Venerdì 15 giugno ore 18 GIÒN UÈIN al Mausoleo della Bela Rosin

Marco Volpatto presenta la rocambolesca avventura di un gruppo di amici (cane incluso) sullo sfondo del Sessantotto

Marco Volpatto, torinese, giornalista, collabora con varie testate ed è docente di Sociologia dello Sport presso la Facoltà di Scienze Motorie di Torino. Ha scritto romanzi e racconti per bambini e per grandi, oltre ai romanzi Il lupo degli uomini  e L’abbazia sepolta (L'Autore Libri Firenze) e, per i tipi di Edizioni Angolo Manzoni, Sulla riva del fiume. Cronache delle genti di Po (GRANDI CARATTERI, 2009).
Cura la rubrica Niùiorch Niùiorch per il settimanale “La Nuova Voce” ed è autore di spettacoli teatrali.

http://www.angolomanzoni.it/libri/leggi/629/gion-uein-e-barolodelsessantaquattro-a-grandi-caratteri

La rocambolesca avventura di un gruppo di amici (cane incluso) sullo sfondo del Sessantotto ovvero: GIÒN UÈIN E BAROLODELSESSANTAQUATTRO  è una storia divertente ambientata nel Piemonte rurale con le sue contraddizioni e tradizioni, i suoi luoghi, e i fermenti sociali e politici che dopo il Sessantotto ribollono, qui, in modo diverso da altrove: la grande fabbrica, gli scioperi, le manifestazioni, i preti operai... 

L'uso del dialetto nei dialoghi (peraltro con grande attenzione alla sua comprensibilità per chi piemontese non è) aggiunge un tocco espressivo al racconto, anche se, come scrive  Gianna Pentenero "Giòn Uèin è un piccolo grande eroe a cui tutti possiamo ispirarci", un eroe universale.

Questa la trama: un lavandaio piemontese, un medico e un operaio pugliese immigrato al nord e affetto da una bizzarra forma di mutismo, sono costretti a raggiungere il Ponte del Diavolo per gettare le ceneri del loro amico più caro, passato a miglior vita durante una manifestazione. Al loro inseguimento, un incarognito gruppo di neofascisti, quattro maldestri vigili urbani e Barolodelsessantaquattro, il cagnolino più tenace, simpatico e sincero del mondo.
Il Ponte del Diavolo non è soltanto una meta. È il destino. È un luogo denso di misteri e timori. È l’emblema della rivincita dell’umile sul prepotente, proprio come il Sessantotto.
Nel viaggio, i fuggiaschi incontreranno l’amicizia di una dolce e bellissima veterinaria e di un prete operaio diffidato dalla sua stessa Chiesa, perderanno più volte la strada e rischieranno la cattura, ma ritroveranno se stessi e libereranno, nei loro cuori, lo spirito della rivoluzione giovanile.
E mentre i protagonisti vagano per il Piemonte, il Sessantotto rischia di spegnersi a causa di una straordinaria, lunghissima e leggendaria partita di pallone...

Erano quasi le due di notte, ma nessuno accennò a dormire. Vennero fatti alzare i pochi bambini ancora addormentati, le mogli insonnolite, gli anziani ai quali venne propinata, allo scopo di persuaderli, la retorica partigiana. La sensazione, mostruosa, ingombrò, appesantì i cuori di operai, casalinghe, padroni, nonni, sessantottini e poliziotti, Giòn Uèin e Nicola il muto, Bollea Valenti e il prete sospeso e ormai lontano. I cuori di tutti.
Eccetto uno: quello di Gianni Rivera.
Perché dove s’incamminò la palla, lì c’era Gianni Rivera. Si coordinò con la calma dei forti e colpì di piatto destro una specie di calcio di rigore. Tirò proprio lì dove c’era il portiere che tentò sì, di allungare il piede, provò ad allungarsi, stirarsi, provò a moltiplicare se stesso. Ma non ci arrivò. E mentre lui rovinava miseramente da un lato, la palla passò dall’altro. Ed entrò in porta.
 – Gol!! Gool!! – Giòn Uèin urlava con quanto fiato aveva in gola, eccitato da quella girandola di emozioni che il calcio, l’oppio dei popoli, gli stava regalando
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Copertina e illustrazioni b/n di Alessandro e Giulio Umoret
Presentazione di Gianna Pentenero
Postfazione di Paolo Pulci
Nota dell’Autore

2012, ISBN 978-88-6204- 121-8 Euro 15,00  pp. 296 cm 15 x 21

 

 

 
 


 

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Articolo pubblicato il 14/06/2012