Fondi europei per la montagna e macroregione alpina: quale futuro e opportunità per il Piemonte
Palazzo Lascaris

Consiglio straordinario a Palazzo Lascaris


Il 28 giugno si è tenuto a Palazzo Lascaris - su richiesta dei gruppi di opposizione - un Consiglio regionale straordinario su “Fondi europei per la montagna e macroregione alpina: quale futuro e opportunità per il Piemonte”. La sessione si è chiusa con l’approvazione, all’unanimità dei presenti, di due documenti.

Il primo ordine del giorno, presentato dai gruppi di maggioranza ed emendato su richiesta dell’opposizione, impegna la Giunta regionale e il presidente della Regione a sostenere l’iniziativa per una strategia macroregionale europea per le Alpi in tutti gli ambiti in cui la Regione Piemonte è rappresentata, o è comunque presente, a cominciare dalla Conferenza delle Regioni convocata a San Gallo (Svizzera) il 29 giugno.

La seconda mozione, presentata dai gruppi di minoranza a cui sono state apportate modifiche richieste dalla maggioranza, impegna la Giunta regionale ad aprire un confronto con il Consiglio regionale, anche attraverso apposite sedute di Commissione, al fine di meglio definire gli obiettivi e le scelte su cui orientare la costituzione della macroregione alpina; ad aprire un confronto sul tema, mediante la realizzazione di apposite iniziative, con le amministrazioni locali, ogni giorno chiamate a confrontarsi con problemi e condizioni peculiari legate alle particolari condizioni ambientali e di contesto; ad orientare in modo convergente e sinergico tutte le politiche e gli interventi destinati ai territori montani e alle loro comunità, per evitare approcci scoordinati e frammentari che rischiano solo di disperdere e vanificare potenzialità e opportunità.

La discussione è stata aperta dall’illustrazione della richiesta di Consiglio straordinario da parte di Mino Taricco (Pd) e dalla relazione dell’assessore regionale alla Montagna, Roberto Ravello, il quale ha spiegato che sulle politiche per la montagna in Piemonte sono già stati investiti 1 miliardo e 400 mila euro, spalmati in opere pubbliche, agricoltura, ricettività turistica, scuola e fondi strutturali Interreg. Inoltre, Ravello ha rimarcato che l’attuale situazione di crisi ha certamente portato una diminuzione delle risorse statali, quindi anche regionali, per cui oggi c’è una minore percentuale di compartecipazione finanziaria ai progetti per la montagna.

È intervenuto anche il presidente della Regione, Roberto Cota, che ha ribadito l’importanza dell’incontro di venerdì 29 giugno a San Gallo, in Svizzera, dove verrà firmato il protocollo per la macroregione alpina che coinvolge il nord Italia e i paesi interessati all’intero arco alpino; ha annunciato che a settembre riferirà in Consiglio dell’iter di istituzione della macroregione.

Nel dibattito sono intervenuti consiglieri di quasi tutti i gruppi consiliari. Per l’opposizione hanno parlato Aldo Reschigna, Wilmer Ronzani e Taricco (Pd), Andrea Buquicchio e Tullio Ponso (Idv), Giovanni Negro (Udc); hanno spiegato che le macroregioni sono la soluzione più idonea affinché zone con problematiche simili possano fare sinergia, senza inutili istanze indipendentiste prestando altresì particolare attenzione anche a cosa verrà dopo le comunità montane appena cancellate.

Per la maggioranza hanno preso la parola Luca Pedrale (Pdl), Michele Marinello e Mario Carossa (Lega Nord) e Gian Luca Vignale (Progett’Azione) per difendere l’impostazione data dalla Giunta alle future politiche della montagna, affermando che le macroregioni non devono essere intese come un semplice contenitore per attrarre finanziamenti, ma uno strumento di politica nuova in grado di fornire i servizi e di andare oltre i centralismi statali per una nuova Europa dei cittadini, superando le varie contraddizioni politiche.






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Articolo pubblicato il 28/06/2012