Venerdì 4 maggio, anniversario del triste evento che privò il mondo della squadra di calcio più forte che sia mai esistita, il popolo granata si è ritrovato nella Basilica di Superga per onorare la memoria di chi ha lasciato un segno indelebile nel cuore di ogni sportivo e non solo in quello dei tifosi torinisti.

Sono giunti da ogni parte, anche da lontano, perchè respirare quell'aria accanto al luogo della tragedia è un rituale al quale non si può sfuggire. 

Nella Basilica stracolma Don Aldo Rabino ha celebrato la Santa Messa in suffragio alla presenza del Presidente Urbano Cairo, dello staff dirigenziale, della prima squadra e dei ragazzini delle squadre giovanili, i possibili futuri campioni a testimoniare il vivaio del Toro, quello che per anni è stato fucina di talenti ed oggi torna a rivivere.

Presenti anche i "vecchi cuori granata", quelli segnati negli affetti più cari dalla disgrazia, quelli che vivono nel ricordo che non tramonterà mai.

Prima della celebrazione, la cornice dei tifosi ha accolto con affetto giocatori e dirigenti facendo ala al loro ingresso nella Basilica.

Al termine della celebrazione, i giocatori hanno reso onore alla lapide che sorge là dove impattò l'aereo che riportava a casa il "Grande Torino" dall'infausta trasferta di Lisbona. 

Lacrime di commozione sul volto di molti hanno accompagnato la lettura dei nomi di tutti coloro che perirono in quel tragico 4 maggio 1949 e la preghiera che Don Aldo Rabino ha recitato insieme con tutto il popolo granata che si era raccolto intorno alla lapide.

La commozione ha poi lasciato posto alla gioia di essere lì insieme con i giocatori, insieme a coloro che si stanno adoperando con il Mister Giampiero Ventura per tornare nella massima serie, quella  che compete ad un blasone che tutto il mondo sportivo riconosce al Toro, simbolo di una città che recita "Torino è stata e resterà granata".