I dialetti sbarcano sul web
Prosegue la rassegna culturale

Grazie alla Rete, le minoranze linguistiche godono di una nuova linfa

C’è chi profetizzava che, con la diffusione di Internet si sarebbe decretata la fine di dialetti e parlate locali.  Nulla di più errato dato che, grazie alla Rete, le minoranza linguistiche godono di una nuova linfa e sono più vive che mai.

A testimoniarlo una tavola rotonda “Le minoranze linguistiche nell’era digitale”, organizzata sabato 12 maggio presso lo stand del Consiglio regionale, al Salone del libro di Torino, moderata da Rita Marchiori, direttore della Comunicazione Istituzionale dell’Assemblea regionale.

“Con il web abbiamo creato nuovi contatti fra persone che parlano il piemontese ma vivono distanti, anche all’estero, rafforzando la conoscenza reciproca, migliorando le opportunità di confronto sull’attività di ogni gruppo anche attraverso i social network”

hanno affermato Albina Malerba e Davide Filié, della minoranza linguistica piemontese.

L’importanza della multimedialità, di poter ascoltare la lingua e non solo di leggerla attraverso un sito, è uno dei vantaggi sottolineati da Esteve Anghilante e Barbara Salerno, della minoranza linguistica occitana, che hanno parlato delle innovazioni digitali della loro associazione, la Chambra d’Oc.

“Con il web abbiamo ridotto i costi delle comunicazioni, aumentato la nostra visibilità e reso più immediata la ricerca di materiali e conoscenze sulla nostra cultura”

hanno precisato Guido Ostorero e Maurizio Gerotto, della minoranza linguistica francoprovenzale.

La possibilità di trasformare zone geograficamente marginali in luoghi “centrali” grazie alla Rete è stato un aspetto messo in luce da Federica Antonietti, della minoranza linguistica walser, che ha raccontato l’esperienza dell’archivio digitale walser. Si tratta di un database che oggi permette di conoscere e ascoltare molte parole nelle varianti di 8 diverse comunità walser, visualizzando cartine geografiche di queste realtà e venendo a contatto in pochi clic con uno straordinario patrimonio culturale.














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Articolo pubblicato il 12/05/2012