31 gennaio 1854, a Torino muore Silvio Pellico

Alla Consolata si trova il “Coretto di Silvio Pellico”, voluto nel 1904 dalla Unione del Coraggio Cattolico

All’interno del Santuario della Consolata, quasi nascosto in fondo a destra, a lato e un poco arretrato rispetto al presbiterio, si trova il cosiddetto “Coretto di Silvio Pellico”, speculare rispetto al “Coretto delle Due Regine”: si tratta di un ambiente minuscolo e raccolto, che precede la scaletta discendente verso l’uscita interna verso il cortile del complesso.

 

A pianta esagonale, conserva, in posizione sopraelevata, il busto che ricorda Silvio Pellico (Saluzzo, 24 giugno 1789 – Torino, 31 gennaio 1854), devotissimo al Santuario dei Torinesi, eseguito nel 1904 dallo scultore Giuseppe Vittorio Cerini (1).

 

La lapide sottostante ricorda che l’opera è stata compiuta per volontà della “Unione Coraggio Cattolico”, per celebrare il cinquantesimo anniversario della morte dello scrittore de Le mie prigioni. Il testo integrale della iscrizione così recita:

«L’effige di SILVIO PELLICO

nel cinquantesimo anno dalla sua morte

vollero qui posta i cattolici piemontesi

auspice L’UNIONE DEL CORAGGIO CATTOLICO di Torino

in testimonio della sua devozione alla CONSOLATA

per ammaestramento ed esempio di fede e di opere cristiane

1904» (2).

 

Proprio per la dedizione di Pellico e la sua fedeltà al Santuario, nel 1932 viene avviata una richiesta di traslazione, che avrà esito favorevole soltanto nel 1960, dal Cimitero Monumentale di Torino alla Consolata. Al momento, però, le sue spoglie si trovano ancora nel principale cimitero torinese, non essendosi provveduto alla traslazione autorizzata.

 

Il Coretto viene gravemente danneggiato dalla incursione aerea alleata del 13 agosto 1943; sarà ricostruito fra il 1945 e il 1950, all’interno di una importante campagna di restauri che coinvolgerà l’intera Consolata.

 

La posa del 1904 assume una particolare valenza e solennità in quanto coincide con l’ottavo centenario del ritrovamento prodigioso dell’immagine della Consolata, da parte del cieco di Briançon e con il cinquantenario della morte di Silvio Pellico. Ci offre uno spaccato di quell’anno e degli eventi collegati il Dott. Pietro Buscalioni, nella sua opera La Consolata nella Storia di Torino, del Piemonte e della augusta dinastia sabauda, La Palatina, 1938.

 

«I festeggiamenti per la fausta ricorrenza di quell’anno dovevano culminare con una nuova incoronazione della Consolata. Non potendosi addivenire ad una seconda incoronazione vaticana nel più stretto senso della parola, il venerando Pontefice Pio X decreta alla taumaturga effigie la corona di stelle in brillanti, ed egli pel primo ne offre quattro ricchissimi. Il cardinale Richelmy (3) a sua volta dona un anello d’oro ornato di brillanti, poi si appella alla generosità dei fedeli per ottenere altre gemme da formare le due corone della Madonna e del bambino, di dodici stelle caduna, secondo la visione celeste di cui parla l’Evangelista S. Giovanni nell’Apocalisse» (4).

 

Le due corone risulteranno composte di 769 brillanti! I festeggiamenti durano due mesi, con notevole afflusso di pellegrini e fedeli; la novena è predicata ogni due giorni e «il 18 giugno – alla presenza dei Reali Principi e Principesse delle Case di Savoia e d’Orléans, di sei eminentissimi Cardinali, dell’episcopato, dei Capitoli cattedrali e delle Collegiate del Piemonte e di altre parti d’Italia, coll’intervento di tutte le autorità cittadine, delle rappresentanze di tutti gli Ordini e Congregazioni religiose aventi sede in Torino e di un numero straordinario di cittadini – il Cardinale Vincenzo Vannutelli, legato di Pio X, cinge delle fulgidissime corone il capo di Gesù e di Maria».

 

Bibliografia

Dott. Pietro Buscalioni, La Consolata nella Storia di Torino, del Piemonte e della augusta dinastia sabauda, La Palatina, 1938.

 

Note

(1) Giuseppe Vittorio Cerini (Arcumeggia, 27 maggio 1862 – Torino, 30 giugno 1935). Di origini contadine, a undici anni inizia a lavorare presso un marmista in un paese vicino. Due anni dopo si trasferisce a Milano, dove lavora in uno studio d’arte e frequenta i corsi dell'Accademia di Belle Arti di Brera, dove si perfeziona nel disegno. Si trasferisce più volte: Ginevra e Bienne, in Svizzera), Torino, Cagliari e Roma; intorno al 1885 torna a Torino. Negli anni 1888-1891 frequenta i corsi dell'Accademia Albertina e diventa collaboratore di Odoardo Tabacchi e di Davide Calandra. Nel 1889 esegue le sculture “Ottobre” e “Febbraio” per la Fontana dei Dodici Mesi di Torino.
 

(2) Unione del Coraggio Cattolico. Associazione fondata nel 1878 a Torino da Leonardo Murialdo, Luigi Lampiano e Massimiliano Bardesono di Rigras, con l’obiettivo di testimoniare in pubblico «con costanza, fermezza, coraggio, senza provocazioni e senza spavalderia» i principi cattolici, «camminando compatti alla voce e sotto l’autorità della Chiesa, del Papa, dell’Episcopato e del Clero» e raccogliendo le energie sociali dei credenti in opere di istruzione, di assistenza e di carità. I suoi Statuti vengono editi nel 1882, dalla Tipografia B. Canonica e figlio. Nel 1894 G.B. Benazzo pubblica la Relazione del 15. pellegrinaggio piemontese promosso dall'Unione del coraggio cattolico di Torino il 6 maggio 1894. Nel maggio 1914, nei palazzi dell’Arcivescovado di Torino, nasce la Giovane Montagna, la più importante organizzazione dell’alpinismo cattolico italiano, l’unica ramificata su tutto il territorio nazionale, che sopravvive al fascismo; suoi fondatori sono dodici amici, i cosiddetti «dodici apostoli», tutti provenienti dalle fila dell’Unione del Coraggio Cattolico.
 

(3) Agostino Richelmy (Torino, 29 novembre 1850 – 10 agosto 1923), Arcivescovo di Torino, sepolto nel Santuario della Consolata, dove viene traslato il 28 settembre 1949, proveniente dal Cimitero Generale.
 

(4) Apocalisse 12,1: Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle.

 

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Articolo pubblicato il 31/01/2024