Il futuro del sistema museale piemontese

In arrivo una “superfondazione”

Una “superfondazione” per semplificare il modello di gestione, puntando a incrementare l’efficienza del sistema museale piemontese.

 

Su questo tema si è confrontata la Commissione Cultura del Consiglio regionale, presieduta da Michele Marinello (Lega Nord), dopo aver ascoltato la comunicazione dell’assessore regionale competente Michele Coppola.

 

Il nuovo soggetto, che verrebbe denominato Fondazione Torino Piemonte Musei, porterebbe, secondo una prima ipotesi, a incorporare nell’attuale Fondazione Torino Musei l’associazione del Museo d’arte contemporanea di Rivoli. La nuova entità vedrebbe una maggiore partecipazione della Regione nella gestione e nella modalità di designazione dei direttori dei musei, che potrebbe seguire il modello della gara a evidenza pubblica, secondo l’esperienza appena adottata per Artissima.

 

Per superare le criticità del Museo del Castello di Rivoli, la cui offerta di arte contemporanea è ritenuta irrinunciabile, si propone quindi di creare una nuova sinergia fra Castello di Rivoli e Gam, con un programma condiviso e una gestione in comune dei servizi di base, al fine di generare risparmi.

 

Qualora su questa ipotesi non ci fosse l’accordo delle Assemblee legislative del Consiglio regionale e della Città di Torino, l’alternativa consisterebbe nell’inserire il Castello di Rivoli nel circuito delle  residenze reali, migliorando l’efficienza della gestione del personale e dei servizi che costituiscono i costi più rilevanti.

 

La necessità di valorizzare Rivoli sia per l’arte contemporanea sia come residenza reale è stata sottolineata da consiglieri di entrambi gli schieramenti. Bipartisan anche la richiesta di conoscere l’analisi dei costi della superfondazione, i possibili risparmi per gli enti partecipanti e il piano di sostenibilità economica del nuovo soggetto.

 

L’assessore ha assicurato che il dettaglio dei risparmi prodotti dalla superfondazione sarà allegato al documento statutario affinché la Commissione e l’Aula ne possano valutare i contenuti.

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Articolo pubblicato il 30/05/2012