Infortuni sul lavoro: nel 2012 aumentano i casi mortali in Piemonte
Palazzo Civico

Il fenomeno degli infortuni non mortali in Piemonte è invece in calo

Sono state 63 le vittime sul lavoro in Piemonte nell’anno 2011 (nel 2010 erano 75), mentre nel 2012 i casi di infortunio mortale sono già 74 (dato non ancora consolidato). 

 

 A denunciare l’aumento è stato il direttore regionale Inail Piemonte Antonio Traficante, intervenuto oggi a Palazzo Civico, in Commissione Lavoro, presieduta da Domenico Mangone.

 

“I dati sul 2012, – ha dichiarato il presidente Mangone – seppur parziali, sono allarmanti. A fronte della diminuzione del lavoro i morti sul lavoro superano invece già quelli del 2011. La politica deve porre grande attenzione al fine di evitare che queste tragedie continuino a ripetersi, e anzi aumentino”.

 

Il fenomeno degli infortuni non mortali in Piemonte è invece in calo: nel 2011 sono stati 55.660 (nel 2010 erano 60.014).

 

“La strada intrapresa per contenere il fenomeno – ha spiegato il direttore Traficante – è quella giusta, ma resta ancora tanto da fare, soprattutto per quanto riguarda gli infortuni mortali”.

 

In questo senso, l’Inail – come ha detto il direttore regionale – sta “cambiando pelle”, non limitandosi più al solo ruolo assicurativo, ma facendo opera di prevenzione, ricerca, tutela, re-inserimento sociale e lavorativo e divulgazione di buone pratiche per la salute e sicurezza sul lavoro, nell’ottica di una “tutela globale”.

 

Ad esempio, negli anni 2010 e 2011 l’Inail ha stanziato 270 milioni di euro a fondo perduto (di cui 17 milioni in Piemonte) alle imprese per la prevenzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali (acquisto di macchinari e attrezzature e adozione di modelli organizzativi e gestionali).

 

Nel corso della Commissione Lavoro, su richiesta della consigliera Federica Scanderebech, è stato anche audito il presidente dell’Anmil Torino, Livio Pellegrino.

 

“L’Anmil – ha detto Pellegrino – si occupa da anni di assistere chi subisce un infortunio sul lavoro, ma è necessario aumentare gli sforzi per favorire il re-inserimento lavorativo e l’accesso alle graduatorie per l’assegnazione delle case popolari”.

       

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 18/11/2012