CSI Piemonte - Motta (Pdl): "Il Direttore non ha i soldi per gli stipendi"

Nel contempo aumento esponenziale degli investimenti esternalizzando i servizi

“La situazione economica del Consorzio per il Sistema Informativo Piemontese non è mai stata tanto oscura. Da un lato il direttore Stefano De Capitani lamenta la carenza di fondi per pagare gli stipendi ai dipendenti, dall’altra ha aumentato in maniera esponenziale gli investimenti, esternalizzando i servizi. E’ necessario fare chiarezza su questa gestione: pertanto presenterò, insieme ai miei colleghi, un’interrogazione al presidente Cota e agli assessori Giordano e Monferino”.

 

Così Massimiliano Motta, consigliere regionale del Pdl, dopo l’audizione in Prima Commissione Redigente dei firmatari di una petizione (che ha raccolto oltre 4.500 firme alle quali si sommano ulteriori  1.000 adesioni on-line) volta a conoscere il futuro del CSI Piemonte.

 

“Nello scorso mese di luglio – prosegue l’esponente del Pdl – De Capitani lamentava le difficoltà di pagare gli stipendi ai dipendenti. Ciò nonostante il 31 luglio il Consiglio di Amministrazione approvava l’indizione della gara d’appalto per l’acquisizione del SIRAC, il sistema unico contabile. Una spesa presunta di 15-20 milioni di euro che né l’assessore alla Sanità Paolo Monferino né l’assessore all’Innovazione Massimo Giordano hanno autorizzato e che, peraltro, non dispone di alcuna copertura finanziaria. L’incoerenza tra questi due comportamenti è tanto palese quanto grave. Non è neppure immaginabile che un amministratore serio indica gare per commesse così importanti mentre non riesce a pagare gli stipendi”.

 

“Nel 2009 – spiega Motta – il Consorzio investiva 3,4 milioni di euro, che si riducevano a 2,5 milioni nel 2010. Con l’arrivo di De Capitani i valori sono schizzati in alto: 15,3 milioni nel 2011 e 20,1 milioni nel 2012. Cifre 8 volte superiori a quelle degli anni precedenti, che denotano una pericolosa tendenza ad esternalizzare i servizi. In un momento di contrazione economica il direttore del CSI ha pensato bene di utilizzare i fondi a sua disposizione dando appalti alle ditte esterne, di fatto indebolendo l’autonomia e la crescita del know-how del CSI”.

 

“Viste le difficoltà del CSI nel fornire dati e documenti – conclude Motta – mi vedo costretto a procedere con interrogazioni e question-time da affrontare in Consiglio regionale, cosa sempre spiacevole per un consigliere di maggioranza. Fino ad oggi ho chiesto il semplice accesso agli atti, dovuto per legge agli amministratori. Ma per ottenere le carte ho dovuto continuare a fare pressanti sollecitazioni, altrimenti i documenti da me richiesti sarebbero rimasti nei cassetti della sede del Csi di Corso Unione Sovietica. Occorre vedere chiaro nella documentazione amministrativa del CSI per comprendere quali logiche abbiano guidato la gestione di questi ultimi anni, anche in funzione della riforma che il Consiglio regionale si appresta a varare: De Capitani scopra le sue carte e relazioni senza reticenze”.

 

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Articolo pubblicato il 07/09/2012