Janusz, un artista fuori dagli schemi

Alla "Cavallerizza" dal 1 al 5 novembre una mostra di grande valore artistico

Se l’arte, quella vera, quella che emerge dal mare infinito degli improbabili esperimenti, trova la forza di vincere gli ostacoli e di esprimere se stessa, significa che esiste ancora la possibilità, per l’Uomo, di sopravvivere.


Quando un artista autentico si libera dalle maschere che fingono di proteggerlo dalla Vita, le sue opere raccontano verità inaspettate, poemi dell’anima liberati dai vincoli di una straziante necessità di essere omologati.


Questo, e non solo questo emerge dai Lavori di Janusz.
L’Artista che stiamo presentando riunisce anche nei propri lavori l’essenza dei percorsi di autoconoscenza che comprendono l’arte e la psicanalisi.


Non ancora cinquantenne ha già concretizzato numerosi obbiettivi.
Confrontando le sue naturali tensioni verso la limpida spiritualità, tensioni che tendono ad opporsi alle tendenze di una becera omologazione culturale, Janusz infrange con forza in cristallo del pensiero condiviso dalle masse che si adeguano passivamente al mainstream, creando e proponendo al suo pubblico archetipi e modelli simbolici di grande impatto emotivo.


La ricerca è sempre dolorosa, le metamorfosi non solo fisiche richiedono l’energia delle proprie convinzioni. 
Lo studio, l’applicazione e la sperimentazione sono strumenti di lavoro indispensabili alla propria crescita spirituale.

L’evidente sofferenza che accompagna il viaggio dei ricercatori di Luce e di Verità, si manifesta come distillato sapienziale di vissuti autenticamente narrati, in grado di coinvolgere l’attento osservatore.
L’arte si comprende solo quando c’è realmente qualcosa da comprendere… tutto il resto, come direbbe Califano, è solamente noia.  


Janusz si ribella alla dilagante tendenza alla condivisione del banale e dell’ordinario, a quella facile tentazione di individuare nel “condivisibile” l’unica via da seguire in questa complicata ragnatela di strade possibili da percorrere, che è la Vita.


Le Opere che l’Artista presenterà alla mostra “NICE & FAIRE” dal 1 al 5 novembre 2023 presso il Complesso della Cavallerizza di Torino, sono studi metafisici che colpiscono per la profondità del linguaggio utilizzato e per i contenuti formali che raccontano i vestiti dell’anima e le nudità di una sapienza oggettiva.


Venere, la dea della bellezza, appare racchiusa in una gabbia traslucida che permette solo d’intuirne la sconvolgente bellezza. Esattamente come l’Anima umana viene circondata e imprigionata da quelle pulsioni invisibili che la separano dalla propria matrice divina.


Medusa, (immagine a sinistra) la guardiana con i serpenti avvolti sul capo, apparendo rossa e seducente ci lascia solamente intuire ciò che saremmo, o ciò che potremmo essere se rompessimo i legami di quella diabolica Matrix che è la vera padrona della dimensione contingente.


Janusz propone un viaggio interiore ispirato alle pratiche di autentici maestri di uno sciamanesimo in grado di sconvolgere la vita e di rompere le fragili protezioni che siamo riusciti, vita dopo vita a creare a nostra apparente difesa.


I veli di Maja che avvolgono la Venere e la Medusa di Janusz, risultano reali come il lenzuolo di marmo del Cristo Velato, opera di Giuseppe Sammartino, esposto nella Cappella San Severo di Napoli, e come quel lenzuolo ci permettono di vedere quelle nude trasparenze in grado di velare con l’oblio dell’osservazione, ciò che risulta essere l’aspetto più reale di quei soggetti.


Venere, (immagine a destra), la sublime dea dell’Amore, è archetipo della Bellezza assoluta. Il suo viso appare come un feto nella placenta materna, ricoperto da quelle sovrastrutture intellettuali che non le appartengono ma che la identificano agli occhi del volgo.
Venere sa di Essere, ma vuole difendersi dal mondo raccontando storie, altre, che distolgano l’attenzione dalla propria Bellezza e dalla Sapienza ad essa indissolubilmente congiunta.


Janusz ha già partecipato a numerose collettive, proponendo autentici percorsi di un’Arte che potremmo senza alcuna riserva definire “Iniziatica”. 
Altri approfondimenti sulla realtà metafisica degli insegnamenti sciamanici lo hanno ispirato per future occasioni espositive, diamo qui un picolo assaggio di quelle opere che presto saranno presentate al pubblico.


Dovremo anche accennare alle chiare analogie tra le opere di Janusz e i racconti kafkiani, dove la Metamorfosi si esprime in tutta la sua chiarezza, sposandosi con il Cambiamento che diventa sua diretta conseguenza. 


L’evoluzione della coscienza è la ragione dell’esistenza in vita su questo Pianeta: le forme grafiche che evocano aliene presenze diventano riferimenti oggettivi di trasformazioni morfologiche sconvolgenti, impossibili da evitare, per coloro che sono sul “sentiero”.


Pleonastico sarebbe declinare tutti gli aspetti di un simbolismo ermetico che permea e vivifica le Opere dell’Artista, molto più semplice impadronirsi con la visione diretta dei suoi Lavori durante la visita alla mostra che si autocelebra presentando al Pubblico l’opportunità di una concreta esperienza culturale, e non solo.

 

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Articolo pubblicato il 29/10/2023