Marianna Fontanella, la Beata torinese Maria degli Angeli, riposa a Moncalieri

Presenza mistica e concreta, fra guerra e pace, a cavallo fra Seicento e Settecento

Il 7 gennaio 1661 nasce a Torino Marianna Fontanella. Tra gli antenati della sua mamma, originaria di Chieri, si annovera Marta Tana, la madre di San Luigi Gonzaga (1568-1591), che immola la sua vita a 23 anni, a servizio tra gli appestati di Roma. Il suo esempio è importante per la formazione spirituale di Marianna, arricchita con la devozione alla Madonna e a San Giuseppe. La giovane è affidata alle cure di un precettore che vive nella casa di via dei Mercanti, dove una lapide oggi ricorda la figura della Beata.

A 14 anni rimane orfana di padre; un anno dopo, nel maggio 1676, matura la chiamata da Dio, durante l’Ostensione della Sindone. Lei si trova su un palco affollato di religiosi, accanto a lei un carmelitano, padre Francesco Antonio di Sant’Andrea, è colpito dall’espressione estatica e rapita di una fanciulla quindicenne, e quest’incontro è la realizzazione di una vocazione già sbocciata nel segreto. Il rapporto con la Sindone sarà una nota costante e saliente nella vita religiosa di Maria degli Angeli.

Vinta l’opposizione della famiglia, il 19 novembre dello stesso anno entra nel monastero delle carmelitane scalze di Santa Cristina, attiguo all’omonima chiesa, con il nome di Maria degli Angeli e l’anno successivo pronuncia i voti solenni.

Vivrà un periodo di sofferenze e prove interiori, che dura ben quattordici anni, accompagnate da visioni mistiche, che le fanno acquisire la maturità umana e spirituale e u equilibrio interiore che traspare dal suo comportamento.

A soli trent’anni, è scelta quale educatrice delle novizie. Nel 1694, a soli trentatré anni, è nominata priora, previa dispensa apostolica; verrà confermata nella carica per altre tre volte.

Da parecchi anni il Ducato di Savoia è in guerra con la Francia. Vittorio Amedeo II, uscito di minorità, assume il governo nel 1684, sotto la pressione della vicina e ingombrante Francia. Nel silenzio del Carmelo di Santa Cristina, Maria degli Angeli prega e fa pregare. Il suo primo biografo, Elia di Santa Teresa, scrive La diletta del Crocifisso (1729), in cui ricorda che “lo zelo della Ven. Madre, che chiudersi non potea ristretto entro a’ cancelli del Chiostro, volava supplicante al Trono dell’Altissimo, acciocché degnar si volesse di spegnerne una volta l’ardore (del conflitto, N.d.A.). Compiacquesi Dio esaudire la sua Diletta, e le fece sapere che avrebbe ricondotta in questi contorni la pace se l’Augusta (città, N.d.A.) di Torino ponevasi sotto la protezione del Glorioso patriarca San Giuseppe”. La sua supplica è portata al Comune da Giovanna Battista di Savoia – Nemours e dalla duchessa consorte, Anna d’Orléans, tramite il Marchese Carlo Francesco Morozzo. Nella seduta del Consiglio del 31 dicembre 1695 il Comune acclama “il Glorioso S. Gioseppe per Comprotettore della Città”.

Le dame di Corte, che accompagnano la Madama Reale nel monastero, sono spettatrici stupite delle sue estasi. E così arrivano la fine della guerra e la liberazione di Torino, sancite dalla Pace di Vigevano del 1696 (1), che viene ulteriormente sancita con il matrimonio di Maria Adelaide con il Duca di Borgogna.

Torino aumenta l’ammirazione e la stima per la carmelitana, in primo luogo i Duchi di Savoia, che diventano suoi confidenti.

Innamorata di San Giuseppe, il 29 settembre 1698 richiede al Comune “un quadro, che servì d’ancona all’Altare Maggiore (della chiesa di Santa Cristina, N.d.A.) dell’effigie di detto santo in qualità di intercessore per la città, qual venghi anche rappreesentata in dett’ancona, per esporla il giorno della festa (del Patrocinio, N.d.A.), e nell’altre occorrenze pubbliche”.

