La Tenuta di Marinella di Sarzana (La Spezia) è fatiscente
Tenuta di Marinella a Sarzana (La Spezia)

Costruita dalla famiglia Fabbricotti, una dinastia carrarese di imprenditori e benefattori

A Marinella di Sarzana sopravvive un borgo agricolo che cerca ragioni per guardare al futuro, in quanto è in gran parte abbandonato; è stato costruito dalla famiglia Fabbricotti, che rappresenta una grande pagina del passato, nel territorio fra Sarzana e Carrara.

Quella dei Fabbricotti è una storia di cultura e tradizione iniziata nel 1722 con il capostipite, Domenico Bartolomeo, e portata avanti dai discendenti, divenuti in seguito un iconico casato della borghesia del marmo di Carrara che, fra il 1770 e il 1930, assume il pieno e incontrastato dominio del commercio dei marmi, con il possesso di cave, segherie e laboratori, oltre a vastissimi patrimoni immobiliari.

La dinastia industriale dei Fabbricotti si apre nel periodo fra il 1770 e il 1775 con Francesco Antonio (1746-1809) un “capocava” che crea la prima industria. Il loro astro si afferma nell’Ottocento, grazie alle due figure chiave della famiglia, Domenico Andrea (figlio di Francesco Antonio) e del suo terzogenito Carlo, ”Carlaz” (Torano di Carrara 1818 - Carrara 1910). Alla morte del padre, nel 1877, eredita insieme ai fratelli le cave, le segherie e le attività commerciali della famiglia. “Carlaz” continua l’attività imprenditoriale in proprio ed acquista ampie tenute a Bocca di Magra e a Marinella. A Luni avvia i lavori di scavo che portano alla luce l’anfiteatro e un gran numero di reperti dell’epoca romana.

Con lo sfruttamento delle cave la ricchezza della famiglia cresce in modo esponenziale, i suoi membri si impongono sulla società carrarese e sbaragliano i mercanti del marmo del tempo. Da piccoli “capocava”, i Fabbricotti diventano proprietari e conquistano il mercato locale, poi quello nazionale, fino ad aprire aziende di importazione a Londra e oltre oceano, portando il marmo di Carrara in America e il loro nome ovunque.

La GM Fabbricotti nasce nella seconda metà dell’Ottocento, con la gestione diretta della lavorazione della cava Calacata n° 10 da parte di Guido Murray Fabbricotti, figlio di Bernardo Fabbricotti (che sposa a Londra Helen Murray assumendone il cognome accanto al proprio), nipote di “Carlaz”.

La supremazia della famiglia si concluderà nel 1934, quando il fascismo impone regolamenti restrittivi sulle cave e sul marmo di Carrara, poco prima della morte di Carlo Andrea Fabbricotti (Carrara 1896 - 1935). Egli eredita dal padre l'impresa di famiglia, acquista le quote dello zio Giuseppe e si pone a capo del patrimonio familiare. Volontario di guerra nel 1915, premiato con medaglie ed encomi, sarà anche letterato, attivista politico, diplomatico e mecenate.

Pur essendo conservatore, è contrario alle ritorsioni antioperaie attuate da molti industriali e si dissocia pubblicamente dalle posizioni estreme adottate da altri contro i proletari del marmo.

La sua attività imprenditoriale subisce una battuta di arresto con la crisi del 1929 e, nonostante i tentativi di risollevarsi alleandosi con altri industriali carraresi, negli anni Trenta del Novecento la famiglia, complice la politica del podestà Renato Ricci, volta a combattere le concentrazioni industriali locali, perde le attività legate al marmo e le tenute agricole.

La sua morte, nel 1935, rappresenta la fine dell'azienda.

La Tenuta di Marinella di Sarzana è un'area agricola di oltre 500 ettari, al confine tra Liguria e Toscana, e si sviluppa in parte sul territorio un tempo occupato dalla colonia romana di Luni e dal bacino del suo porto. Il villaggio agroindustriale nasce all'interno della Tenuta nella seconda metà dell'Ottocento ad opera dei Fabbricotti.

