Intervista del Presidente Natalino Gori a Ida Magli, antropologa e saggista.
Ida Magli con Natalino Gori

Nel suo ultimo libro “Dopo l’Occidente” rivolge una forte invettiva contro la classe dei governanti europei

Natalino Gori, Presidente dell'Associazione Culturale Borgo Dora - I Residenti di Torino,  ha raggiunto la grande antropologa e scrittrice Ida Magli la quale ha profuso, comme d'habitude per dirla all'......europea (?!?), pillole di saggezza sull'attuale situazione politicoeconomica di quella che l'ostinazione di troppi continua a chiamare Europa. La proponiamo ai nostri lettori sicuri di sollecitare pensieri e riflessioni.
 
(A destra Ida Magli con Massimo Calleri in occasione di un precedente incontro)
 
 
 
1) Nel suo ultimo libro, “Dopo l’Occidente”, lei rivolge una forte invettiva contro la classe dei governanti europei degli ultimi anni, ma lancia anche un altrettanto forte grido di allarme sul futuro del Vecchio Continente nella speranza che qualcuno si scuota da questo stato preagonico e cominci finalmente a combattere, a chi è rivolto il suo appello?

R1) A dire il vero non lo so: è un appello disperato come quello di chi getta una bottiglia nel mare sperando che qualcuno la raccolga. Io ho già provato molte volte sia attraverso i miei scritti, articoli di quotidiani, libri, interviste, sia andando a parlare di persona con esponenti del mondo politico, ecclesiastico, industriale e delle comunicazioni di massa, a scuotere l’ inerzia che ci sta uccidendo. Ma tutto è stato inutile. Da coloro che possiedono un qualche potere non possiamo aspettarci nulla. Naturalmente il colpo di grazia agli Stati europei l’hanno dato i politici con la rinunzia alla propria sovranità. E sia ben chiaro che non ne avevano né il diritto né il potere. Avevano l’obbligo di sottoporre il problema ai cittadini almeno con un referendum.
Come è ormai evidente anche a chi aveva gli occhi completamente chiusi, il trattato di Maastricht, con l’adozione dell’euro, ha minato alle basi l’esistenza delle Nazioni provocandone il crollo, cosa che era l’esplicito scopo del trattato stesso. Io avevo messo in guardia sui suoi pericoli fin dal 1997 i politici di ogni partito, gli industriali, i giornalisti. L’avevo fatto perfino con l’allora Cardinal Ratzinger pregandolo di tenere lo Stato del Vaticano fuori dall’euro. I motivi erano evidenti. Prima di tutto mantenere visibilmente l’immagine di universalità della Chiesa tenendosi fuori da un’area di appartenenza, per giunta un’area fondata esclusivamente sul materialismo del mercato e della Borsa; poi il rischio di un possibile crollo dell’Ue e della sua moneta. Non ne parla mai nessuno ma anche lo Stato del Vaticano adoperando la moneta “euro” dipende dalla Banca centrale europea e naturalmente le vicende catastrofiche dell’euro hanno influito negativamente sulle finanze del Vaticano come su quelle degli altri Stati.

2) Nonostante le crescenti critiche da parte di molti governanti, non solo europei, rivolte alla Germania in materia di austerity, c’è chi considera la “Cancelliera” un’autentica patriota e Monti un primo ministro ambiguo, lei cosa ne pensa?


R.2) Questo giudizio, avvalorato dai giornali, dipende dal voler ingannare gli Italiani sul contenuto di Maastricht e sul fallimento psicologico e politico, oltre che economico, dei suoi scopi. Con Maastricht i governanti si sono impegnati ad abolire gli Stati nazionali costituendo l’Unione europea. E’ sufficiente pensare che è con Maastricht che è stata imposta la “cittadinanza europea”, la Bandiera e l’Inno europeo, tutti segni di quel nuovo “Stato” che avrebbe dovuto inglobare, cancellandone l’identità, i singoli Stati d’Europa. I governanti hanno con ciò messo in atto un potere dittatoriale, quindi illegittimo, prevaricatore delle democrazie di cui erano i rappresentanti, imponendo ai popoli una nuova “patria” esistente soltanto a tavolino. Per questo è fallita anche la moneta: perché l’euro è la moneta di uno Stato che non esiste. La Merkel perciò è stretta fra due menzogne: da una parte le regole di un’Europa che non esiste, firmata soltanto dai governanti e dall’altra la salvaguardia agli occhi del popolo tedesco della loro nazione. Questa, infatti, è la verità: neanche ai Tedeschi è stato detto che dovevano rinunciare al loro Stato; non è stato detto a nessuno dei popoli riuniti nell’ Ue. L’Unione europea è un macroscopico “colpo di Stato”, compiuto contemporaneamente da tutti i governanti.

3) La BCE è realmente sotto scacco da parte del governo tedesco o, al contrario, Draghi ed i suoi colleghi banchieri stanno abilmente pilotando, anche attraverso dichiarazioni a “borse aperte”, le varie vicissitudini della finanza europea, borse incluse ovviamente?

R.3) Come ho già detto, tutti i responsabili della finzione europea camminano sul filo di un menzogna, ma i soldi sono soldi: Draghi è uno dei proprietari del patrimonio della Bce e, come tutti gli altri azionisti, visto che la Bce non è affatto la Banca centrale europea ma una banca privata che non appartiene a nessuno Stato, si preoccupa prima di tutto di non far perdere soldi alla sua Banca. Naturalmente non può neanche permettersi di far affondare tutta la costruzione perché andrebbe a fondo anche l’istituzione che porta il nome di Banca centrale europea. Di qui il continuo tira e molla cui assistiamo ogni giorno. Insomma siamo nelle mani dei più “imbecilli” degli uomini. Fuori di sé per la fame di potere e di denaro che li divora, ma i più imbecilli nel senso tecnico del termine: privi di intelligenza. Soltanto se si è privi anche del minimo di capacità intellettuale si può presumere tanto dalla propria astuzia da ritenersi capaci di falsificare la storia di centinaia di milioni di persone, di popoli quali quelli che hanno creato la civiltà greca, romana, inglese, francese, tedesca, costruendo sulla loro testa istituzioni di carta, testimoniate soltanto dalla loro firma.