L’opera viene commissionata all’artista Daniel Seiter (1647 – 1705), che lo esegue a Roma, mentre lavora alla decorazione della chiesa di Santa Maria in Vallicella. Giunto a Torino, il quadro, prima di essere consegnato alle suore, sarà esposto in Comune e, per tutto il Settecento, utilizzato durante la Festa del patrocinio. Ce lo attesta Ignazio Nepote nell’opera Il pregiudizio smascherato da un pittore (Venezia 1770), con queste parole: “Le Carmelite Monache / Quando la festa celebran / Detta del Patrocinio / Del Sposo della Vergine / Di Daniel (Seiter, N.d.A.) espongono / un’opera, dove il Figlio / Sta con Maria in braccio, / Quai San Giuseppe mostraci”. La tela scompare con le citate soppressioni napoleoniche e ricompare soltanto nel 1993 e ripresentata al pubblico nella mostra di palazzo Carignano del 2011.

Con le sue visioni, lei prevede la agognata nascita dell’erede al trono, Vittorio Amedeo Giuseppe, che vede la luce nel maggio del 1699, dopo quindici anni di attesa, e del fratello, Carlo Emanuele.

Desiderosa di sfuggire alla notorietà e spinta dal desiderio di fondare un nuovo Carmelo che possa accogliere le giovani, quando a Santa Cristina non ci sono più posti, nel 1703 fonda a Moncalieri un altro Carmelo, dedicato a San Giuseppe, senza però potervisi trasferire per l’opposizione dei Savoia che esercitano forti pressioni sull’Ordine per impedire che lei si allontani da Torino in un periodo delicato.

Inoltre, durante l’assedio francese del 1706, rassicurata da due successive visioni della Madonna, esorta la città a resistere e ad avere fede, supportata in ogni momento dal Beato Sebastiano Valfré (1629 – 1730): Maria degli Angeli è certa che il 7 settembre, festa di “Maria Bambina”, la città sarà salva. La sua frase risuona nelle strade di quella piccola Torino, ripresa dal Valfré e ripetuta anche sui bastioni e fra i militari sfiniti: “Alla Bambina vinceremo. La Bambina sarà la nostra liberatrice” (2).

Maria degli Angeli prevede anche la peste bovina che colpisce il Piemonte fra il 1713 e il 1715. La fama della sua santità varca presto le soglie della clausura, soprattutto per le frequenti visite al monastero da parte delle principesse reali e del loro seguito. Persone di ogni ceto e categoria ricorrono a lei per consiglio o per interporre la sua intercessione presso il Signore. Tra questi si distinguono Madama Reale, la Duchessa e lo stesso Vittorio Amedeo II.

Il 16 dicembre 1717, a soli 56 anni, va incontro a Dio. La sua causa di beatificazione, già avviata nel 1720 (il 5 maggio 1778, Papa Pio VI ne proclama le virtù eroiche), si conclude sotto Pio IX, il 25 aprile 1865, che la iscrive tra i beati del cielo.

San Giovanni Bosco (1815 – 1888), nel 1866, ne scrive la biografia che diffonde tra le sue “Letture Cattoliche” (3), proponendola come modello di santità e di amore cristiano.

Il corpo di Maria degli Angeli viene sepolto sotto il coro grande di Santa Cristina, dove rimane fino al 1802, quando il Carmelo è chiuso dalle leggi napoleoniche. Le sue spoglie vengono trasferite nella chiesa di Santa Teresa, nella omonima via e a brevissima distanza; nel 1988 vengono traslate e si venerano nella chiesa delle carmelitane scalze a Moncalieri (Torino).

La sua festa si celebra il 16 dicembre, chiedendo per noi a Dio per la sua intercessione: “Fa’ che viviamo con purità evangelica per averti sempre ospite in noi, tempio della tua gloria”.

