Dopo l’approvazione della legge di bilancio e un anno di governo Meloni, un check-up su Elly Schlein, voce d'opposizione

Una figura femminile scelta dal PD per caratteristiche antitetiche alla leader del centro-destra? Un'osservazione a sette mesi di distanza

Il 16 ottobre il  Cdm ha approvato la legge di bilancio 2024. Una manovra da 24 miliardi varata a tempo di record e definita dalla Premer Giorgia Meloni “una finanziaria seria e realistica” in occasione della pertinente conferenza stampa. Il contenuto è consultabile sul sito Ansa:

https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2023/10/16/il-cdm-approva-la-manovra-da-24-miliardi.-meloni-una-finanziaria-seria-e-realistica_faa5b761-3392-4cf8-9768-483b17f0af67.html

Una manovra che, per chi ha seguito la diretta, è risultata in più punti interessante, che non dimentica fasce deboli e sanità, anzi. Una manovra ad ampio spettro e per niente populista, comunque contestata dal dissenso ad alta voce di Elly Schlein, che avversa con forza ogni proposta del centro-destra, ma non propone, infatti, a oggi, le statistiche indicano in Giuseppe Conte il politico più gradito dagli elettori dell’opposizione e un calo di approvazione anche all'interno dello stesso PD.

Nel frattempo, il 22 ottobre 2023 sarà il primo anniversario del governo Meloni, un anno segnato da eventi molto esigenti, sia per la politica interna che quella internazionale. In questo panorama italo-globale in continuo, allarmante divenire, il 13 marzo 2023, il PD votava come nuovo Segretario una giovane donna, anziché il favorito Stefano Bonaccini. Ma chi è Elly Schlein? Non è solo una figura femminile dal piglio opposto rispetto Giorgia Meloni, è un influente testimonial della sinistra dal percorso intrigante.

Radici  poliedriche e intrise di storia

Elena Ethel Schlein è nata a Lugano il 4 maggio 1985 ed è laureata in giurisprudenza. Il babbo Melvin è un universitario e un politologo americano di origine ebraica aschenazita, i cui avi erano originari di un villaggio nei pressi di Leopoli, oggi città dell’Ucraina. La madre, Maria Paola Viviani è una giurista di diritto pubblico presso la facoltà di giurisprudenza dell’Insubria, fondata a Varese nel 1998 e figlia di Agostino Viviani, avvocato antifascista, senatore del Partito Socialista Italiano e già presidente della  Commissione Giustizia del Senato. Il fratello di Elly, Benjamin, è un matematico, la sorella Susanna è consigliere diplomatico dell’ambasciata italiana, oggi ad Atene.

Un breve excursus sulle radici della giovane deputata, eletta segretaria del PD il 12 marzo 2023, battendo Stefano Bonaccini, a sorpresa, ma non per caso. Subito impegnata nella opposizione dura, la Schlein si è presentata in modo originale, dichiarando sia l’attenzione ai diritti delle donne e alla salvaguardia dell’ambiente, quanto il favore verso le droghe leggere, la passione per il rock, i videogiochi e il cinema, e oltre alla cura del proprio stile, affidata a una consulente d’immagine, una sessualità aperta, dichiarando in diretta già nel 2020 “di aver amato molti uomini e molte donne”; mossa arguta in chiave laicista, atta a catturare anche le attenzioni giovanili.

Dunque, un personaggio poliedrico e niente affatto banale, così come poteva dare a intendere una prima, superficiale impressione. Infatti, Elly Schlein, in primis è l’ultimo frutto di un albero genetico intriso di storia del mondo e di epici avvenimenti che di certo non sono esenti dal suo carattere combattivo, sviluppato dai tanti intrecci della memoria, tutti sviluppati a sinistra.

Piuttosto interessanti sono le radici paterne. Gli ebrei Aschenaziti sono un’etnia ebraica originaria dell’Europa centrale, poi spostatasi nella valle del Reno durante il medioevo, infatti l’Aschenaz era una regione della Renania e in ebraico medievale aschenazita significa, per l’appunto: tedesco. Nel corso dei secoli, questa etnia religiosa si è installata in tutta l’Europa centrale (in Italia nel ghetto di Venezia). Già prima del secolo scorso, la comunità aschenazita aveva iniziato a emigrare verso gli Stati Uniti, quindi, anche gli avi paterni della nostra Elly Schlein, e per loro fu un gran bene, poiché quelli rimasti in Europa sarebbero stati in gran parte sterminati nell’Olocausto degli ebrei perpetrato dai nazisti del terzo Reich.