4) "L'Europa nelle mani dei banchieri: torniamo alla lira e riprendiamoci la sovranità", può chiarirci meglio questa sua affermazione?

R.4) E’ semplicissimo: nessuno Stato è realmente uno Stato sovrano se non batte moneta. La “sovranità” è data da questo: creare la propria moneta. Oggi chiamano debiti sovrani quelli per i quali ci stiamo suicidando, ma non è vero che sono “sovrani” perché i titoli emessi dagli Stati dell’area euro (compresa l’Italia ovviamente) non sono “sovrani” in quanto la moneta non appartiene a questi Stati. E’ il motivo principale per il quale questi titoli vengono aggrediti dalla speculazione: nessuno può fidarsi di chi mette all’asta dei beni che non sono di sua proprietà. Se vogliamo salvare il poco che è rimasto della nazione Italia, dobbiamo immediatamente ripristinare la sovranità monetaria, nazionalizzando la Banca d’Italia e ricominciando a battere la lira. L’ha proposto anche l’euro-deputato Magdi Cristiano Allam con il suo movimento “Io amo l’Italia”: io mi associo alla sua proposta.

5) Voci di corridoio parlano del ritorno di Berlusconi che imposterebbe la campagna elettorale sull'uscita dall'Euro. Convinzione o Convenienza?

R.5) Sinceramente non so nulla di ciò che pensa o che ha intenzione di fare Berlusconi, per cui non sono in grado di rispondere a questa domanda.

6) Ma cosa ha dato finora l'Europa all'Italia in cambio di ciò che ha preteso e ottenuto?

R.6) Vede, siamo al solito problema della “finzione”: l’Europa non esiste e dunque chi è che dovrebbe dare qualcosa all’Italia? I Commissari che fingono di governare con un Parlamento che non ha diritto di fare le leggi? I Capi dei singoli Stati non sono l’Europa e naturalmente fanno gli interessi del proprio Stato. Pensi che nel trattato di Maastricht è previsto che, se uno Stato non si attiene alle norme, la prima volta deve essere condannato a una multa in denaro, la seconda volta a un’altra multa in denaro e la terza volta cacciato dall’Unione. Erano talmente erano lontani dalla realtà i costruttori di Maastricht (per l’Italia Carli, Ciampi, Prodi) che si sono fondati soltanto sul denaro, mentre adesso si rendono conto che cacciare la Grecia, o la Spagna, o l’Italia significherebbe distruggere l’Unione e non lo fanno. Magari lo facessero e ci cacciassero via!
(Mi sia permesso un consiglio sottovoce al redattore di questo sito: perché non pubblicate il trattato di Maastricht così che finalmente i lettori sappiano quali balordaggini vi sono scritte?)

7) Oriana Fallaci si riconobbe nell’antislamismo, movimento culturale e ideologico di opposizione e critica all'islam nei suoi vari aspetti e, talvolta, nell'ambito delle sue realizzazioni politiche, lei quale posizione assume?

R.7) Oriana era una giornalista che aveva conosciuto da vicino il mondo musulmano in guerre e guerriglie oltre che con numerose interviste ai suoi Capi e si rendeva dunque ben conto dell’ incompatibilità dell’Islam con la civiltà occidentale. Purtroppo, però, Oriana non aveva capito che il progetto dell’unificazione europea aveva come suo primo scopo proprio l’internazionalizzazione delle culture e delle religioni e che, di conseguenza, l’unica battaglia possibile era quella contro l’unione europea. Le religioni non si possono combattere e non si ha neanche il diritto di combatterle: l’unico strumento che si può e si deve utilizzare è quello di impedirne la diffusione nel territorio di nostra proprietà, vietando l’immigrazione, informando i cittadini sui contenuti del Corano e spiegando soprattutto una cosa: una religione non è mai soltanto la fede in una determinata divinità, ma un insieme di costumi, di valori, di atteggiamenti mentali alimentati da quella specifica fede. Per questo non è trasferibile e non è integrabile in modelli culturali diversi: alla lunga finisce col prevalere e col modellare a se stessa la cultura che la ospita.

8) Non ritiene debole e comunque del tutto inefficace l’azione del Vaticano nei confronti degli integralisti islamici che massacrano i cristiani nel mondo?

R.8) Purtroppo non si tratta di una “azione”, debole o inefficace. Per quanto riguarda l’Europa il Vaticano partecipa attivamente al progetto di unificazione-omologazione e favorisce l’afflusso degli immigrati (come vediamo da molti anni in Italia) che sono in grande maggioranza di religione islamica. Di fatto, quindi, va contro il cristianesimo. I motivi di questo comportamento suicida non li conosco. Negli altri continenti il cristianesimo è poco protetto, a volte per questioni di carattere politico, ma soprattutto perché nessuno “si arrabbia” davvero o ha voglia di morire per difenderlo. Il tempo delle crociate è finito. In realtà è la religione cristiana in quanto religione dell’Occidente che è ormai priva di forza e sta esaurendo le sue ultime “cartucce”. Come ho già detto nessuna religione è soltanto una fede: è perché sta morendo in Occidente che il cristianesimo non può sopravvivere.

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Articolo pubblicato il 17/08/2012