I primi insediamenti nell'area oggi occupata dalla Tenuta risalgono alla colonia romana di Luni; successivamente, la zona viene abbandonata dai Vescovi di Luni ed utilizzata dalle comunità di Ortonovo e di Nicola per pascolarvi le greggi, recuperare legname e pescare negli stagni.

A fine Seicento, l'area della Tenuta divenuta territorio di Sarzana, viene presa “a livello” da Pier Francesco Fiesco, discendente della famiglia genovese dei Fieschi. L'area, ancora a fine Seicento, si presenta in larga parte paludosa e malsana; nel medesimo secolo, il “livello” è trasferito alla famiglia genovese dei Serra che, ai primi dell'Ottocento, tramite l'affrancazione, ne diventa proprietaria. Un primo intervento di bonifica si deve ai Fieschi, che permette l'avvio dell'attività agricola intorno al nucleo centrale della Tenuta.

Nel 1865 la Tenuta venne acquistata dai Fabbricotti, che iniziano importanti opere per sviluppare il piccolo insediamento già esistente (ci sono tracce di una prima fattoria da metà Settecento), con la costruzione di nuove case, l’ampliamento degli spazi e la realizzazione di due nuove grandi piazze. Alcuni anni dopo, l'insediamento è trasformato in un villaggio agroindustriale dotato di tutte le strutture necessarie, come la chiesa, una scuola (che oggi non esiste più), negozi e ufficio postale, per essere autonomo dai due centri più vicini, Sarzana e Carrara. La chiesa dedicata a Sant'Eutichiano, viene costruita nel 1881 e diventa sede parrocchiale dagli Anni Trenta del Novecento.

I Fabbricotti avviano, in contemporanea, interventi di bonifica nella fascia litoranea e nella zona più interna della Tenuta; l'intera superficie viene regimata con la costruzione di canali e la messa in funzione di idrovore.

Il villaggio viene concepito per essere autonomo, al suo interno trovano posto l'edificio direzionale aziendale, botteghe e negozi, cantine, latterie e magazzini. Le strutture sono rimaste pressoché intatte, motivo per cui dal 1994 l'intera area è sottoposta a vincolo della Sovrintendenza ai Beni Culturali di Genova.

Durante la gestione dei Fabbricotti la Tenuta di Marinella si allarga sino a raggiungere i 500 ettari con l'acquisto di nuovi terreni lungo la fascia costiera, nella zona di Bocca di Magra (compreso il monastero di Santa Croce del Corvo) e di Fiumaretta.

Nel 1934 la principale azienda della famiglia precipita nel fallimento, con la conseguente messa all'asta di un ingente patrimonio composto da tutti i beni immobiliari, con cave, segherie e laboratori. Nel fallimento rientra anche la Tenuta di Marinella. A seguito delle aste, la Tenuta è acquistata dal Monte dei Paschi di Siena, che la amministra negli anni successivi attraverso l'Ufficio Beni Rustici.

Il fato sembra aleggiare su questa proprietà, anche il Monte dei Paschi attraversa crisi e difficoltà aziendali e la Tenuta di Marinella oggi è di proprietà della Marinella S.p.A., società in corso di liquidazione; il destino di questo patrimonio del passato appare ancora incerto.

La mattina, l’area è percorsa come un parco per camminare, correre, andare in bicicletta. La sua superficie è immensa, dal litorale arriva a lato dell’autostrada; percorrere i suoi sentieri sterrati, tra case fatiscenti, cascine abbandonate e impianti di produzione dismessi, trasmette un senso di malessere e di pochezza di fronte all’incedere del tempo.

Si incontrano anche alcune case padronali con il rustico attiguo, il vento e gli uccelli sono gli unici rumori che si possono ascoltare.

Visibile anche dall’Aurelia, si erge il mausoleo dei Fabbricotti, giusta memoria a una famiglia che ha costruito tutto questo, anch’esso non versa in buone condizioni.

L’auspicio è che qualche ente o istituzione interessata alla salvaguardia della storia e della cultura locali si faccia carico di preservare la grande storia che è passata di qui ed oggi è dimenticata nella fatiscenza dei luoghi e dei terreni incolti.

 

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Articolo pubblicato il 09/11/2023