Crisi auto - Abbassare le tasse e chiudere i rubinetti degli aiuti di stato
La facciata dello stabilimento Fiat Mirafiori di Torino

Lo sollecita il Consigliere regionale Pdl Massimiliano Motta

“La crisi del comparto auto è sotto gli occhi di tutti, bisogna correre ai ripari senza ricorrere ai soliti mezzucci dei contributi per la rottamazione, ma impostando invece una politica di sgravi fiscali per chi investe in Piemonte. Lo Stato ha chiuso occhi e rubinetti, la Regione è in prima linea”.

 

Così Massimiliano Motta (Pdl) a margine della seduta antimeridiana di oggi del Consiglio Regionale del Piemonte, dedicata interamente alla crisi del comparto auto piemontese.

 

“Non si può pensare – spiega Motta – di sfuggire all’andamento del mercato, la crisi c’è, dobbiamo trovare modi per contrastarla. L’atteggiamento ambiguo di Fiat e le difficoltà economiche degli enti pubblici mettono sul piatto la necessità di trovare nuove ricette per vecchi problemi. D’ora in avanti non possiamo pensare a contributi statali distribuiti più o meno a pioggia, ma dobbiamo incentivare la produzione sul territorio nazionale. Gli strumenti idonei a questo scopo risiedono comunque all’interno della finanza pubblica, ma sono diversi dalle semplici elargizioni di denaro”.

 

“Per la capacità di attrarre imprenditori – dichiara l’esponente del Pdl – siamo all’87° posto al mondo, appena sopra l’Egitto e ben lontani dai primi (Austria e Svizzera), gli imprenditori che investono da noi si scontrano quotidianamente con l’alto costo del credito, l’insostenibilità del fisco, il costo dell’energia (carburante, luce, gas) e la qualità delle infrastrutture. Sono questi i capitoli sui quali investire risorse pubbliche, se ridimensioniamo questi aspetti negativi ci sarà maggior volontà di investimento nel Paese”.

 

“In questo – conclude Motta – la Regione deve fare da battistrada, suggerendo al Governo nazionale la cura necessaria per garantire la crescita e la permanenza di grandi gruppi nella nostra penisola. Il Piemonte ed i suoi amministratori sono in prima linea. Smettiamo di parlare di crisi ed iniziamo ad affrontarla”.

 

 

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Articolo pubblicato il 30/09/2012