La chiesa della Gran Madre in Torino

1° gennaio, si ricorda il titolo di Maria SS.ma Madre di Dio

La solennità di Maria SS. Madre di Dio è la prima festa mariana comparsa nella Chiesa occidentale. In origine, la festa sostituiva l'uso pagano delle "strenae" (strenne), i cui riti finirono per essere in contrasto con le celebrazioni cristiane (1) (2). Il "Natale Sanctae Mariae" inizia ad essere celebrato a Roma intorno al VI secolo, forse in concomitanza con la dedicazione di una delle prime chiese mariane di Roma: S. Maria Antiqua al Foro Romano (3), a sud del Tempio dei Càstori (4).

La liturgia era ricollegata a quella del Natale e il primo gennaio viene chiamato "in octava Nativitatis Domini"; in ricordo del rito compiuto otto giorni dopo la nascita di Gesù, veniva proclamato il Vangelo della circoncisione.

La riforma del calendario liturgico ha riportato al 1° gennaio la festa della maternità divina, che dal 1931 veniva celebrata l'11 ottobre, in ricordo del concilio di Efeso, del 431 (5), che aveva sancito una verità cara al popolo cristiano: Maria è vera Madre di Cristo, che è vero Figlio di Dio.

Contro questa affermazione, Nestorio (6) aveva osato dichiarare: "Dio ha dunque una madre? Allora non condanniamo la mitologia greca, che attribuisce una madre agli dèi"; San Cirillo di Alessandria (7) aveva replicato: "Si dirà: la Vergine è madre della divinità? Al che noi rispondiamo: il Verbo vivente, sussistente, è stato generato dalla sostanza medesima di Dio Padre, esiste da tutta l'eternità... Ma nel tempo egli si è fatto carne, perciò si può dire che è nato da donna".

Se Gesù, Figlio di Dio, è nato da Maria, da questa prerogativa materna derivano alla Vergine tutti i titoli che le sono stati attribuiti.

La chiesa intitolata alla Gran Madre di Dio è stata edificata al limitare di Borgo Po, di fronte alla prospettiva di piazza Vittorio Veneto. Dobbiamo il suo progetto all'architetto di Corte Ferdinando Bonsignore (1760-1843), che costruisce la chiesa in forme e proporzioni ispirate dichiaratamente al Pantheon di Roma, in stile neoclassico – adrianeo, la prima pietra è posata da Vittorio Emanuele I il 23 luglio 1818. La chiesa viene eretta per volontà del Corpo Decurionale della Città di Torino per festeggiare il ritorno del Re Vittorio Emanuele I, il 20 maggio 1814, dopo la ritirata dell'esercito di Napoleone e la fine del dominio francese. Il 30 agosto 1814 il Consiglio Decurionale di Torino stabilisce di ricordare il rientro del monarca con adeguati festeggiamenti da celebrarsi ad ogni anniversario (corse dei cavalli, distribuzione di 6.000 pani bianchi ai poveri, illuminazione delle chiese, fuochi artificiali sul Po, 12 spari di cannone) e mediante l’erezione di un tempio dedicato alla Gran Madre di Dio.

Dopo l’inizio dei lavori, la costruzione si interrompe per mancanza di fondi, il cantiere riprende l’opera sotto Carlo Felice, nel 1827, per essere inaugurata il 20 maggio 1831, in un clima profondamente mutato, sotto il successore Carlo Alberto - la cui salma qui avrà l'ultima solenne benedizione, il 14 ottobre 1849, prima di essere tumulata fra le tombe reali nella Basilica di Superga.

Sul timpano del pronao che sovrasta l’ingresso è posta l'epigrafe dedicatoria “ordo popvlvsqve tavrinvs ob adventvm regis”, coniata dal latinista Michele Provana del Sabbione. Secondo Giuseppe Francesco Baruffi “questo tempio infelice venne criticato severamente in tutto, perfino nella sua bella iscrizione latina: Ordo Populusque Taurinus ob adventum Regis, perchè la Chiesa venne eretta per conservare la memoria del ritorno, e non già del semplice arrivo del Re”.

La statua in memoria di Vittorio Emanuele I, opera di Giuseppe Gaggini (1791-1867), è posizionata nella piazza soltanto nel 1885.

Dal 1932 sotto la chiesa è presente l'ossario dei caduti nella Prima Guerra mondiale.

Curiosità e misteri aleggiano intorno alla Gran Madre di Torino.

Perché non ha un campanile? Per la sua prerogativa architettonica di somiglianza con il Pantheon, nel progetto non è previsto; verrà aggiunta una torre campanaria nel 1830, nel medesimo stile neoclassico, collocandola sul tetto di un palazzo a sud della chiesa, dove ancora oggi si trovano l’ufficio parrocchiale e l’oratorio.

Secondo una tradizione non verificata, la chiesa sorgerebbe sul luogo ove nell'antichità si trovava un tempio dedicato alla dea egizia Iside, conosciuta proprio come "Grande Madre".

