Torino e i tram: 152 anni insieme

Grazie ad ATTS, il 30 dicembre 2023 si svolge un evento dal sapore deamicisiano

Sabato 30 dicembre ATTS (Associazione Torinese Tram Storici) organizza un percorso rievocativo della prima corsa del tram a cavalli a Torino con partenza alle 10, 11 e 12 dalla fermata GTT 791 "Graf" in via Madama Cristina all'altezza del numero civico 132 (piazza Arturo Graf) e ritorno in piazza Carducci dopo circa 45 minuti.

Prenotazione obbligatoria https://tram30dicembre.eventbrite.it/

Iniziativa ad offerta libera finalizzata al restauro dei tram storici, organizzata in collaborazione con:

GTT Gruppo Torinese Trasporti e Città di Torino Turismo Torino e Provincia.

Dobbiamo tornare ad un mondo dei trasporti primitivo ed eroico, in una città che si sta sviluppando, dopo aver perso la capitale a favore di Firenze (1864), anche grazie alle geniali intuizioni del Sindaco Luserna di Rorà (Torino, 21 agosto 1815 – Torino, 15 maggio 1873) nell’attrarre imprese e capitali stranieri a Torino (1).

Nel 1871, nel giovane trasporto passeggeri urbano (di fatto nato nel 1845 a Torino), emerge la figura del “ingegner cavaliere" Zaverio Avenati, che ottiene dal Comune la concessione per posare "linee di guide in ferro al servizio di vetture-omnibus a cavalli" ed istituire tre nuove linee: la 4, la 5 e la 6; tutte fanno capolinea in piazza Castello, il loro andamento radiale segue le espansioni viarie verso le barriere della cinta daziaria del 1853: la 4 verso Barriera Nizza (km. 3,300), la 5 verso Barriera Casale (km. 2,500) e la 6 verso Barriera Piacenza (km. 2,800).

Per i motivi sopracitati, tre anni dopo una società belga, sotto la denominazione "Società Anonima dei Tramways di Torino», rileva nell'ottobre del 1874 le linee dell'Avenati.

Il favorevole momento economico, confermato dai profitti della "Belga" (come viene chiamata la "Società Anonima dei Tramways"), attira altri capitali e, nel 1875. Una nuova compagnia, la "Società Torinese Tramways e Ferrovie Economiche", rileva le linee 1 e 2, nel frattempo passate anch'esse sotto la gestione dell'Avenati: una va da Borgo Nuovo (via Mazzini angolo corso Cairoli) alla Porta d'Italia (piazza della Repubblica) di km 2,900, l'altra da Porta Susa a Porta Po (piazza della Gran Madre) di km 2,700. La “Società Torinese” ottiene anche la concessione per la linea 3.

L'ultimo decennio dell’Ottocento porta il grande salto qualitativo nella tecnica: dopo fugaci esperimenti, nel 1897 si elettrifica l'intera rete di trasporto.

Nello stesso anno, alle società "Belga" e "Torinese", com'erano chiamate, riunitesi nel frattempo sotto un'unica gestione, si affianca la Società Anonima Elettricità Alta Italia, costituitasi a Torino nel 1896, con una prima serie di otto linee in concessione (non è casuale il fatto che in coincidenza con l'elettrificazione della rete entri in gioco una società produttrice di energia elettrica). La Società Alta Italia aveva stipulato, in data 13 febbraio 1897 una convenzione con il Municipio di Torino per il trasporto e l'utilizzo dell'energia in città, ed aveva centrali di produzione a Pian Funghera, nelle valli di Lanzo, e Coldimosso, in Val di Susa.

Per contenere costi e tempi, nel marzo del 1901 la "Belga" introduce il sistema delle fermate fisse e non su semplice richiesta dei passeggeri, come fino ad allora accadeva. Anche se limitata ad alcuni punti, l'innovazione viene accolta sfavorevolmente e giudicata superflua in relazione al numero dei passeggeri.

Questa storia complessa e la proposta di esperienza emozionale e sentimentale che viene proposta dalla ATTS riporta alla mente un’opera di Edmondo De Amicis, legato intimamente alla Città di Torino: “La carrozza di tutti”.

Libro di racconti, letteratura di viaggio, guida della città, libro di memorie, omaggio letterario ad una città. Difficile dare una definizione esatta. La carrozza di tutti, che ‘fotografa’ Torino nel 1896, edita per i tipi di Treves nel 1899, è tutto questo.

La carrozza è descritta da De Amicis con arguzia, humour e profondità come una rappresentazione della vita, un piccolo teatro della commedia umana, con un taglio pittorico che ci fa scorrere davanti agli occhi una carrellata di minuziosi quadri di genere. Essa è governata dal cocchiere e dal fattorino, indiscusse autorità sul mezzo, con lo sporadico concorso esterno del controllore. Questi sono i primi tipi umani della narrazione, descritti nella loro umanità e nelle loro eccentricità: Giors, Tempesta, Carlin, il marchese…

Poi ci sono i passeggeri: la bella figura di Donna Chisciottina; gli sposi di borgo San Donato, Taddeo e Veneranda; la ‘vergine morta’; l’amico pittore, Tintura-Migone, di cui è inevitabile seguire con partecipazione le vicende.

E, ancora, le bellezze che sembrano uscite dai quadri di Boldini, i poveri amanti, gli sfrontati, le madri orgogliose, la Torino del centro e delle periferie, i ricchi e i derelitti, i buontemponi ed i travet, l’umanità e la sgarberia.

Il racconto si svolge nell’arco dei dodici mesi del 1896 e fanno capolino nella tranvia, portati dalle letture dei quotidiani e dai commenti dei passeggeri, gli eventi storici come la guerra d’Africa (la guerra di Abissinia o campagna d’Africa orientale, combattuta tra il dicembre del 1895 e l’ottobre del 1896 tra il Regno d’Italia e l’Impero d’Etiopia) e la politica nazionale e internazionale diventano chiacchiere di tram. A maggio si discute, favorevoli e contrari, della celebrazione della festa del 1° maggio, che era stata istituita in Italia da pochissimi anni, nel 1890.

Sabato 30 dicembre potremo festeggiare la fine di un anno e l’inizio di un altro con un brindisi ideale a Torino, alle “carrozze di tutti” che circolano ancora con i loro colori verde e arancione, al futuro della nostra Città.

 

Bibliografia

Edmondo De Amicis – La carrozza di tutti – Treves - 1899.

 

Note

1) Il Sindaco Luserna di Rorà rifiuta l'indennizzo offerto dal governo italiano, dichiarando «Torino non è in vendita» e individua la necessità di trovare alla città una nuova vocazione, fissando le priorità nel miglioramento dei trasporti e delle fonti di energia e nello sviluppo dell'educazione e del turismo. Avvia un intenso programma di industrializzazione, seguito anche dai suoi successori, che contribuisce a portare Torino all'avanguardia dell'industria italiana. Gli è stata intitolata una via nel quartiere Cenisia.

 

 

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Articolo pubblicato il 29/12/2023