Cherasco (Cuneo) – Borgo antico pieno di storia

Di Alessandro Mella

Tra le molte passeggiate alla scoperta delle bellezze d’Italia vi è un borgo spesso poco citato eppure pieno di arte, storia e cultura.

Cherasco sorge nel cuore del Piemonte e gode di un centro storico veramente entusiasmante il quale si dipana a partire dalla via centrale quasi quella di un antico castrum romano.

E la parte più datata della città è segnata, idealmente quasi in ingresso ed uscita, dai due celebri archi:

La graziosa cittadina si adagia maestosamente su un alto colle boscoso lambito dal Tanaro e dalla Stura; forte arnese corazzato di mura, un tempo; ora tranquillo rifugio per ohi detesta i rumori del mondo. L’automobile sali l’erta ed entrò nella via che sbocca nell’arteria fiancheggiata da portici e da palazzi signorili. Radi passanti sotto i portici, e quiete per le vie simmetriche. Cherasco è una città del silenzio e conserva il raccoglimento pensoso del buon tempo antico. La via centrale è limitata da due archi maestosi. (1)

Uno dei primi tesori è senz’altro l’antico Palazzo Salmatoris ove soggiornò l’allora giovane generale Bonaparte per trattare l’armistizio con gli inviati del Re di Sardegna:

Prima visita: palazzo Salmatoris ove fu steso l’armistizio fra il generale Bonaparte e i due inviati del Re di Sardegna, nell’aprile 1796. Viceversa il palazzo è trasformato in molino... e appartiene al senatore Fracassi. Una lapide rammenta che, dai Salmatoris, il palazzo passò ai Lunel. (2)

Per molti anni questo storico palazzo fu proprietà privata e parzialmente trascurata finché, fortunatamente, si decise di procedere ad un’opera di recupero e salvataggio di non trascurabile importanza:

A Palazzo Salmatoris si firmò l'armistizio. Cherasco restaura l’edificio diventato celebre per l'accordo imposto da Napoleone ai Savoia. L'idea sviluppata da «Terranostra» sugli «Itinerari napoleonici» ha coinvolto anche la città che, con l'armistizio del 28 aprile 1796 (il settimo firmato tra le sue mura), divenne famosa sui libri di storia quale «Urbs fermissima pacis», per l'accordo dettato da Napoleone Bonaparte al re di Sardegna Vittorio Amedeo III. Particolare attenzione è dedicata al palazzo Salmatoris, dove fu firmato l'armistizio e che è ora oggetto di restauro da parte del Comune, proprietario dell'immobile.

Ma la storia di questo palazzo è singolare, e merita un esame storico approfondito. Edificato tra gli anni 1616-1623 dal nobile Giovanni Secondo di Audino Salmatoris, arricchitosi a Lione con il commercio della seta, divenne subito famoso come il più comodo e il più signorile della città, tant'è che nel 1630 mentre la peste seminava stragi e infuriava la guerra, con la carestia, che rendeva ancor più tragiche le condizioni dei piemontesi, Cherasco rimase miracolosamente indenne dalla malattia (per questo fu eretto in segno di ringraziamento dei fedeli un arco trionfale dedicato alla Madonna del Rosario, artefice della grazia) e la corte reale volle venire a soggiornarvi. Aiutati dalla direttrice Maria Bonfante Cravero, che sovrintende all'archivio storico della Biblioteca, sfogliamo il diario manoscritto del cheraschese padre carmelitano Francesco Voersio (1562-1634). Si legge alla data 23 dicembre 1630: 'Ritorno a Cherasco di Sua Altezza Reale il Duca Vittorio Amedeo I per trascorrervi le feste del Santo Natale con tutta la sua Corte. Sua Altezza Serenissima, dopo essersi affaticato per accomodare i Francesi e gli Spagnoli, benché fin adesso il tutto sia riuscito intorno, è venuto a Cherasco con pochi per fare le feste qui con Madama Serenissima sua consorte (Cristina, figlia di Enrico IV di Borbone di Francia e della fiorentina Maria De Medici, n.d.r.) entrando Lei con tre cavalieri'.

Sempre di quei giorni, oltre alle cose mondane che certamente circondarono il soggiorno, un altro dato curioso viene annotato da Voersio il 10 gennaio 1631: 'Oggi il Serenissimo Principe cardinale Maurizio di Savoia (fratello di Vittorio Amedeo, nominato cardinale all'età di nove anni, n.d.r) è venuto a sentire Messa in chiesa nostra dei Carmelitani e all'offerta ha dato 20 doppie d'oro in corrispondenza dei trentanove anni che finisce, entrando nei quaranta, onde ad ogni anno ha dato uno scudo d'oro'.

