Pregiudizi e una promessa

Ebrei che non demordono

Tempo di lettura: 5 minuti.

Sono diventati numerosi gli episodi di antisemitismo, che si verificano ormai quotidianamente sul web o per strada, da quando il conflitto israelo-palestinese ha conosciuto l’eccidio della Striscia di Gaza. Si legge nelle LINEE GUIDA SUL CONTRASTO ALL’ANTISEMITISMO NELLA SCUOLA, dettate dal nostro Ministero della Istruzione a novembre del 2021, che l’antisemitismo è un sentimento o un comportamento ostile o intollerante verso gli ebrei o l’ebraismo, basato per lo più su pregiudizi; su giudizi, cioè, dati prima di aver acquisito completi elementi di giudizio.

Anche questi atti di violenza di oggi, spesso ricondotti al razzismo nazista e fascista, hanno però origini ben più lontane. Molto dell’antisemitismo moderno, infatti, è già nei pregiudizi antiebraici di natura economica, sociale e politica in genere, succedutisi almeno dal IV secolo dopo Cristo.

Nel 313 infatti Costantino, con l'Editto di Milano, riconosce la libertà di culto religioso; il cristianesimo viene considerato religione lecita nell'Impero e gli ebrei cominciano ad essere accusati di deicidio: responsabili della morte di Gesù, Dio fattosi uomo, vanno maledetti eternamente.

Nel periodo feudale, per la riscossione dei tributi i Signori dei Comuni si servono per lo più degli ebrei e cominciano le malevole dicerie sulla avidità di questi.

Le condizioni di disagio spingono spesso i meno abbienti a ricorrere a prestiti. Per l’uso del danaro preso a prestito, che va restituito, si paga una usura, cioè un interesse. Queste operazioni commerciali, un tempo in teoria proibite ai cristiani, presero ad essere praticate per lo più dagli ebrei, che diventano così usurai di mestiere. Nel tempo, il termine ha assunto un significato spregiativo e oggi l’usura è considerata reato, quando gli interessi eccedono le condizioni previste dalla Legge.

Le minoranze ebraiche sono state spesso oggetto di restrizioni sociali, anche da parte della Chiesa. A Roma il ghetto fu istituito dopo la  bolla Cum nimis absurdum (Poiché è oltremodo assurdo) di papa Paolo IV  nel  1555.

Un centinaio di anni dopo cominciò a diffondersi in Europa un vasto movimento culturale, filosofico, politico e sociale, che passerà alla storia come Illuminismo e che culminò in Francia con la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino. Questa proclamò il principio di uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge, ma non segnò la fine delle restrizioni sociali degli ebrei, i quali cominciarono ad essere considerati gli autori sediziosi di un grande complotto rivoluzionario, che prese ad agitare l’Europa dopo il tramonto dell’astro napoleonico. Si preconizzava, infatti, che gli ebrei stavano operando in modo segreto per il controllo del mondo, attraverso istituzioni innanzitutto finanziarie. Molto contribuì in modo significativo alla diffusione di questa teoria complottista il Protocollo dei Savi di Sion, un falso documentale, cosa ormai certa, stampato in Russia nei primi anni del 1900, formidabile strumento di propaganda antisemita, che ancora oggi ha i suoi seguaci sostenitori.

Intorno a quegli anni, intanto, si indagava circa la possibile supremazia di una razza sulle altre e nel razzismo gli ebrei finirono per essere considerati razza inferiore. Il cerchio intorno a loro fu chiuso da Hitler, che nella sua follia persecutoria coinvolge pure il nostro Mussolini, il quale vede distrutto così, nella percezione comune, anche quel che di buono gli riconoscono i suoi detrattori.

Comincia l’epoca dell’antisemitismo moderno, che enfatizza motivi antichi di odio culturale e razziale contro gli ebrei, mentre cresce l’antisionismo, cioè la avversione politica al loro progetto di pieno possesso della Terra promessa. Qui tornano ancora una volta, migranti in fuga dagli orrori della shoah, la tempesta devastante dell’olocausto, ma vi tornano come ne fossero sempre padroni, dimentichi del fatto che, per averla un tempo abbandonata, per gli arabi islamizzati di lì quella, da tempo, ormai è terra loro.

Deicidi, usurai, complottisti, inferiori per razza. Sono tra gli stereotipi che accompagnano il giudizio sugli ebrei, i pregiudizi che spesso ancora connotano le loro valenze sociali, per le quali sono sempre frutto di oscure trame tanto il prestigio acquisito da certe loro famiglie, come ad esempio quello dei banchieri Rothschild e Oppenheimer, quanto la ricchezza ostentata da alcuni di loro, come ad esempio quella di George Soros, cui oggi la rivista Forbes attribuisce un patrimonio di ben sette miliardi di dollari.

Gli ebrei sono un popolo di migranti sin dalla nascita. Dalla Terra promessa si allontanarono presto per una grave carestia che li porto ad andarsene in Egitto. Vi ritornarono con Mosè. Ma quella terra vide poi le alterne dominazioni degli Assiri, dei Babilonesi, dei Persiani, dei Macedoni, dei Romani e da qualche secolo, ormai, è abitata da Arabi islamizzati. Ogni dominazione fu motivo di deportazioni per tanti ebrei o di migrazioni per tanti altri, verso luoghi più ospitali, e poi di ritorni in massa, quando sembrava che la pace fosse tornata in quella terra dalla quale si erano allontanati per vicende avverse.

Il fardello che gli ebrei si portano appresso almeno da Costantino in poi è quello di certi pregiudizi; ma hanno sopportato anche carestie, deportazioni, migrazioni indotte dalle necessità e uno sterminio per motivi di razza, con lo stereotipo radicato nella mente e nel cuore, che comunque non può essere che loro la Terra promessa agli albori della storia. Giacché in tanti son lì adesso da più di mezzo secolo, non demordono quindi oggi, dal volerla tutta solo per loro questa Terra promessa. Portano pertanto avanti la sua occupazione con metodi che, contro di loro, ai pregiudizi in parte immotivati aggiungono il disdegno di giudizi invece quasi tutti motivati.

Si vales, vàleo.

© 2023 CIVICO20NEWS - riproduzione riservata

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 27/11/2023