4 ottobre 1638, muore Francesco Giacinto di Savoia
Francesco Giacinto di Savoia, ritratto di Francesco Cairo, 1638

Il duca bambino che ha regnato soltanto undici mesi

Francesco Giacinto di Savoia (Torino, 14 settembre 1632 – 4 ottobre 1638) è stato Duca di Savoia per 362 giorni, dal 7 ottobre 1637 al 4 ottobre 1638, riassumendo in sé i titoli di Conte d'Aosta, di Moriana e di Nizza, Marchese di Saluzzo, Principe di Piemonte, Re di Cipro e di Gerusalemme, Custode della Sacra Sindone.

Secondogenito di Vittorio Amedeo I, non avrà mai veramente l'opportunità di regnare: la madre, Maria Cristina di Borbone - Francia, la prima Madama Reale, mantiene la reggenza sul Ducato per la giovane età del Duca: infatti, quando il padre si spegne, Francesco Giacinto ha solo cinque anni e lo Stato sabaudo è un campo di battaglia tra la Francia e la Spagna, nell’imperversare della Guerra dei Trent'anni. Per Maria Cristina, figlia del Re di Francia Enrico IV e sorella del successivo monarca Luigi XIII, è naturale appoggiarsi al Paese di origine, anche per la pressione esercitata dal cardinale Richelieu. In quel difficile contesto internazionale, sulla morte del Duca Vittorio Amedeo I aleggiano dubbi e circostanze non chiare. La sera del 25 settembre 1637 il Duca di Créquy offre una sontuosa cena, al termine della quale molti convitati si sentono male e sono costretti a letto. Vittorio Amedeo I si aggrava e muore a Vercelli alle ore 2 e 30 del 7 ottobre, per una probabile intossicazione alimentare, lasciando alla moglie la reggenza per il figlio. Viene sepolto in una cappella del duomo di Vercelli, accanto alle tombe di Carlo I, Carlo II e della Duchessa Jolanda.

Francesco Giacinto, nominato Principe di Piemonte, risiede al castello del Valentino; di salute cagionevole, regnerà poco più di undici mesi. Il 14 settembre 1638 il Duca bambino è costretto a letto, colpito da un improvviso attacco di febbre, secondo una versione non accolta da tutti; il 4 ottobre avviene l'ultimo consulto dei medici e Cristina convoca il consiglio della corona al castello del Valentino; nel frattempo, Francesco Giacinto muore, alle tre di notte. Il giorno seguente, su una lettiga bianca, il suo corpo viene trasportato nel Duomo di Torino per i funerali. I suoi ultimi momenti sono stati descritti dallo storico Luigi Cibrario, in Storia di Torino, 1846.

«Preso dal male, disse a Carlo Emanuele, suo minor fratello: Pigliati pur la corona, ché io ho finito di regnare.

Moribondo, si fece dare il crocifisso: dopo d'averlo baciato finì la vita con queste parole: «Or sono contento di morire». Durante la malattia fu cresimato dal nunzio Gaffarelli, e gli fu recata a baciare l'insigne reliquia della SS. Sindone dall'abate Scoto, primo elemosiniere, accompagnato dal nunzio e dall'arcivescovo.»

La necroscopia effettuata sul corpo (vi erano, quindi, dubbi anche sulla sua morte, dopo quella precoce del padre?) rivela che «tutti gli organi erano guasti». Non è semplice, senza altri documenti a supporto, interpretare questa affermazione. Va detto che, in quel momento, le non buone condizioni di salute del fratello minore Carlo Emanuele fanno pensare all’estinzione della dinastia sabauda. Qualcuno ha cercato di affrettare questa ipotesi? Per inciso, Carlo Emanuele II, diventato sovrano, governerà a lungo e con saggia lungimiranza, creando fra l’altro la Reggia di Venaria e meritandosi il soprannome di “Adriano del Piemonte”. Le riforme da lui volute sono salutate con favore anche da altri Stati italiani, l'ambasciatore veneziano così descrive la situazione sabauda:

«il signor Duca di Savoia si può gloriare di essere l'unico principe d'Italia che tiene vivo nei suoi popoli l'antico valore della nazione.»

Un ritratto a ovale di Francesco Giacinto, del 1702, è conservato a Palazzo Madama, a Torino, con palme, alloro e nastro sul fondo, in basso un cartiglio. Sono rare anche le monete coniate con la sua effigie, sulle quali Cristina fa imprimere l’immagine della Madonna dei Fiori di Bra, con lei im primo piano e Francesco Giacinto sul retro, con i capelli sciolti.

Dal 1836 la salma dello sfortunato Francesco Giacinto di Savoia è tumulata alla Sacra di San Michele, dove riposa in un sarcofago in pietra al centro del coro vecchio della chiesa.

Il suo regno è stato il più breve in Casa Savoia, se si esclude il Re di Maggio, Umberto II, detronizzato dal referendum popolare del 2 giugno 1946, con il quale si chiude la dinastia sabauda come cosa regnante.

 

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Articolo pubblicato il 04/10/2023