"Parco del Valentino: ci mancava solo la Ruota Panoramica!"
Immagine del Parco del Valentino

Lo afferma Emilio Soave, Vicepresidente di Pro Natura Torino

Riceviamo e pubblichiamo :

 

Siamo quasi al termine di una lunga estate siccitosa, che ha messo a dura prova molti parchi cittadini, e in particolare il parco del Valentino. La parte Nord del parco, trasformata in buona parte in appendice della “movida” torinese tra i Murazzi e San Salvario, in quelle che erano vaste aree prative tra viale Virgilio, la sponda del Po (viale Cagni), la Fontana Luminosa, e viale Mattioli, si presenta come un insieme di spianate in terra battuta costellate di cicche, tappi di bottiglia, linguette di lattine, cannucce e altri rifiuti minuti, asportabili forse solo mediante aspirazione. L’usura è stata intensissima, e i recenti abbattimenti di alberi a causa degli eventi meteorici completano il panorama.

 

Gli sforzi encomiabili del Settore Verde Pubblico–Gestione, pur con risorse decrescenti, non sono in grado di porre rimedio allo stress a cui il parco è sottoposto, purtroppo esaltato anche dalla stampa cittadina: si veda “La Stampa” dello scorso 17 giugno: “Valentino, il parco che non dorme mai”.

 

A parte il fatto che anche gli umani hanno il diritto di dormire, dovremmo dire che anche i parchi dovrebbero avere il “diritto al riposo”, per potersi mantenere e rigenerare. Diversamente, come la Tela di Penelope, si distrugge di notte ciò che si è costruito di giorno. Si dice che il parco è “più sicuro”, ma a noi sembra soltanto che lo spaccio abbia assunto forme meno visibili.

 

Il parco del Valentino è forse il parco cittadino sottoposto a maggiore usura, scelto come sede privilegiata per iniziative commerciali, promozionali e sportive. Come parco storico dovrebbe avere una dignitosa tutela, e un’amministrazione saggia dovrebbe cercare di dosare e riequilibrare le varie manifestazioni tra i diversi parchi cittadini. Purtroppo, malgrado il Regolamento del Valentino, il Regolamento di Tutela del Verde, il Regolamento di Polizia Urbana, le norme del Piano Regolatore, e i vincoli paesaggistici, con una tutela virtuale non applicata della stessa Soprintendenza, la principale regola che si afferma è la “deroga”.

 

Deroghe ai divieti di accesso alle auto, e deroghe agli orari dei locali, e all’inquinamento acustico, in nome di concessioni rilasciate ad attività che vengono presentate come momenti importanti di “socializzazione e aggregazione giovanile” (consumazione obbligatoria in alcuni di questi: 15 Euro!). Si crea una spirale perversa per cui il Valentino diventa sempre più “appetibile” commercialmente, con problemi di gestione insostenibili per un parco storico che rischia di trasformarsi in Luna Park permanente, con accessi incontrollabili e vaste aree di sosta in superficie, mentre il parcheggio interrato del V Padiglione rimane pressoché vuoto, e chiuso ormai per molti mesi all’anno.

 

Si continuano a porre dissuasori per gli accessi alle auto, e si continuano ad aprire nuovi varchi abusivi. Le moto sono state escluse dal divieto di accesso, e le autorizzazioni al transito e alla sosta (pur necessarie quando vi sono manifestazioni sportive) proliferano a favore dei vari circoli e attività ricreative. Le sbarre che dovrebbero regolare gli accessi sono quasi sempre spalancate, e vi è poi una parola d’ordine che funziona come un “Apriti Sesamo” per abbassare il pilomat, ed è “Club di Scherma”.

 

Anche le aree di maggior pregio e delicatezza, come il Giardino Roccioso ed il Roseto, patiscono atti di vandalismo, e ospitano i picnic pressoché quotidiani dei pullman delle gite scolastiche, come se la città non avesse altre aree di sosta.

Progetti di vasto respiro, come il restauro del parco del Valentino, non sono decollati per mancanza di risorse, anche se si sono svolti validi interventi di manutenzione straordinaria. Tuttavia, in attesa di tempi migliori, basterebbe almeno imporre il rispetto delle regole vigenti, invece di incrementare l’usura di un’area già troppo satura e densa di attività sovente “improprie”.

 

Al contrario vediamo avanzare adesso proposte di grosso impatto ambientale, paesaggistico e viabilistico, come la Ruota Panoramica, che verrebbe a complicare ulteriormente una situazione critica, prossima al punto di non ritorno. Tutto ciò in nome della “valorizzazione” del Valentino (valorizzazione a favore di chi?).

 

Invitiamo a valutare con ogni cautela questa proposta, giacché essa sarebbe molto più ragionevolmente collocabile in altre aree meno critiche e con ampi spazi di parcheggio, come la spianata sterrata della Pellerina all’incrocio con corso Lecce, o l’area della Continassa ove è stata costosamente attrezzata l’Arena Rock, e invitiamo al contempo a ripensare seriamente la vocazione e il ruolo del Valentino nel contesto più ampio dei parchi cittadini.

 

 

 

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Articolo pubblicato il 02/09/2012