"Iniziative concordate con l’associazione dell’Unione Industriale di Torino"

Lo ha riferito il governatore del Piemonte Roberto Cota

Tutte le iniziative che il governo regionale piemontese ha assunto per quanto riguarda la parte legata al mondo produttivo sono state iniziative concordate con l’associazione dell’Unione Industriale di Torino, ha riferito il governatore del Piemonte Roberto Cota, alla presentazione ufficiale del neoeletto presidente Licia Mattioli.

 

Questo non perché si debba acquisire il consenso a tutti i costi ma perché evidentemente se si vuole fare qualcosa per il mondo produttivo la cosa che si deve fare prima di tutte è quella di ascoltare  le sue esigenze. Questo è il momento delle analisi, dell’individuazione dei problemi e la questione è complicata e molto difficile da un lato ma anche relativamente semplice nella sua difficoltà, secondo Cota.

 

La vede relativamente semplice perché è intimamente convinto di una cosa e cioè che gli imprenditori sappiano fare più che bene il loro mestiere. Il problema che stiamo vivendo non è un problema di incapacità del mondo produttivo ma un problema di difficoltà per i troppi pesi che il mondo produttivo ha – sono le sue parole. La politica invece di aiutare il sistema delle imprese lo ha sistematicamente tartassato, danneggiato e a volte anche criminalizzato.

 

Allora prima di parlare delle iniziative specifiche parliamo invece di una questione molto generale e cioè del primo problema che le nostre aziende hanno che il nostro sistema produttivo ha, che è quello della pressione fiscale. Motivo per cui si possono fare tutte le iniziative possibili del mondo a livello di Comune, a livello di Provincia, anche a livello di Regione, si possono fare delle cose bellissime ma serviranno per un numero limitato di persone. Se la pressione fiscale sulle aziende e sul lavoro si mantiene a questi livelli non c’è storia.

 

Questo è quello che si vede tutti i giorni andando sul territorio. Sì certo qualcuno ce la fa perché riesce a produrre qualcosa che non dipende sostanzialmente dal costo del lavoro. Ma in generale la situazione è questa. Si deve cominciare a parlare di questo, cioè della pressione fiscale che è troppo alta e che poi non ottiene neanche il risultato di avere un gettito fiscale adeguato perché se un azienda chiude le tasse non le paga più, perché se le persone alla fine del mese non prendono lo stipendio non avranno neanche la possibilità di pagare le tasse! Bisogna cominciare da qui, poi si può passare agli altri punti, è perentorio Cota.

 

Poi è chiaro che vanno bene tutte le iniziative per indirizzare gli investimenti sulla ricerca e sull’innovazione. Si vince la sfida infatti quando riusciamo a differenziarci dagli altri. Quindi la internazionalizzazione visto che abbiamo in questo momento un problema di consumi dal punto di vista del nostro mercato interno. Segue il problema di accesso al credito sicuramente perché le nostre aziende ne hanno bisogno ed hanno difficoltà ad accedervi.

 

È chiaro per il governatore che ci sono anche questi problemi e la Regione Piemonte per quanto di sua competenza li sta affrontando con grande impegno. Si potrebbero elencare per esempio le misure varate come governo regionale a sostegno degli investimenti per la ricerca ed innovazione, come quelle per l’internazionalizzazione facendo funzionare il Ceip (Centro Estero Internazionalizzazione Piemonte) in modo nuovo perché ci sono tante aziende che si rivolgono ancora soltanto al mercato interno.

 

Per quanto riguarda l’accesso al credito si è riusciti a reperire 250 milioni di euro, messi a disposizione in modo diversificato per le aziende. Bisogna continuare in questa direzione, e non vi sono dubbi per Cota,  ma non bisogna dimenticare che il problema vero è quello della pressione fiscale. Se chi ha la competenza di farlo, la regione ha una competenza minima senza il federalismo, quasi nulla – ha ricordato - se si riuscirà a ridurre la pressione fiscale sulle aziende e sul lavoro certamente ci sarà una via d’uscita.

 

E  ci tiene a precisare che il suo non è assolutamente un discorso populista perché non si può promettere quello che non si può mantenere. Ma anche in un sistema di pesi e contrappesi – ha concluso Cota, ponendo una domanda amletica - ha più senso tassare la ricchezza, quindi poi il reddito oppure ha più senso impedire che si costruisca il reddito?  Ebbene, oggi siamo al punto che con un sistema così fatto si impedisce che ci sia il reddito. Sono tanti e tali i balzelli che alla fine uno non apre neanche la saracinesca.

 

 

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Articolo pubblicato il 27/09/2012