Guerra in Ucraina: a che punto eravamo rimasti?

Improvvisamente i media nostrani hanno spento la gran cassa mediatica della propaganda. Scopriamo perché.

Vi ricordate i giorni in cui i media occidentali descrivevano i russi come una nazione arretrata e povera? Quando si eccitavano nel dire che le loro Forze armate sarebbero presto capitolate? Rammentate quando i media nostrani esaltavano il grande sforzo bellico ucraino contro i “terribili invasori” russi? Immagino che abbiate anche sentito parlare della famosa controffensiva ucraina, pronta a ribaltare le sorti del conflitto… ebbene, nulla di tutto questo viene più raccontato.

Il motivo è semplice. Era tutta una bugia.

Da diverso tempo il nostro sistema d’informazione, di pari passo con la nostra classe politica, ha perso progressivamente di credibilità. Basti pensare ai terribili giorni di propaganda pandemica, con televirologi e psedoscenziati assoldati per essere prestati alle peggiori operazioni da imbonitori vaccinali.

 

Ma analizziamo l’attuale situazione dell’operazione militare da entrambe le parti in causa.

 

Il punto di vista russo

Secondo il ministero della Difesa russo, le forze armate russe stanno causando gravi danni alle truppe ucraine posizionate lungo il fiume Dnipro. Inoltre, si afferma che le truppe russe che combattono nella parte orientale del fronte meridionale di Donetsk hanno raggiunto posizioni più vantaggiose. Il portavoce del ministero, Igor Konashenkov, ha dichiarato che l'Ucraina ha subito la perdita di oltre 460 militari. In precedenza, Kiev aveva annunciato con successo una serie di attacchi contro le truppe russe che occupavano la sponda orientale del fiume Dnipro.

 

Il punto di vista ucraino

In un comunicato sul social media, Oleksandr Prokudin, responsabile della gestione militare regionale, ha detto che sei individui hanno perso la vita e altri dieci sono stati feriti durante gli attacchi aerei russi avvenuti ieri nella regione meridionale ucraina di Kherson, come riportato da Ukriform. Secondo Prokudin, nelle ultime 24 ore, l'esercito russo ha lanciato 58 attacchi, sparando un totale di 347 colpi di artiglieria, utilizzando mortai, l'artiglieria, i sistemi di razzi a lancio multiplo Grad, carri armati, droni e aerei. Oltre a quartieri residenziali, gli attacchi hanno colpito strutture amministrative, un punto vendita nel distretto di Kherson, un'installazione sanitaria e stazioni di servizio.

Il Capo di Stato ucraino, Volodymyr Zelensky, ha suggerito che le truppe russe potrebbero probabilmente essere in fase di accumulo di missili per mirare alle strutture energetiche ucraine nei mesi invernali in arrivo. “Suppongo che stiano ammassando missili, ma non penso che ne abbiano molti più di prima. Se ne avessero avuti, avrebbero già iniziato a fare bombardamenti”, ha affermato.

L'Ucraina prevede un'ondata di attacchi russi alla sua infrastruttura energetica, simile a quello dell'ultimo inverno, evento durante il quale milioni di cittadini ucraini furono privati di riscaldamento ed elettricità in condizioni climatiche estremamente fredde.

 

L'analisi generale

Ora, risultata palese come da entrambe le parti coinvolte si ammetta una evidente difficoltà ucraina verso un totale e schiacciante vantaggio russo. Un vantaggio non solo esplicitato sul piano degli armamenti e delle munizioni (situazione assolutamente prevedibile quanto ineluttabile), ma anche sul piano psicologico. I reparti del governo abusivo di Kiev, infatti, sono sempre meno formati militarmente, più stanchi e logori verso una guerra che percepiscono con sempre meno coinvolgimento.

Consci del fatto che le tattiche e gli armamenti NATO mal si conciliano con chi è sempre stato abituato a combattere alla maniera sovietica. I militari ucraini sono oramai composti da persone trascinate lì a forza. Sono finiti i giorni di propaganda, dove si mostravano mamme e nonne coraggiose pronte a lasciare i ricchi paesi occidentali per raggiungere i propri figli e nipoti in Guerra.

Come sempre accade, la propaganda e il fervore ideologico si scontrano con la realtà.

E la realtà si palesa come un fulmine che colpisce le fondamenta degli apparati strategici statunitensi. Dopo la ritirata disastrosa dell’Afghanistan, ora tocca all’Ucraina e all’est Europa. Più tardi toccherà al medio e vicino oriente, dove una rinnovata Israele teocratica e militare si discosterà sempre di più dall’impronta liberal americana. Per non parlare del nuovo asse in “salsa” BRICS Arabia Saudita-Iran. Dopo l’unità del mondo sunnita con quello sciita il prossimo step potrebbero essere i Balcani e Taiwan. Questa “Terza Guerra mondiale a pezzi” rischia di scatenare una serie di effetti domino pronti a scardinare dall’interno e dall’esterno il dominio americano sul Mondo.

In questi ultimi mesi, al Pentagono non stanno dormendo sonni tranquilli, e di sicuro le prossime nottate saranno pressoché ‘in bianco’.

 

 

© 2023 CIVICO20NEWS - riproduzione riservata

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 19/11/2023