Legge elettorale: "Il ritorno alla preferenza per restituire la libertà di scelta"
Il seggio elettorale

Affermazione del Consigliere regionale Pdl Giampiero Leo

“Il ritorno alla preferenza è l’unico vero modo per restituire al cittadino la libertà di una scelta piena  e concreta”.

 

Con questa affermazione il consigliere regionale del Pdl Giampiero Leo, responsabile del settore cultura per il Coordinamento regionale del Popolo della Libertà, interviene nel dibattito sulla riforma del sistema elettorale, oggi al centro dell’agenda politica.

 

“Tutti gli altri sistemi – spiega Leo – dai più brutali (come il “Porcellum”) ai più arzigogolati (ad esempio i collegi uninominali in cui il candidato è comunque sempre e a priori deciso dal partito o dalla coalizione, fino alle mille varianti intermedie), rappresentano in realtà un esproprio della vera libertà di scelta”.

 

“Siamo consapevoli – precisa Leo – di tutti i problemi e i rischi che un sistema basato sulle preferenze comporta. Innanzitutto l’eventualità che taluni impieghino cifre sovente spropositate (che un politico onesto non potrà mai permettersi!) per acquisire voti tramite massicce operazioni propagandistiche o clientelari, fino all’adozione di varie strategie per l’utilizzo di pacchetti di voti non certo legati ai sentimenti più nobili della politica”.

 

“Riteniamo comunque – prosegue l’esponente del Pdl – che quello della preferenza sia il male minore, perché ogni altra soluzione consegnerebbe il diritto di ‘nomina’ degli eletti a ristrette oligarchie. Inoltre il ritorno alla preferenza comporterebbe, oltre a valori quali quelli di libertà e chiarezza, anche una funzione pedagogica e morale perché metterebbe il cittadino di fronte alla responsabilità di fare anche lui una scelta etica o meno. Infatti è troppo comodo, come tante volte accade nella società di oggi, sentire sparlare della mala politica e verificare che gli stessi moralisti hanno normalmente come referenti gli esponenti non della migliore, ma della peggiore politica”.

 

“Esprimiamo queste posizioni – conclude Leo – con il desiderio di batterci affinché possano affermarsi, nella consapevolezza che esse sono ampiamente condivise da alcuni dei settori migliori e più nobili della società, quali per esempio la gran parte dei movimenti di ispirazione cattolica operanti sia nel sociale sia nel mondo dei giovani, come nel settore educativo e prepolitico. Posizioni che hanno visto in Piemonte la piena condivisione da parte dei firmatari del ‘Manifesto di Torino’, movimento che sui temi del bene comune e della partecipazione dei cittadini della buona politica ha giù assunto numerose iniziative anche pubbliche”.

 

 

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Articolo pubblicato il 06/09/2012