"Infiltrazioni mafiose negli appalti? Il Comune si doti di una legge come quella presentata in Regione"

Lo dice Massimiliano Motta, Consigliere regionale Pdl

“Basta temporeggiare, occorre approvare rapidamente la legge regionale che allontana dagli appalti pubblici le aziende in odor di mafia. Basta concedere appalti a società vicine alla criminalità organizzata: in questo ambito la Regione deve essere un ente virtuoso, il Piemonte deve farsi trovare pronto e con tutte le carte in regola per l’avvio dei lavori delle grandi opere”.

 

Così Massimiliano Motta, consigliere regionale del Pdl, primo firmatario, con la vicepresidente del Gruppo Augusta Montaruli e altri colleghi del Pdl, della proposta di legge “Disposizioni a sostegno degli enti per l’attuazione degli strumenti ex Dlgs 231/2001 e successive modificazioni”, all’indomani della pubblicazione della prima bozza di relazione della Commissione Antimafia del Comune di Torino.

 

“Una relazione – precisa Motta – che traccia un quadro sconcertante e dal quale emerge in tutta evidenza la facilità con cui le mafie riescono sempre a infiltrarsi negli appalti pubblici”.

 

“Nell’agosto del 2010 – spiega Motta – ho presentato la proposta di legge che rende obbligatoria l’adozione di uno strumento di vigilanza interno per le aziende che volessero instaurare rapporti con la pubblica amministrazione piemontese. Il testo indica a queste società la strada da seguire per evitare di commettere reati nell’interesse dell’azienda stessa e nel contempo tutela la pubblica amministrazione”.

 

“Nonostante la programmazione semestrale dei lavori delle Commissioni, definita dai capigruppo e dal presidente del Consiglio regionale, che prevede la discussione della proposta di legge nel prossimo semestre, aspettare tutti questi mesi – argomenta Motta – è un danno per la pubblica amministrazione, perché nel frattempo sicuramente aziende sprovviste dello strumento di controllo previsto dal Dlgs 231 avranno avuto modo di partecipare alle gare d’appalto. Questo elemento di controllo deve quindi diventare, con la massima urgenza, un requisito indispensabile per partecipare ai bandi pubblici. Si pensi che il Dlgs 231 è del 2001, ovvero di oltre 10 anni fa. Il ritardo accumulato fin qui è stratosferico, non si può davvero perdere altro tempo”.

 

“Nei prossimi anni – continua Motta – il Piemonte vedrà la nascita di innumerevoli grandi opere ed infrastrutture. Fino ad oggi, grazie all’azione delle forze dell’ordine e della Procura, numerosi gruppi criminali sono stati sgominati. Ma si assiste ad un continuo avvicendarsi di questi sodalizi di stampo ora mafioso, ora camorristico. Con la trasformazione in legge della proposta che ho presentato si riuscirebbe a contenere il fenomeno semplicemente non stipulando contratti con le aziende che non siano dotate di questo elemento di garanzia e controllo”.

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 22/06/2012