pieno del parco storico, non essendo collocata in prossimità del Po ma all’altezza di corso Massimo d’Azeglio, la base risulta nascosta dalla vegetazione rendendo visibile la Ruota solo per metà.

 

La colorazione bianco panna e la struttura esile non incide visibilmente sul paesaggio torinese quanto, invece incideranno i nuovi grattacieli della Regione Piemonte e di Banca San Paolo. Anzi le immagini della Ruote ospitate nelle citate capitali europee sembrano dare valore al panorama.

 

Per quanto concerne l’impatto sulla viabilità si fa notare che tali strutture, essendo aperte in diverse ore della giornata, fa si che vi sia una naturale diluizione delle frequenze. Tali frequenze poi avranno dei picchi soprattutto nelle giornate festive ed estive quando scuole ed università vicine risulteranno chiuse.

 

L’inquinamento acustico è contenuto al di sotto dei valori già presenti normalmente nella zona e provocati dal traffico di corso Massimo d’Azeglio. E anche l’illuminazione della struttura, realizzata con luci a led, terminando alle ore 24, ha un basso impatto di inquinamento luminoso.

 

Non dobbiamo poi sottovalutare, in questo momento di crisi occupazionale, l’utilità di questa Ruota Panoramica in quanto attrazione turistica e fonte di nuovi posti di lavoro.

 

E infine la presenza turisti e magari dei bambini delle scuole pronti a trarne spunto come momento educativo e di gioco, potrebbe anzi valorizzare la zona tenendo lontano spaccio e delinquenza.

 

Auspichiamo quindi una forte presa di coscienza da parte delle Associazioni dei residenti e dei cittadini tutti perché, nel rispetto della natura, non escludano a priori questo progetto che può far riscoprire il nostro storico Parco del Valentino anche da nuove e inedite prospettive.

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 23/11/2012