"Sul futuro dei territori della Provincia decidano i cittadini con il voto"
La Sede del Consiglio della Provincia di Torino

Lo afferma Franco Papotti, Vice Capogruppo Pdl nel Consiglio della Provincia di Torino

E’ di questi giorni il dibattito sul “riordino” delle Province e sulla creazione della futura città Metropolitana di Torino.

 

Sul tema interviene Franco PAPOTTI (vice-capogruppo PDL in Consiglio Provinciale).

 

Due sono sostanzialmente le necessità evidenziate da PAPOTTI: tenere conto delle reali specificità dei singoli territori e dare la parola ai Cittadini attraverso il voto.

 

Franco PAPOTTI in merito dichiara:

 

“Il quadro che va delineandosi all’orizzonte è a tinte fosche: se davvero il territorio della futura Città Metropolitana di Torino dovesse automaticamente coincidere con quello della attuale Provincia di Torino rischiamo di appiattire le esigenze dei nostri territori sulle esigenze del capoluogo torinese e, per di più, di perdere ogni rappresentanza elettiva all’interno del nuovo ente che risulterebbe essere composto di dodici membri eletti esclusivamente tra i sindaci degli attuali 315 Comuni”.

 

“Non vi è chi non veda infatti - prosegue PAPOTTI - che, facendo coincidere la città metrolitana con l’attuale provincia, molti vasti ed importanti territori tra i quali lo stesso il Canavese (inteso come area che va da Ciriè a Rivarolo, da Ivrea a Chivasso) diventerebbero niente più che “la periferia della periferia” della città di Torino, con buona pace delle aspettative di un territorio che, così facendo, diventerebbe sempre più marginale rispetto agli interessi della grande città capoluogo. In altri termini, è piuttosto intuitivo pensare che, una volta assorbiti dalla Città Metropolitana, i nostri territori finirebbero con il perdere molte opportunità in termini di investimenti, opere pubbliche e politiche di sviluppo”.

 

Franco PAPOTTI quindi aggiunge:

 

“Al di là dei molti dubbi di incostituzionalità in merito alla recente ipotesi di riordino delle province, è fondamentale che i Comuni possano pronunciarsi sul loro futuro e sul futuro del loro territorio. Ecco perché ritengo necessario il ricorso alla consultazione referendaria in cui coinvolgere le comunità locali interessate, ai sensi di quanto previsto dalla Carta Europea delle Autonomie Locali (sottoscritta nel 1985 e ratificata in Italia con la Legge 439/1989) che all’art. 5 espressamente prevede appunto che le collettività locali interessate da una modifica dei propri limiti territoriali debbano essere preliminarmente consultate. Segnalo che esiste un recente ordine del giorno presentato alla Camera dei Deputati (sottoscritto, tra gli altri, dall’On. Agostino GHIGLIA del PDL) che va esattamente nella direzione di impegnare il Governo a dare effettività a quanto previsto dall’art. 5 della citata legge 439/1989”.

 

Prosegue ancora PAPOTTI:

 

“Ma vi è di più: l’elezione di secondo livello dei componenti del futuro nuovo ente (dodici membri eletti esclusivamente tra i sindaci degli attuali 315 Comuni) non soltanto rischia concretamente di togliere rappresentatività ai Comuni Canavesani, che obbiettivamente si vedrebbero più deboli anche sotto tale profilo rispetto al capoluogo torinese ed ai comuni della prima cintura, ma, soprattutto, viola le più elementari regole della democrazia.”

 

Conclude quindi Franco PAPOTTI:

 

“Ritengo ineliminabile il ricorso al voto popolare: di qualunque Ente si tratterà in futuro, provincia o città metropolitana, è indubbio che deve essere introdotta l’elezione diretta dei suoi rappresentanti. Non vi è democrazia se non sono i Cittadini a votare i loro rappresentanti. Lo chiediamo già da tempo per l’elezione dei Parlamentari (Franco PAPOTTI ha infatti aderito alla campagna lanciata tra gli altri dall’On. Agostino GHIGLIA denominata “IO VOGLIO LE PREFERENZE” ed avente ad oggetto appunto l’elezione diretta dei membri del Parlamento): a maggior ragione così deve essere per l’elezione dei membri dei cosiddetti Enti Locali intermedi”.

 

 
 
 

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Articolo pubblicato il 15/09/2012