Le misteriose origini del Natale

Di Katia Bernacci

Anno 354 d.C. Furio Dionisio Filocalo, pittore e calligrafo del papa Damaso I, considerato il primo papa mecenate che la storia ricordi, era il classico studioso che amava la storia e che cercava di ricostruire gli avvenimenti del passato, non senza un po’ di fatica, poiché a quei tempi non erano molti coloro che cercavano di preservare la conoscenza.

Tra l’altro Filocalo era stato incaricato dal papa di creare un nuovo carattere calligrafico, che avrebbe ornato le lapidi dei martiri del cristianesimo, che il Damaso stava facendo ristrutturare, in memoria di coloro che avevano sofferto per quella che all’epoca era la nuova religione.

Il carattere è rimasto nella memoria con il nome di Damasiana o Filocaliana, ed è elegante e riconoscibile, tanto che spesso da questo si distingue se si è in presenza della tomba di un martire. L’artista era una di quelle persone che non si fermano mai e la sua mania di collezionare storie del passato, che incontrava le simpatie di papa Damaso, lo portò a “confezionare” una sorta di antologia, che sarebbe poi stata chiamata Cronografo 354 o Calendario del 354.

Si tratta di una raccolta illustrata di calendari, testi astronomici, cronache, leggende ed elenchi di martiri, imperatori e altro e la sua particolarità è dovuta al fatto che nel Cronografo, che sarebbe poi stato donato a un aristocratico di nome Valentino, è riportata una notizia particolare: si cita infatti il primo festeggiamento del Natale, che si sarebbe tenuto il 25 dicembre del 336.

Il Codice originale è andato perduto, ma ebbe un successo incredibile, che gli consentì di essere riprodotto più e più volte. L’informazione che abbiamo appena visto cela un interesse nei confronti delle origini del Natale che già a quei tempi doveva essere particolarmente sentito, forse più di oggi, abituati come siamo a sentirla come una festività che fa parte della nostra cultura e del credo religioso, mentre altri lo vivono anche solo come un momento per fermare il vortice del quotidiano e dedicare tempo e affetto ai propri cari.

Quanto sappiamo delle origini del Natale?

Il passare dei secoli ha deposto un velo di mistero, e più si cerca di avere certezze più tutto diventa incerto, ma vi sono alcuni dati che porterebbero a risolvere l’enigma: al di sotto di San Pietro a Roma, si trova la necropoli vaticana, cimitero di epoca romana costruito, così dice la tradizione, sopra la tomba di Pietro l’apostolo. La necropoli venne interrata da Costantino, a seguito dello spianamento del colle per la costruzione della prima basilica di San Pietro.

Tra il 1939 ed il 1949, sotto il pontificato di Pio XII, vennero fatti dei lavori di ristrutturazione e rifacimento, atti a consentire l’abbassamento della pavimentazione, poiché il papa voleva essere sepolto il più vicino possibile alla tomba di Pietro. Grazie a questi scavi vennero rinvenuti edifici laterali e cornicioni e in particolare un mosaico, detto il Sol Invictus, dove Gesù è rappresentato come una raffigurazione del Dio Apollo-Helios. Sol Invictus era un appellativo sacro utilizzato per alcune divinità in particolare provenienti dall’Oriente, divinità che portavano la luce nelle tenebre. Il culto, associato anche a Mitra (divinità di derivazione induista) si diramò in occidente e a Roma nel 218 d.C. con l’imperatore Eliogabalo, che volle sostituire a Giove la divinità del Sol Invictus. Purtroppo, i suoi eccessi non lo fecero amare dal popolo e nel 222 d.C. morì assassinato e fu preda della damnatio memoriae, la cancellazione di tutti gli atti e i documenti riportanti il suo nome, in modo che venisse dimenticato dai posteri.

Non venne però scordato il festeggiamento del Sol Invictus, che a dire il vero risaliva a moltissimo tempo prima, se consideriamo che già i babilonesi festeggiavano il dio Sole Shamash, senza scomodare le numerose costruzioni in giro per il mondo, erette in modo da essere attraversate dalla luce del solstizio invernale, che normalmente andava a toccare un punto particolare, ma diventerebbe davvero lunga l’analisi di questi luoghi, dall’antichità ad oggi, accontentiamoci di dire che quando nel 330 d.C. l’imperatore Costantino si convertì al cristianesimo, si decise di festeggiare il Natalis Christi proprio nello stesso giorno dedicato al Sol Invictus, il 25 dicembre.

Non possiamo dire che la notizia sia uno scoop, sappiamo infatti che il cristianesimo, così come altre religioni e popoli dominanti prima di loro, attuarono questo atteggiamento sostitutivo in moltissimi casi, spesso per facilitare il cambiamento senza produrre grandi sconquassi nella popolazione e perché no, vivere un po’ di rendita, visto che in questo modo era più semplice trascinare le folle e non contrariarle. Lo slogan era semplice: il figlio di Dio porta luce nel mondo; quindi, è a tutti gli effetti il Sol Invictus.

Consideriamo anche che i primi cristiani festeggiavano la nascita di Cristo in momenti diversi, come ad esempio durante l’Epifania oppure ad aprile o novembre. E non finisce qui, l’Antica Roma celebrava anche i Saturnali dal 17 al 23 dicembre, festeggiamenti dedicati a Saturno, dio dell’agricoltura e della semina, che somigliavano molto al carnevale, poiché vi si tenevano banchetti e danze in strada e nelle abitazioni private, che spesso potevano sfociare in una eccessiva libertà. Era d’uso regalare statuette in argilla che rappresentavano la buona fortuna e si facevano brindisi come si usa fare durante il Natale e il Capodanno odierni.

I padroni servivano gli schiavi in un capovolgimento di ruoli che appunto ricordano i rituali carnevaleschi e tutti erano liberi di fare festa, di abbandonare i cattivi pensieri così come si lasciava indietro l’oscurità e, con il solstizio, si salutava la luce che sarebbe finalmente arrivata e che sarebbe cresciuta giorno per giorno.

Le origini del Natale sono misteriose e si perdono nella notte dei tempi, ma c’è qualcosa di rilassante nel pensare che, anche se non si chiamava in questo modo, il Natale è stato festeggiato da sempre e che fa parte della nostra storia ancestrale e vista da questa angolazione, ben vengano le luci, i giochi, i brindisi, i regali e tutto quello che fa grande la festa più amata dell’anno.

Katia Bernacci

Bibliografia

“Il grande libro del Natale” a cura di Yume edizioni.

Fotografie di Marino Olivieri e d’archivio.

 

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Articolo pubblicato il 17/12/2023