Ermetismo, linguaggio dell’anima ieri e oggi. Parole destinate all’anima

 
 Al Salone Internazionale del Libro di Torino, le Edizioni Lectorium Rosicrucianum ci hanno parlato di un Ermetismo che si rivolge alla percezione più intima dell’essere umano.

 

 questo argomento verrà approfondito mercoledì

23 maggio ore 21,00 presso il centro Lectorium Rosicrucianum di

Moncalieri - via J.F. Kennedy, 15

www.rosacroce.info tel. 347.190.68.58 e-mail: piemonte@rosacroce.info

 

 

di Eva Cristina Casciello



Ad aprire la Conferenza pubblica “Ermetismo, linguaggio dell’anima ieri e oggi”, a cura delle Edizioni Lectorium Rosicrucianum, un video molto particolare.
In un mondo nel quale siamo abituati a ragionare per categorie, gruppi sociali e culturali, finalmente si parla di una saggezza unica, che ha caratterizzato l’umanità sin dai suoi albori manifestandosi mediante un filo d’oro che intende un’unica voce: quella della ricerca della verità. Il brano musicale finale della proiezione sembrava inaugurare alla perfezione la tematica che da qui a poco sarebbe stata approfondita:
"A Tábua de Esmeralda", in lingua portoghese di Jorge Ben Jor.

Con una premessa sugli aneddoti storici, come volo di falco che sovrasta il cielo del tempo, siamo giunti al motivo per il quale l’Ermetismo ha da sempre suscitato nel cuore di molti una curiosità singolare. Di origine ellenistica, gli scritti ermetici hanno trovato una rifioritura in epoca rinascimentale: esattamente quando l’essere umano, stanco del freddo inverno medievale, anelava a una primavera fatta di fiori e frutti spirituali.
E’ cambiato qualcosa d’allora? Certamente no, poiché la clessidra del tempo non muta l’essere umano ed essendo il tempo ciclico, ciclici sono anche i suoi quesiti.

A sottolinearne l’estremo valore spirituale, il commento di Jan van Rijckenborgh al Corpus Hermeticum nella collana La Gnosi originale egizia e il suo appello nell’eterno presente, editato dalle Edizioni Lectorium Rosicrucianum.

Ascoltiamo la voce di Ermete:

È vero! È certo! È l’intera verità!

Quello che è in basso è come quello che è in alto

E quello che è in alto è come quello che è in basso,

affinché si compiano i miracoli dell’Uno.

II primo versetto afferma che la verità, di cui testimonia la Tabula Smaragdina, è interamente   confermata  dall'esperienza nella personalità e nel sistema microcosmico dell’essere in questione. Quando l'uomo ermetico dice «È vero» intende una cosa assai diversa

da un'ordinaria affermazione di verità dialettica. L'uomo ermetico parla e testimonia della verità soltanto quando ha percorso un cammino ascensionale e sperimentato in se stesso i suoi valori. C’è da riporre assoluta fiducia nella testimonianza di questo uomo divenuto mago;

allorché avremo percorso noi stessi il cammino dell'esperienza, potremo dire con la stessa esaltante certezza: «È vero!». La verità è tale per noi, soltanto quando la  sperimentiamo,

la viviamo direttamente. Cosa ci può apportare una verità che non adottiamo, che non viviamo?


La seconda affermazione, «È certo» sottolinea che la verità è - non può essere altrimenti -  

a misura dell'esperienza individuale. Ne consegue che ogni speculazione filosofica

ci allontana dalla verità. La filosofia, come la conosciamo nella natura dialettica,

è nella maggioranza dei casi una speculazione intellettuale. Per questo motivo esiste una grande quantità di sistemi filosofici in reciproca contraddizione. Tali tentativi sono spesso prova di intuizioni elevate, di un bisogno infinito di verità e, tuttavia, rimangono lontanissimi dalla verità. La verità di cui testimonia l'uomo ermetico è innanzitutto vissuta,

poi priva di ogni elemento speculativo e, infine, deve essere intera («È l’intera verità»).
Solo quando la verità è intera può essere liberatrice. L'essere umano dialettico è solito ripetere: «Ciò che è vero per voi non è necessariamente vero per me». In effetti, esistono innumerevoli presunte verità in lotta fra di loro per prevalere nel mondo. In altre parole l'uomo naturale, che lotta nel suo isolamento, segue  spesso un cammino necessario e vero per lui, ma assolutamente inutile o perfino dannoso per altri, mentre la verità intera in senso ermetico abbraccia tutto, è destinata a tutta l'umanità, è valida ovunque e per chiunque.
I personaggi, inoltre, descritti nel Corpus Hermeticum, hanno tutti una specifica funzione.
Pimandro (il Nous), Ermete (l’aspetto anima che guarda le cose dell’alto), Asclepio (aspetto dell’anima rivolto verso il basso), Tat (colui che pone le domande, attraverso le quali costringe e permette l’immanifesto a manifestarsi): insieme costituiscono il corpus, un organismo in sé completo. Essi non possono essere e operare disgiunti, necessitano l’uno dell’altro per potersi manifestare. Per questo L’Uno, Dio, il Perfetto, ha bisogno dell’Uomo, l’imperfetto per manifestarsi come Amore.

A chiusura della serata, scandita da intensità che può percepire solo il più profondo sentire dei cuori in ascolto, le parole di Pimandro che così risuonano:


Apprendi dunque, figlio mio,

la relazione tra Dio e l’universo:

cioè Dio, l’eternità, il mondo, il tempo e il divenire.

Da Dio proviene l’eternità,

l’eternità crea il mondo,

il mondo crea il tempo,

il tempo crea il divenire.

L’essenza di Dio è il bene, il bello, la beatitudine e la saggezza;

l’essenza dell’eternità è l’immutabilità;

l’essenza del mondo è l’ordine:

l’essenza del tempo è il cambiamento;

l’essenza del divenire è la vita e la morte.

Si ringraziano le Edizioni Lectorium Rosicrucianum per aver fatto riecheggiare il linguaggio dell’anima: ieri e oggi più che mai.

 

 

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Articolo pubblicato il 18/05/2012