CSI Piemonte: "La maggioranza si confronti sugli effetti della Spanding Review"

I Consiglieri regionali Montaruli e Motta esortano a proseguire con la riforma senza alcun congelamento

“Nessun congelamento della riforma del CSI, si vada avanti modificandone le peculiarità in funzione di quanto prescritto dalla Spending Review. La I Commissione redigente inizi l’analisi del testo di legge così come deciso a maggioranza dal Consiglio Regionale. Il polo dell’ICT pubblico è irrinunciabile. Invitiamo l’assessore Giordano a confrontarsi con la maggioranza prima di rilasciare dichiarazioni di questo impatto”.

 

Così la Vicecapogruppo del Pdl in Consiglio Regionale, Agusta Montaruli, ed il Consigliere Regionale Massimiliano Motta dopo le parole dell’Assessore allo Sviluppo economico riportate in data odierna da un noto quotidiano torinese.

 

“Ci sorprendono – spiegano Montaruli e Motta – le parole dell’Assessore Giordano che parla di congelare la riforma del CSI per vendere o chiudere la struttura. La Spending Review è un’occasione in più per accelerare i tempi e di dare nuovi stimoli di crescita ed espansione all’azienda. La Spending Review impone di chiudere le società in house che hanno il 90% delle commesse in arrivo dai soci. La riforma renderebbe il CSI dinamico e redditizio oltre che rispettoso della nuova legge nazionale”.

 

“Vendere o chiudere il CSI – spiegano Montaruli e Motta – sarebbe un errore: si perderebbero competenze, know-how e posti di lavoro. Quello che si è realizzato con il CSI è un polo di eccellenza nell’ICT a livello nazionale, un patrimonio da non svendere”.

 

“Troviamo giusto – concludono i Consiglieri del Pdl – concordare con Fassino e Saitta il futuro dell’ente, ma non si dimentichi che la riforma è partita da una precisa volontà della maggioranza regionale: Pdl, Progett’Azione, Lega, Pensionati, Verdi Verdi e Gruppo Misto. Non è difficile immaginare che il comune di Torino sarebbe d’accordo con la vendita del CSI: ha bisogno di monetizzare per compensare le scelleratezze economiche degli ultimi 10 anni. Non possiamo accettare di perdere un gioiello di famiglia come il CSI per riparare ai danni di Chiamparino. Fassino si rassegni a dover vendere le case occupate dagli squatter e rinunci a fare cassa sulla pelle dei lavoratori del CSI”.

 

 

 

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Articolo pubblicato il 12/07/2012