Oggi che l’immagine ha assunto molta importanza, individuale e sociale, può sembrare strano che il culto di Maria degli Angeli inizi proprio dalle immagini, un tempo usate per la memoria e la preghiera dei defunti. La sua immagine si diffonde dopo il 1865, data della beatificazione, grazie ad alcune incisioni e, in seguito, ad un’immagine cromolitografica fatta eseguire dalla Lega Eucaristica (4), opera fondata dai Carmelitani Scalzi nel 1897. Maria è raffigurata a mezzo busto, con il Crocifisso tra le mani, a volte con un libro, il naso pronunciato a stagliarsi sul viso.

Un suo ritratto assai significativo è conservato a Torino, all’interno del refettorio dell’Istituto di Santa Maria Maddalena, in via Cottolengo, una delle istituzioni create dai Marchesi di Barolo nella loro grande opera sociale.

Un secondo ritratto è conservato al Carmelo di Moncalieri, proveniente da Vigone. Nelle pieghe della storia, questa storia quasi segreta viene svelata da una supplica, del 1874, del Conte Luigi Arnaldi di Balme.

E, da ultimo, un terzo ritratto, è stato ritrovato a Saluzzo, nella chiesa dell’ex monastero di Santa Maria della Stella, recante una scritta apposta dopo la sua beatificazione: “B.M. MARIA AB ANGELIS CARMELIT. EXCALCE. OBIJT / TAURINI ANNO DOMINI 1717 DIE 16 DECEM. AETAT. A ° 57”.

In un linguaggio aulico ed antico, ci racconta la devozione antica e forte per questa figura che tanto ha dato alla nostra città e che merita una ampia riscoperta, non solo in chiave religiosa.

 

Note

1) Nel 1696 a Vigevano i delegati di Austria, Francia, Inghilterra e del Duca di Savoia stabiliscono un accordo che pone fine alla guerra della Grande Alleanza e fissa le premesse per la successiva pace di Rijswij.

2) Alla festa liturgica si affianca un'antica devozione popolare a Maria Bambina. Negli anni fra il 1720 e il 1730 una francescana di Todi (suor Chiara Isabella Fornari) realizza per devozione personale alcuni simulacri in cera di Maria neonata, avvolta in fasce. Una di queste effigi nel 1739 è donata alle suore Cappuccine di Santa Maria degli Angeli, in Milano. Le suore ne propagano la devozione, che nel contesto ambrosiano trova un terreno fecondo. Dopo trasferimenti e vicissitudini, la statuetta approda nella casa generalizia delle Suore di Carità di Lovere, in via Santa Sofia a Milano, dove diventa popolare, tanto che ad oggi le suore di questa congregazione sono popolarmente chiamate "di Maria Bambina".

3) “Spinto dalla necessità, in quei mesi ho cominciato a scrivere alcune pagine schematiche sulla Chiesa Cattolica, poi alcuni ma­nifestini intitolati Ricordi per i Cattolici. Mi misi a distribuirli tra i giovani e tra gli adulti specialmente durante gli Esercizi Spi­rituali e le Missioni popolari. Quei fogli e libretti furono accol­ti con avidità, e in breve se ne distribuirono migliaia di migliaia” (Cfr. Memorie dell’Oratorio).

4) Iniziata in Milano il 16 gennaio 1896, col nome di S. Lega Eucaristica, da Padre Gerardo Beccaro, carmelitano scalzo, per unire i cattolici in devozione speciale verso l'eucaristia e per riparare le offese fatte ad essa. Seguiranno una tipografia per l'edizione di stampe cattoliche (fra cui il periodico mensile L'Aurora del Secolo del Sacramento), un ospizio nazionale per i derelitti, e il tempio monumentale, inaugurato in Milano il 2 novembre 1897 e dedicato al Corpus Domini, eretto con le oblazioni degli iscritti alla S. Lega, specialmente d'Italia, Belgio e Francia. La Lega viene sostenuta da molti vescovi, specie dal Cardinal Ferrari e da Papa Leone XIII.

 

 

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Articolo pubblicato il 16/12/2023