Il Parco della Tesoriera tra storia e attualità
La Tesoriera

Difendiamo il nostro patrimonio artistico e naturale

Al n° 192 di Corso Francia i torinesi possono godere fin dal 1976 delle bellezze del Parco della Tesoriera.

 

Tale parco, con la sua villa padronale posta nel centro, ha una storia che inizia nei primi anni del 1700 quando Ajmo Ferrero, signore di Borgaro e consignore di Cocconato, chiama la villa “La Tesoriera” visto che nel 1692 era stato nominato Tesoriere generale e Consigliere ducale.

 

La villa, quindi, fu eretta fra il 1713 e il 1715 come dimostra un acquerello del 1715 che ne rievoca l’inaugurazione avvenuta alla presenza del Re Vittorio Amedeo II. In essa si inizia ad intravedere un giardino ed un laghetto.

Il Tesoriere godette poco della villa perché morì nel 1719.

 

Da quel momento la tenuta passò nelle mani sapienti o meno di molti proprietari: il Marchese Roberto Chiron Asinari di San Marzano, l’avvocato Casimiro Donaudi, che amplierà la proprietà acquistando gli appezzamenti circostanti fino alla strada di Collegno e, dopo l’occupazione napoleonica (1797–1814), il Marchese Ferdinando Arboreo Gattinara di Sartirana e Breme, Senatore del Regno.

 

Studioso naturalista, il Marchese arricchì il parco di piante esotiche e di una grande varietà di fiori, con serre riscaldate, un serraglio di animali erbivori come daini, gazzelle, mufloni di Sardegna.

 

Dal 1844 al 1934 la proprietà mantenne il nome Sartirana, finché nel 1934 il Principe Amedeo Umberto di Savoia Duca d’Aosta, avendola ereditata dalla Duchessa Margherita di Sartirana, avviò i lavori di restaurazione. Il parco venne ripulito senza toccare gli alberi secolari.

 

Dopo un periodo di abbandono, nel 1962 la tenuta venne venduta dalla casa dei Duchi d’Aosta all’Istituto Sociale dei Padri Gesuiti e, finalmente dopo lunghe trattative, nel 1976 il Comune di Torino espropriò le aree destinandole a verde pubblico.

 

Fra il 1978 e il 1980 furono eseguite diverse opere di risanamento e restauro che continuano ancora ai nostri giorni, mentre la villa è tutt’ora sede della Biblioteca musicale Andrea della Corte.

 

Il conoscere la storia che ha portato questo parco, attraverso varie vicissitudini fino a noi, ci deve spronare alla difesa di un patrimonio così prezioso.

 

Ora, purtroppo, sono molti i cittadini,frequentatori della Tesoriera, che lamentano episodi di vandalismo e maleducazione.

Panchine rotte, rifiuti abbandonati che rovinano le aiuole, bagni interni sporchi, vecchie cabine del telefono rotte usate come pattumiere non permetto di dare del parco l’immagine che merita.

 

Il pericolo maggiore poi è il fenomeno dell’abusivismo, gruppi di squatter sembrano essersi stabiliti nella villa del custode.

Ciò metterebbe in crisi la sicurezza di questa area verde così largamente frequentata da bambini accompagnati da mamme e nonni.

 

Certamente, in questo periodo di crisi, il Comune, a cui compete la manutenzione, stenta a tenere al meglio tutti i numerosi parchi della nostra città.

 

La soluzione potrebbe essere un maggior coinvolgimento di alcune associazioni che aiutino a mantenere e a valorizzare quest’area e in ultimo ma non ultima la speranza che i cittadini comprendano come la difesa del nostro patrimonio parta, in primo luogo, da noi e dall’educazione data ai nostri figli.

 

 

 

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Articolo pubblicato il 28/05/2012