7 gennaio 1451, muore Amedeo VIII di Savoia, “Il Pacifico”

L’uomo che ha abdicato due volte, da Duca di Savoia e da ultimo Antipapa della Chiesa cattolica

Amedeo VIII, detto il Pacifico, nasce a Chambéry il 4 settembre 1383, figlio di Amedeo VII (il Conte Rosso) e di Bona di Berry; succede al padre dopo la sua morte prematura nel 1391 (1), sotto la tutela della nonna Bona di Borbone, la moglie del Conte Verde.

Si sposa il 30 novembre 1393 con Maria di Borgogna. Dal 1395 è coadiuvato da un consiglio della reggenza, assume il potere in prima persona nel 1397.

Il comportamento prudente e flemmatico in politica gli vale il soprannome di “Il Pacifico”.

Nel 1401 acquista la contea di Ginevra.

Sostiene l'Università di Torino, fondata dal cugino Ludovico di Savoia-Acaia, che riceve anche l'approvazione di Papa Benedetto XIII e la patente imperiale da Sigismondo di Lussemburgo.

Prese in mano le redini dello Stato e riesce a consolidarlo e ad ampliarlo sfruttando a ovest le guerre interne di Francia, e a est il dissolvimento visconteo.

Nel 1416 ottiene dall'imperatore Sigismondo il titolo ducale per la sua casata.

L’11 dicembre 1418 muore senza figli a Pinerolo Ludovico di Savoia – Acaja, cognato e cugino di Amedeo VIII, il ramo dei Savoia-Acaja si estingue e Amedeo VIII gli succede nei titoli e nei possedimenti, pur non senza una iniziale disputa dinastica (2). A lui si deve, quindi, la riunificazione del Piemonte, dopo la divisione operata da Amedeo IV a favore proprio del ramo degli Acaja.

La sua opera più importante è la riforma delle leggi dello Stato. Nel 1430 promulga i cinque libri degli “Statuta Sabaudiae”, un corpus che raccoglie le leggi dello Stato, che in quell'anno si estende dal Lago di Neuchâtel alle coste del mar Ligure. Negli “Statuta”, destinati a rimanere il fondamento della successiva legislazione sabauda fino allo Statuto Albertino, si trovano anche le prime disposizioni contro gli ebrei nei territori sabaudi.

Dopo aver portato il Ducato ad una certa prosperità, decide di abbandonare il potere e di ritirarsi nel castello di Ripaille, che diventa una sorta di eremo dall’autunno 1434, con un priorato di religiosi Agostiniani; qui si stabilisce Amedeo VIII; accompagnato dalla corte e dai cavalieri più fidati; qui mette le basi per la fondazione dell’Ordine Mauriziano.

Il 7 novembre di quello stesso anno, di fronte ai deputati del Ducato, si dimette e lascia il potere esecutivo nelle mani del figlio Ludovico. Nei cinque anni successivi, tuttavia, egli continua a dirigere gli affari di Stato da Ripaille, e Ludovico è nei fatti il suo Luogotenente.

Quando la vicenda politica di Amedeo VIII sembra conclusa, il suo nome torna alla ribalta durante il Concilio di Basilea, durante il quale molti prelati accusano il Papa Eugenio IV di simonia e di eresia, al punto che si arriva alla deposizione del Pontefice. Il Concilio si divide: a Ferrara, il Papa riunisce i cardinali di sua fiducia, a Basilea rimangono quelli che lo dichiareranno deposto il 24 maggio 1438, procedendo all'elezione di un nuovo Pontefice. La tiara viene offerta ad Amedeo VIII, che non vuole diventare Papa, in quanto non è un religioso e non s'intende di teologia. Tuttavia, si vede costretto ad accettare l’incarico ed è eletto Papa il 5 novembre 1439, con il nome di Felice V.

Il documento che attesta la sua elezione è datato 15 dicembre 1439.

Il 6 gennaio 1440, a Thonon, abdica definitivamente in favore del figlio Ludovico e il successivo 22 luglio prende la tiara, Egli non si recherà mai a Roma, al soglio pontificio: rimane tra la Svizzera e la Savoia, concede raramente udienze e conduce una vita ritirata. Alla morte di Papa Eugenio IV, nel 1447, gli succede Niccolò V; Amedeo/Felice V cede alle richieste del nuovo Pontefice, abbandona la tiara e l’ultimo scisma della Chiesa cattolica termina di fatto grazie a lui il 7 (o 9?) aprile 1449, quando Amedeo si dimette da Antipapa «per favorire l'unità dei cristiani, per il riposo della chiesa e per metter fine allo scisma»; il successivo 19 aprile il Concilio riconosce come unico Papa legittimo Niccolò V.

Dopo la sua seconda abdicazione - da Antipapa -, Amedeo VIII continuerà a consigliare il figlio Ludovico in politica; muore a Ginevra, in odore di santità, il 7 gennaio 1451.

Viene sepolto nel perimetro dell'abbazia di Ripaille; in seguito le sue ossa vengono trasferite a Torino, insieme a quelle di Amedeo VII, e tumulate nella Reale Cappella della Sindone, all’interno del Duomo, che risulterà devastata dall’incendio del 1997.

 

Bibliografia

Corrado Mazzara – Profili sabaudi – Editrice Superga – Torino - 1955.

Note

(1) Pur senza prove, si crea la leggenda secondo cui Amedeo VII sia stato avvelenato dal medico, Jean de Granville, e dal farmacista, Pierre de Lupinis; quest’ultimo è messo a morte nel 1392, mentre Grandville, sotto tortura, confessa che Bona di Borbone non era ignara del crimine (Lupinis, nel 1395, verrà riabilitato, mentre Grandson è dichiarato innocente l'anno dopo). A seguito di numerose accuse, anche Bona di Borbone viene sollevata dalla reggenza e dalla tutela del nipote.

(2) La sorella di Amedeo VIII, Bona, nel 1429 fa testamento e designa suo erede il figlio naturale del marito, anche lui di nome Ludovico (Dominum Ludovicum Bastardum Achayae), e destina lasciti a Giovanna (Dominæ Joannæ de Sabaudia marchionissae Montisferrati, eiusdem dominae testracisis sorori), alla madre (Dominæ Bonae de Biturio eius matri) e ad Amedeo VIII (Dominum Amedeum Sabaudiae ducem eius fratrem). La notizia è estratta da “Preuves de l'Histoire généalogique de la royale maison de Savoie: justifiée par titres”, di Samuel Guichenon, pagg. 131 e 132.


 

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Articolo pubblicato il 07/01/2024