Lo scomparso tesoro dei Templari

Di Katia Bernacci

Era una notte particolarmente fredda, in uno strano ottobre 1307. Gli ultimi anni, a dire il vero, erano stati tutti parecchio diversi da quelli vissuti dalle generazioni precedenti: si erano viste inondazioni, piogge intense, raccolti distrutti. Le processioni e le penitenze non erano servite a molto, la Francia non lo sapeva, ma gli studiosi moderni sostengono oggi che la “piccola era glaciale” sia iniziata nel 1303, quindi pochi anni prima del fantomatico 1307, l’anno in cui si videro cose impensabili, come la caduta dell’Ordine dei cavalieri Templari, considerato così potente che quasi la notizia aveva colto tutti con estrema sorpresa.

Certo alcune avvisaglie c’erano state, nel 1291 ad esempio era caduta Acri, ponendo fine al periodo delle crociate e facendo venire qualche dubbio sulla continuazione dell’Ordine, ora che non aveva più motivo di esistere, inoltre Filippo il Bello, re di Francia, chiamato così perché la bellezza era la sua dote principale, aveva sviluppato un certo rancore nei confronti dei Templari, che aveva ampiamente usato per ottenere prestiti (questa era una delle loro principali attività) e adesso che l’intera Francia era in preda a carestie e il denaro scarseggiava, si era lambiccato il cervello per capire come fare ad ottenerne di più.

Erano anni che provava a convincere il papa che i Templari erano ormai contro la Chiesa e si erano lasciati andare alla depravazione. Filippo, che oltre ad essere piacente riusciva ad essere convincente, alla fine ce la fece, eccome, ma andiamo per gradi e torniamo a quella notte.

Poteva essere forse il 12 ottobre, furono parecchi coloro che dissero di aver visto passare dei carri portavalori (sì, esistevano già nel Medioevo, e probabilmente li avevano inventati proprio i Templari per proteggere il denaro durante i viaggi) trainati da cavalli. Gli stessi cavalieri arrestati sostennero che il denaro era stato messo in sicurezza tramite tre carri che furono inviati verso il porto de La Rochelle, nel nord.

Da Parigi, dove si trovava il Tempio nel quale veniva conservato il tesoro, non era una distanza enorme e a quanti si chiedono perché proprio in quel posto, La Rochelle era il maggiore porto del nord, era stato costruito in gran parte dai Templari che vi tenevano la loro flotta di navi; quindi, è del tutto plausibile che si decidesse di non attraversare tutta la Francia, con i pericoli che questo viaggio poteva comportare, ma di andare nel luogo sicuro più vicino.

Qualche contadino disse che non si era stupito più di tanto, perché gli spostamenti dei carri valori non erano eventi rari, ma quella notte i cavalli correvano come se avessero i diavoli alle calcagna, come se tutta la corte infernale si stesse recando da qualche parte!

Parrebbe quindi assodato che il tesoro Templare sia stato trasportato dal Tempio a La Rochelle, il ché suscita due domande: come facevano a sapere i cavalieri che presto sarebbero stati vittima del disconoscimento papale e che avrebbero subito una persecuzione degna del peggior eretico? E soprattutto, che fine fece il tesoro?

In particolare, quest’ultima domanda ha fatto perdere il sonno a innumerevoli Indiana Jones delle varie epoche, consideriamo infatti che già nel Milletrecento, a pochi anni dall’abolizione dell’Ordine, che avvenne il 13 ottobre del 1307, i primi cercatori di tesoro scavarono in modo più o meno sistematico quasi ovunque. Le ipotesi sono moltissime: Tomar in Portogallo, nella fortezza che apparteneva all’Ordine; Gisor in Francia, (dove nello scorso secolo un archeologo dilettante, dopo anni di scavi, sostenne di aver visto trenta casse di legno nei sotterranei, non ottenendo però il via libera per estrarli se non quando ormai le casse erano sparite); Bornholm, possedimento allora svedese e oggi danese, un’isola dove ci sono delle anomale chiese a forma circolare – caratteristica di alcune chiese Templari -; persino Maiorca è tra le località più gettonate nella ricerca del tesoro, ma i luoghi sono centinaia, in particolare in Francia, dove l’Ordine era attivissimo e molto presente.

A seguito dell’abolizione dell’Ordine molti Templari vennero arrestati, imprigionati e torturati, altri però riuscirono a continuare la loro vita senza troppi scossoni, chi entrando nell’Ordine dei Cavalieri di Malta, chi tornando a una vita normale, chi entrando in Ordini secondari, come quello dei Poveri cavalieri di Cristo, fondato in Portogallo, paese amico dei cavalieri, dove erano confluiti molti Templari, che avevano ripreso pratiche molto simili a quelle che conducevano precedentemente.

Si può pensare che il tesoro sia stato quindi frammentato? Parrebbe improbabile, perché sicuramente non tutti i livelli erano al corrente dell’arresto che sarebbe stato condotto in segreto e verrebbe da pensare che coloro che erano stati incaricati di vigilare sul tesoro avrebbero preso decisioni insieme ai loro superiori, cercando probabilmente di mettere in salvo il salvabile in fretta e senza suddivisioni. In ogni caso il tesoro, se mai è esistito, è sparito nel nulla.

Neppure Filippo IV riuscì ad impossessarsene, lo sappiamo perché sono giunte sino a noi numerose lettere di sollecito inviate dal Bello al Papa, dove il primo, grondando acredine, richiede in modo pressante che si provveda a cercare il denaro dei Templari, poiché il Tempio, in quell’alba del 1307, era risultato completamente vuoto.

Cosa è quindi successo in quella fantomatica notte di ottobre? Una suggestiva ipotesi è stata avanzata da Jean de La Varende: i Templari si erano stabiliti a La Rochelle perché avevano contatti regolari con l’America, dove estraevano argento ed è per questo che riuscirono ad arricchirsi così tanto in poco tempo. Ricordiamo anche che il termine argent, che in francese significa denaro, risale proprio a quegli anni; infatti, il popolo diceva dei Templari “ils avaient de l’argent”.

Tra le altre cose, si sa che Cristoforo Colombo ebbe occasione di visionare l’archivio di Calatrava (uno degli Ordini nei quali confluirono i Templari) e le monete d’argento all’epoca erano molto rare, quindi da dove proveniva quello presente nelle casse Templari? Forse dallo Yucatan?

Se prendessimo questa ipotesi sul serio ci potrebbe accarezzare l’idea che quei carri si siano recati a La Rochelle per poi attraversare l’Oceano e mettersi in salvo nel Nuovo Mondo, che forse tanto nuovo non era.

Purtroppo, non abbiamo riscontro storico di questi fatti e sembra strano che l’arrivo di navi cariche di uomini vestiti da monaci, ma armati, non abbia lasciato un minimo di evidenza almeno nei racconti degli indigeni, ma l’intera vicenda dei cavalieri Templari ha da sempre suscitato un fascino immortale, che ancora oggi ci porta ad analizzare vicende e atti storici per ricostruire qualcosa che da troppo tempo è legata alla leggenda.

I veri cercatori di tesori sanno che ciò che non è stato trovato è ancora da qualche parte e che ogni mezzo è percorribile; quindi, non perdete la speranza e lasciatevi condurre nel mito dei cavalieri Templari e delle loro incredibili vicende.

Katia Bernacci

 

Bibliografia

“Templari” di Fabrizio Diciotti e Katia Bernacci.

“Mystery in history speciale cavalieri Templari” di AA.VV. Yume edizioni.

 

Fotografie di Marino Olivieri e d’archivio.

 

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Articolo pubblicato il 02/01/2024