Leggono il Tg e si dimettono in diretta

E' accaduto alla WVII, un canale del Maine affiliato alla Abc

Fonte: RaiNews24

Non capita molto spesso di vedere due cronisti dimettersi in diretta tv dopo aver le letto il telegiornale in segno di protesta contro il cattivo giornalismo preteso dai loro capi. Ma è proprio quello che è accaduto alla WVII, un canale del Maine affiliato alla Abc, una delle grandi reti tv americane. Cindy Michaels, 46 anni e Tony Consiglio, 28, in chiusura di tg, hanno brevemente comunicato ai loro telespettatori che per loro era finita lì.

 "Alcuni sviluppi recenti hanno attirato la nostra attenzione e lasciare assieme la rete è la migliore scelta che potessimo prendere". Quindi dopo aver ringraziato i colleghi e il pubblico, sui titoli di coda si sono lasciati andare a un abbraccio.

In diretta non hanno fornito alcun dettaglio preciso sulle reali ragioni del loro gesto. Ma lontano dalle telecamere, alla stampa locale, hanno spiegato che ormai da tempo i vertici della tv chiedevano loro "un cattivo giornalino, partigiano e non di qualità...".

Da qui la scelta di tenere dritta la schiena e abbandonare il posto di lavoro. "Ormai siamo arrivati al culmine - spiega uno di loro - visto che da tempo ci sono state decisioni da parte dei capi che vanno contro la nostra idea di giornalismo etico e corretto. Credo che ci siano momenti in cui se non puoi più essere in grado di fare bene il tuo lavoro è meglio mollare".

Non è chiaro cosa abbia fatto precipitare le cose, tuttavia sempre secondo i media del Maine, pare che su di loro siano arrivate alcune pressioni sul notiziario politico che avrebbero squilibrato il giornale. Ma la loro decisione era nell'aria da tempo. Lo stesso vice-presidente della tv, Mike Palmer, ha definito questa loro mossa "spiacevole ma non sorprendente". Quindi ha difeso la correttezza del management, osservando che la rete non risentirà dell'addio di questi suoi due cronisti: "Abbiamo tanti giornalisti bravi in grado di fare benissimo il loro lavoro. Quanto alle critiche su presunte pressioni, posso assicurare che sono infondate".

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Articolo pubblicato il 22/11/2012