Chi c’è dietro Elly Schlein?

Un esempio di presentazione: la campagna della Schlein per le elezioni regionali del 2020 è stata impostata da Social Changes, una società Usa che fa capo al copywriter  Arun Chaudharye, curatore di molte campagne di candidati democratici negli Stati Uniti, compreso Barack Obama.

I suoi garanti più influenti sono tuttora l’ex premier Romano Prodi e il banchiere, filantropo ungherese George Soros, fondatore della rete di società di impegno sociale e sanitario Open Society Foundatios, favorevole alla politica della immigrazione e antitetica a quella del governo Meloni.

Sulla ascesa di Elly Slchein nel PD, figura vivace e versatile, non è un segreto che abbiano puntato gruppi finanziari e una diramazione di lobby politiche che, partendo dalla Emilia rossa, si espandono nell’Europa socialista, soprattutto in Francia e poi, fino in Cina.

Da qui, l’elezione a segretario del PD come sola alternativa possibile al governo Meloni e FI, a sua volta sostenuto da aziende private, alcune riconducibili alla difesa. Un governo poco gradito a molti interessi geopolitici ed economici di sinistra internazionale. Nell’elezione della Schlein è stata fondamentale la voce di Romano Prodi, maestro d’opera che, preferendola a Bonaccini ne ha suggerito il nome anche al posto del chiacchierato Enrico Letta e di Nicola Zingaretti, poco incisivo rispetto alla leader del centro-destra. Una scelta dai molti risvolti.

L’importante apporto di Romano Prodi è giustificato dai rapporti di quest’ultimo con la Cina, dove la sua figura è studiata anche nelle università del colosso asiatico, del quale “il professore”, durante i suoi governi era stato un fautore della penetrazione economico lavorativa cinese non solo in Italia e poi, ragionando in tempi non sospetti con il presidente cinese, sulla parziale sostituzione del dollaro con l’euro, in vista di un eguale trattamento futuro della valuta cinese, decretando così la fine del monopolio del dollaro americano.

Storie “forse vere”, di anni che sembrano passati da tempo, ma che avrebbero dato origine ad alcune delle più significative svolte epocali di inizio secolo. Prima tra tutte la decisione di Saddam Hussein che voleva il suo petrolio pagato in euro, seguito da Gheddafi. Valido pretesto per tutto ciò che ne è scaturito sotto altra, bellica forma.

Altresì, oggi la Cina è leader mondiale nella produzione di pannelli fotovoltaici. Dunque, l’agenda “energie alternative”, bandiera della Schlein nella sua campagna elettorale, era più un sentimento verso la biodiversità o piuttosto una marchetta da pagare al mentore professore? Il dubbio non fa danno.

Dopo lo scambio di consegne al “Nazareno” tra Letta e Sclhlein, un altro particolare economico-politico riguarda il pronto appoggio di Letta alla nuova… eletta, strizzando l’occhio a Parigi. Infatti, per anni l’ex segretario del PD, oltre a fondare Equanim, prima piattaforma parigina di “mediazioni internazionali”, ha operato nella agenzia di “influenze” internazionali Publicis, con sede a Parigi e rapporti poco chiari con i paesi arabi. Infine, lo stesso Letta ha ricoperto il ruolo di vicepresidente di Tojoy Western Europe, una società impegnata a sveltire l’ingresso delle aziende cinesi in Europa. Un dubbio operato transalpino in antitesi con i programmi dell’attuale governo.

La figura giusta al momento obbligato

Ecco dunque la genesi di una figura nuova, ma con solide fondamenta politiche di vecchia data, capace di spaziare tra il sostegno all’Ucraina, storica terra d’origine, a una opposizione a tutto campo e tesa a riaccendere l’attenzione delle nuove generazioni verso una politica più estroversa, rievocando svaniti fantasmi del passato, tentando di garantire i disegni di una consorteria di sinistra che, come ogni lobby di potere, vorrebbe dominare cose e genti.

Una donna selezionata con cura, per osteggiare la bionda avversaria del centro-destra. Chi meglio della figlia di tanti storici, poliedrici, politici ed economici innesti quale Elly Schlein? Lo scontro tra le amazzoni è sotto gli occhi di tutti, ma l'aggressiva e poco propositiva Schlein non tiene il passo, e come dichiarato dallo stesso Stefano Bonaccini in un recente dibattito in tv, è stata una scelta che ha fatto perdere  consensi al partito.

 

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Articolo pubblicato il 20/10/2023