Ferragosto: ai Mari e ai ... Monti per sognare

Poi il rientro, inteso come ritorno, privo di certezze

Formulare i migliori e propizi sentimenti per il prosieguo dell'anno è nostra consuetudine al di là delle momentanee situazioni di vita; e anche in questa occasione ci sentiamo, anzi desideriamo invitare tutti a non mollare, a dimostrare al mondo intero che l'Italia e gli Italiani sono simbolo di virtù e di volontà, di spirito di abnegazione attiva, quella tesa alla ricostruzione del tessuto sociale ed economico.

E proprio queste indubbie qualità che ci appartengono saranno la chiave di volta per ricominciare a sognare un'esistenza migliore, più terrena e più concreta di quella di cui in tanti anni ci eravamo dimenticati o meglio, scusate, o peggio ci avevano propinato i nostri Governi indistintamente dal colore politico portandoci a vivere in una dimensione che non ci appartiene.

Parte della colpa e delle responsabilità va certamente individuata nell'aver goduto di privilegi provenienti da lontano, quasi sudditi di un benessere omaggiato da chi ha poi deciso le nostre sorti.

Ebbene, ora è il momento di dimostrare al mondo intero che l'Italia non è più un pianeta che risplende di luce riflessa bensì una stella che brilla della sua lucentezza.

E poichè gli Italiani sono un serbatoio inestinguibile di virtuosi talenti, usiamo le doti innate per scaturire il nostro futuro, lungi da promesse e lusinghe che non portano da nessuna parte tranne che ad accrescere il benessere dei "soliti noti" buoni a vendere soltanto aria fritta e riciclaggi obsoleti.

Questa è la nostra esortazione che desideriamo esternare con piena coscienza al di là di un qualsiasi credo, politico o similare: risorgere con l'umiltà di ammettere i propri errori è la virtù dei forti e noi Italiani siamo e saremo, da oggi più che mai, forti nel superare ogni difficoltà credendo in noi stessi, in coloro che devono onorare una storia che nel bene e nel male ha lasciato tracce indelebili in quella del mondo intero.

                                                                                             Massimo Calleri

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Articolo pubblicato il 11/08/2012