La statua posta a sinistra della scalinata rappresenta una donna che tiene nella mano destra un libro aperto e con la sinistra leva un calice. Per gli amanti dell'esoterismo tale statua, rappresentante la Fede, sarebbe la Madonna con in mano il Graal, a indicare il punto esatto dove è sepolto il Calice dell’Ultima Cena.

Poteva mancare qualche mistero torinese, anche nella chiesa dedicata alla Madre di Cristo? Compresa la folle idea di scavare un parcheggio sotto la chiesa, che non ha trovato realizzazione grazie alla opposizione dei torinesi: https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=5892

 

Note

(1) La consuetudine delle strenne consisteva nell’offerta alle persone care di un dono, considerato un simbolico apportatore di prosperità. Quest’uso si perde nella notte dei tempi.

(2) Str?n?a o Str?n?a era una divinità romana - di origine sabine secondo alcuni autori classici - simbolo del nuovo anno, di prosperità e fortuna. Secondo Varrone e Festo, alla dea erano dedicati un altare (sacellum) e un bosco sacro (lucus) sulla Via Sacra, a Roma. Andrea Bacci (autore rinascimentale, noto anche come Elpidiano) ipotizza che il suo nome, nella lingua dei Sabini, significasse «salute». A questa divinità vengono ricondotti il nome e la tradizione dello scambio di doni augurali (str?na) durante le festività latine dei Saturnalia (17-23 dicembre in epoca domizianea).

(3) La chiesa di Santa Maria Antiqua è uno dei più antichi luoghi di culto cattolico dedicati alla Madonna, risale al VI secolo, all’interno del Foro Romano. Abbandonata nell'anno 847, sulle sue rovine viene costruita nel 1617 la chiesa di Santa Maria Liberatrice al Foro Romano, abbattuta poi nel 1899 per permettere la "riemersione" della chiesa originaria.

(4) Il Tempio dei Castori sorge ad est del Vicus Tuscus, nel Foro Romano. La struttura conserva, oltre al podio dell’edificio con le fondazioni, tre colonne con parte della trabeazione. Deve la sua fondazione all’introduzione del culto, di matrice greca, dei Dioscuri. I Romani erano soliti nominarlo come “dei Castori”, mostrando una preferenza verso uno dei gemelli divini, figli di Giove e Leda. Secondo la tradizione all’inizio del V secolo il dittatore Aulo Postumio Albino fece voto di erigere l’edificio sacro in loro onore, a seguito della battaglia del Lago Regillo nel 499 a.C.: durante lo scontro tra romani e latini, che appoggiavano l’ultimo re Etrusco Tarquinio il Superbo, che tenta di riconquistare l’Urbe, appaiono due cavalieri che guidano i Romani alla vittoria; subito dopo gli stessi cavalieri annunciano la vittoria alla città.

(5) Il Concilio di Efeso, terzo concilio ecumenico, è convocato dall'Imperatore Teodosio II (408 – 450) e si tiene nel 431 a Efeso, in Asia Minore; vi partecipano circa 200 vescovi e si occupa del l’eresia nestoriana.

(6) Nestorio, o Nestore (Germanicia, 381 circa – Kharga, 451 circa), teologo siro e arcivescovo di Costantinopoli dal 428 al 431. Durante le dispute cristologiche del V secolo, i suoi avversari gli attribuiscono la dottrina che da lui prenderà nome di Nestorianesimo: alle due nature, divina e umana, di Cristo corrisponderebbero anche due persone; tale teoria è stata condannata come eretica dal citato Concilio di Efeso. Nel 1895, la scoperta di un suo scritto, il Liber Heraclidis (Libro di Eraclide), e nuovi studi intrapresi sulla disputa che lo ha opposto al vescovo Cirillo d'Alessandria, hanno permesso di considerare la sua teoria conforme alla dottrina stabilita dal successivo Concilio di Calcedonia (451), secondo cui nell'unica persona di Cristo sussistono due nature. La memoria liturgica di Nestorio è celebrata il 25 ottobre dalla Chiesa Assira d'Oriente.

(7) San Cirillo di Alessandria (Teodosia d'Egitto, 370 circa – Alessandria d'Egitto, 27 giugno 444) è stato il quindicesimo Papa della Chiesa copta, dal 412 fino alla morte. La Chiesa cattolica e le Chiese ortodosse lo venerano come santo. Come teologo, viene coinvolto nelle dispute cristologiche che infiammano la sua epoca. Si oppone a Nestorio durante il concilio di Efeso, nel quale spicca la sua figura. Per contrastare Nestorio, sviluppa la teoria dell'Incarnazione che gli vale il titolo di “doctor Incarnationis” ed è considerata ancora valida dai teologi cristiani contemporanei.

 

Bibliografia

Giuseppe Francesco Baruffi - Passeggiate nei dintorni di Torino, ai colti e gentili Torinesi, memoria ed ossequio – Torino - Stamperia reale, 1853, (p. 44).

Sergio Donna & altri – Chiese campanili & campane di Torino – Monginevro Cultura - 2020

 

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Articolo pubblicato il 01/01/2024