Don Zeno Saltini, fondatore di Nomadelfia

In occasione dell'anniversario della scomparsa, un breve ricordo del sacerdote che ha rivoluzionato la vita cristiana.

Il 15 gennaio 1981 tornava alla Casa del Padre don Zeno Saltini (nella foto a sinistra), famoso in tutto il mondo per aver fondato una Comunità Cattolica ispirata alla vita dei primi cristiani, narrata negli Atti degli Apostoli.

Zeno è nato a Fossoli di Carpi (Modena) il 30 agosto 1900. Nel 1914, in pieno clima di povertà e belligeranza, abbandona la scuola. Nasce in lui un momento di contestazione totale che lo porta, nel 1920, a tornare sui libri e a conseguire la laurea in legge.

Durante il sessennio di contestazione interiore, Zeno lavora nelle campagne di famiglia e incrocia le sue idee con quelle degli altri braccianti agricoli. Lì apprende le teorie socialiste che lo accompagneranno per tutta la vita e che lo metteranno in non poche difficoltà con le gerarchie ecclesiastiche.

Durante gli studi di Giurisprudenza, compiuti all’Università Cattolica di Milano, matura la vocazione al sacerdozio e così studia Filosofia e Teologia.

Nel 1931 viene ordinato sacerdote dal Vescovo di Carpi, Monsignor Giovanni Pranzini. Subito dopo aver celebrato la Prima Messa, don Zeno si fa padre di un ragazzo che esce dal carcere, il primo di quattromila figli di cui si farà genitore nella sua vita.

Nel suo cuore matura l’idea di mettere in piedi una Comunità a servizio dei piccoli, dei senza famiglia, di quanti hanno subito i gravi danni della guerra. Nasce così a San Giacomo Roncole l’Opera dei Piccoli Apostoli.

Nel 1941, una sua figlia spirituale, Irene (nella foto a destra), accetta di farsi mamma di questi figli. Nascono, in questo frangente, le Famiglie di Mamme di Vocazione. Attratti da questa realtà, si uniscono a don Zeno diversi sacerdoti che, con lui, danno vita ad una comunità di sacerdoti.

Nel 1947 la Comunità è ormai molto numerosa. Tra bambini, mamme, sacerdoti… lo spazio non basta più. Don Zeno decide di occupare il Campo di Concentramento di Fossoli e si formano le prime Famiglie di Sposi, disposte anch’esse ad accogliere come figli i fanciulli senza famiglia.

L’Opera dei Piccoli Apostoli, decisa a costruire una nuova civiltà fondata sul Vangelo, diventa un popolo: Nomadelfia, che significa “Legge della Fraternità”. Dopo che i nomadelfi hanno proposto al popolo una nuova politica con il “Movimento della fraternità umana”, nel 1952 si tenta di sciogliere Nomadelfia e don Zeno viene allontanato.

Nel 1953 ottiene pro-gratia la riduzione allo stato laicale per poter continuare a vivere come padre di questo popolo nuovo.

Nel 1962 don Zeno riprende l’esercizio del sacerdozio e Nomadelfia si trasferisce nella Maremma grossetana, dove il Vescovo autorizza l’istituzione di una Parrocchia. In questo luogo, nuovo e meraviglioso, don Zeno riprende il suo apostolato nel popolo proponendo Nomadelfia come lievito di una nuova Civiltà Fraterna.

Attualmente Nomadelfia è una Comunità in cui non esiste la proprietà privata, tutte le Famiglie sono disponibili ad accogliere ragazzi in affido, tutti i nomadelfi lavorano all’interno della Comunità e i lavori più faticosi e meno gratificanti vengono fatti a turno, i nuclei delle Famiglie vengono raggruppati in realtà più grandi (da 3 a 5 Famiglie) che condividono la quotidianità, i ragazzi studiano all’interno della Comunità di Nomadelfia e vanno a dare gli esami nelle scuole statali come privatisti, le responsabilità educative sono assunte “in toto” da tutti gli adulti, in una specie di “famiglia allargata”.

Per lo Stato italiano la Comunità di Nomadelfia ha lo status di Associazione mentre per la Santa Sede è una Parrocchia comunitaria che non ne vincola in alcun modo i membri.

La storia della Comunità di Nomadelfia è talmente singolare ed interessante che nel 2008 la RAI ha realizzato una miniserie dal titolo: “Don Zeno – L’uomo di Nomadelfia”.

Ad oggi, i nomadelfi sono all’incirca 300 ed è una delle esperienze comunitarie di natura cristiana più longeve e ben organizzate.

Persone come don Zeno Saltini lasciano il segno e sono difficili da ignorare. Non a caso, nel 2009, la Conferenza Episcopale Italiana ha dato il benestare per l’apertura del Processo di Canonizzazione di don Zeno, avviato dal Vescovo di Grosseto, Monsignor Franco Agostinelli.

 

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Articolo pubblicato il 15/01/2024