Certamente il soggiorno non fu solo una parentesi allegra per i reali di Savoia tant'è che il duca, aiutato da Urbano VIII avviò le pratiche per mettere fine alla guerra di Successione di Mantova e di Monferrato, e ospitò nel palazzo Salmatoris i plenipotenziari del Papa, della Francia, della Spagna e dell'Austria. L'antico edificio tornò ad ospitare la reale casa nel 1706 quando, fuggendo da Torino assediata, qui si rifugiò, portando con sé la Sacra Sindone. Questa venne deposta in una cappella denominata «la saletta del silenzio» che fu successivamente affrescata da Sebastiano Taricco.

Certo è che i nobili padroni di casa vennero lasciati tranquilli solo per poco. Infatti, dopo aver riportato fulminee vittorie sugli austro-sardi. Napoleone giunse a Cherasco, appena conquistata dal fido general Massena, il 26 aprile 1796, volendo espressamente prendere alloggio in palazzo Salmatoris, famoso appunto per i suoi trascorsi reali. Fondato il proprio personale impero, Bonaparte fece chiamare a Parigi Carlo Giovanni Salmatoris, proprietario dell'edificio, per affidargli l'incarico di cerimoniere e di prefetto sovraintendente ai monumenti francesi.

Ma proprio con quest'ultimo discendente dei Salmatoris, che chiuse la stirpe diretta maschia, iniziarono gli anni di abbandono e di un triste declino, che solo ora verrà interrotto. Claudio Alberto. (3)

Nel 2011 il Comune, in sintonia con la celebre società storica francese Souvenir Napoleonien, ha posto una targa a ricordo dell’evento del 1796 e nel 2018 nelle sale dell’edificio si tenne una bella mostra dedicata a Napoleone.

Tutta Cherasco, però, ha una sua bellezza antica ed esprime, con le sue reminiscenze innumerevoli, il ricordo del proprio passato. In municipio magnifica è la lignea bacheca per le pubblicazioni di matrimonio, oggi non più in uso, e non meno ricche di interesse sono le lapidi poste sulla facciata a ricordo dei caduti del Risorgimento e delle guerre mondiali.

Varcando la soglia del Santuario della Madonna del Popolo, edificato agli inizi del XVIII secolo, si scoprono, invece, tante incredibili bellezze ma soprattutto una vera raccolta di stemmi araldici posti sulle panche della chiesa a memoria delle famiglie che li vollero donare.

Degni di nota sono poi i segni rimasti, sui muri di alcune case, delle antiche strade di cui riemergono i nomi del periodo napoleonico. Come in via San Pietro ove ben si scorge “rue…union…sle….”.

Maestosa è la torre del municipio la quale, pur nel rigore delle forme, sembra fare a gara con i campanili nello scagliarsi verso il cielo.

Veniamo ora ad accennare qualcosa sugli archi di Cherasco, quello di Porta Narzole fu voluto dai cheraschesi nel 1732 per ragioni di armonia urbanistica e di simmetria. Il re Carlo Emanuele III avrebbe dovuto inviare alcune statue da collocarvi ma la guerra di successione polacca impedì di sostenere questa spesa. Nel 1812 si valutò la possibilità di completarlo e consacrarlo all’impero di Napoleone collocandovi una sua statua. Ma anche questo progetto fu vanificato dalla caduta dell’imperatore. 

Per questa ragione, dunque, egli mantiene una linea assai sobria e spartana non paragonabile al magnifico arco Belvedere o della Madonna del Popolo la cui bellezza, di gusto barocco, stupisce. Fu innalzato tra il 1647 ed il 1688 in segno di gratitudine per la scampata peste del 1630. Fu oggetto di contestati restauri negli anni ’90.

Diversi sono poi i musei, i palazzi e le altre chiese la città offre anche alla curiosità dei turisti. Notevole è anche il Castello Visconteo edificato nel 1348.

Senza contare l’enogastronomico grazie ai vini ed alla cucina tipiche del Piemonte.

Una gita a Cherasco, per gusto o per diletto culturale, è dunque da raccomandare assolutamente.

Alessandro Mella

NOTE

1) Il Giornale d’Acqui e del Circondario, 39, Anno VI, 24-25 settembre 1927, p. 1

2) Ibid.

3) La Stampa, 282, Anno CXII, 18 dicembre 1988, p. 71.

 

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Articolo pubblicato il 27/12/2023